Un viaggio per celebrare, ricordare e, magari, scoprire cose nuove; è la lista dei dieci nomi protagonisti dell’anno, scelti dalla nostra redazione per la capacità di ispirare, con la loro visione, le persone. Sardi e sarde che, nello scenario culturale isolano e nazionale, hanno occupato con persistenza uno spazio importante.
Joyce Salvadori Lussu protagonista del 2023
La nostra redazione si è espressa: è Joyce Lussu la protagonista dell’anno 2023. “Poetessa, traduttrice, scrittrice, partigiana – Francesca Mulas ne ha parlato qui – “è stata una tra le più importanti protagoniste del Novecento grazie alla sua straordinaria capacità di azione e parola, intellettuale raffinata e allo stesso tempo militante nella Resistenza e nella liberazione dal nazifascismo e da tutte le oppressioni che hanno sconvolto il secolo passato”. Una figura attuale, con ancora molto da condividere e insegnare; lo sa bene Silvia Ballestra, che lo scorso anno le ha dedicato una potente biografia, La Sibilla. Vita di Joyce Lussu, uscita per Laterza e finalista, nel 2023, del Premio Strega, dopo la candidatura di Giuseppe Antonelli, motivata così: “Grazie a Silvia Ballestra, la straordinaria vita di Joyce Lussu rivive nelle pagine di un libro affascinante e imprevedibile com’era lei. Una sorta di valigia a doppio fondo, come quelle con cui superava i posti di blocco nazifascisti. C’è il romanzo di una vita e dentro una vita romanzesca; c’è la grande storia e dentro una grande storia d’amore: quella tra la sibilla Joyce ed Emilio Lussu; c’è la lingua agile del racconto e dentro le tante lingue parlate da una cittadina del mondo”. Lo stesso libro della Ballestra ha fatto parte della cinquina del Premio Campiello 2023. A riportare in auge la vita della Lussu anche la petizione, promossa dalla giornalista cagliaritana Federica Ginesu, “Salviamo la casa di Joyce Lussu”, pubblicata sulla piattaforma Change.org lo scorso 24 agosto e prossima all’obiettivo delle 25 mila firme (ad oggi sono 23.951 e le sottoscrizioni non si arrestano). La casa di Fermo, dove Joyce ha trascorso gli ultimi anni della sua vita fino alla morte nel 1998, è in vendita. La notizia, comparsa sui maggiori quotidiani nazionali, ha fatto smobilitare il mondo della cultura fuori e dentro l’Italia. Tantissime persone desiderano che la casa venga tutelata dal Ministero della Cultura e trasformata in uno spazio di memoria e studio per raccontare il grande impegno che Joyce ha mostrato durante il corso della sua intera esistenza, dalle prime azioni come staffetta all’interno del movimento antifascista Giustizia e Libertà alle sue imprese per portare in salvo tantissime persone che rischiavano la deportazione e la vita a causa delle leggi fasciste contro ebrei, minoranze, oppositori; preziosissimo il suo impegno per i diritti delle donne, dei lavoratori e delle lavoratrici e di ogni minoranza emarginata, per i popoli oppressi dal potere come i curdi – che conobbe in un memorabile viaggio in Kurdistan – per i paesi impoveriti dal colonialismo e dall’industrializzazione. Joyce, che parlava fluentemente inglese, francese, portoghese e tedesco, ebbe una vita avventurosa, densa di esperienze, viaggi e incontri; l’auspicio è che sempre più persone possano trovare ispirazione nel suo esempio.
Nove nomi per lasciarsi ispirare nel 2024
Enrico Pau. Quando la rinascita diventa esempio
Ci sono ferite che ci toccano tutti, sardi e sarde; ci smuovono, rattristano, indignano, come l’incendio del Montiferru (13 mila ettari colpiti, 4 mila ettari di bosco in cenere, aziende agricole e pastori in ginocchio, un’ecatombe di animali) e poi ci sono opere, come il lungometraggio di Enrico Pau, L’ombra del fuoco – S’umbra ‘e su fogu che, attraverso la voce collettiva delle comunità raccontano il dolore e la vita dopo il rogo del 2021 e ti abbracciano, ti restituiscono fiducia in quel che sarà. La potenza del film è stata riconosciuta, nel 2023, anche dal Trento Film Festival 2023, con il Premio Antropocene MUSE (ce lo ha raccontato Maurizio Pretta). La pellicola era stata presentata anche alla 26esima edizione di Cinemambiente a Torino, tra i più importanti eventi dedicati al cinema green in Italia.
Daniele Serra. Se Dylan Dog lo disegna un sardo
Daniele Serra, illustratore e fumettista cagliaritano, nel 2024 darà volto e forma a Dylan Dog, l’amatissimo investigatore londinese creato da Tiziano Sclavi e pubblicato a fumetti da Sergio Bonelli Editore. Lunga e costellata di premi, la sua carriera (leggi di più in questo articolo). Di recente abbiamo visto i suoi lavori esposti a Cagliari, negli spazi comunali dell’Exma, per la mostra “Nero notte” curata da Roberta Vanali (ne abbiamo parlato qui).
Claudio Ranieri. È nato un nuovo sardo
“Il regalo di Natale dal Cagliari Calcio, Claudio Ranieri di nuovo in rossoblù”, un anno fa Mario Gottardi scriveva così; aggiungendo: “Ranieri è il nome che infuoca gli animi di tutti, non solo i tifosi del Cagliari Calcio, ma gli amanti dello sport in generale. I romantici appassionati di grandi storie, a prescindere dal finale” e ancora: “Ranieri è un po’ come Gigi Riva, amato, conosciuto e rispettato da tutti, anche da chi non conosce la formazione, da chi non segue la classifica. Perché a prescindere dai colori, dalla maglia, dal tifo, dietro il grande sportivo, dietro le doti tecniche dell’allenatore, c’è la grandezza dell’uomo, che è ciò che più conta, che rimane”. A un anno di distanza possiamo dirlo: è nato un nuovo sardo.
Antonio Marras. Esportare cultura sarda senza scadere mai nel folk
“Marras – ha scritto Alice Tolu – con la sua indiscutibile capacità di narrazione è in grado di trasportare lo spettatore nel suo mondo e di raccontare la Sardegna con le contaminazioni che i popoli del mare hanno per natura, senza troppo incasellare né i confini temporali né quelli geografici” e lo ha fatto anche nel 2023, con le sue sfilate. Lo stilista, per la collezione autunno inverno 2023, si è ispirato alla fine ottocento di Grazia Deledda e, per presentare la sua ultima collezione SS 2024, Lights, camera, action!, come ci aveva raccontato Giorgia Bistrusso, ha trasformato la sua passerella in un set cinematografico, ispirato dal film “Boom!” (in italiano “La scogliera dei desideri”), girato negli anni ’60 da Joseph Losey ad Alghero, dove furono costruite per l’occasione due ville che si affacciano nell’affascinante promontorio selvaggio di Capo Caccia e i cui interni sono stati rappresentati nel set della sfilata (qui abbiamo parlato del film raccontato dal documentario di Sergio Naitza).
Daniela Zedda. Ancora un saluto
A Daniela, scomparsa il 28 maggio 2023, anche e soprattutto in questa occasione, vogliamo tornare a dedicare il saluto della nostra redazione: “Daniela era una persona di poche parole, preferiva far parlare le sue immagini, e quelle immagini dicevano tanto. Ha raccontato la scena musicale degli ultimi decenni in Sardegna, tra festival e concerti. Ha mostrato a tutti l’unicità della nostra isola dedicando una mostra itinerante ai centenari. Ha lavorato per il teatro, per la moda, per l’arte, sempre in cerca della vera essenza delle cose. Daniela Zedda ha portato e diffuso bellezza tra le persone che la conoscevano e amavano e la ha messa anche a disposizione del mondo attraverso il suo modo di comunicare: con la macchina fotografica. Ha svelato luoghi insoliti della città di Cagliari, ha viaggiato e documentato altre realtà sempre restando fedele a se stessa e alla sua grande umanità”.
Marco Buttu. Un sardo in Antartide
Marco Buttu – ne abbiamo parlato qui – responsabile di controllo del Sardinia Radio Telescope, è uno dei 13 membri in missione nella Concordia Research Station, base italo-francese realizzata e gestita dal PNRA, il Programma Nazionale di Ricerche in Antartide e dalla francese IPEV; la stazione si trova nella località Dome C, a 1670 chilometri di distanza dal polo sud geografico. In un ambiente dove l’aria è secchissima, l’ossigeno scarso, la temperatura scende sotto i -80°C e il primo essere umano si può incontrare a circa mille chilometri di distanza, la squadra di cui Buttu fa parte, altamente specializzata e “allenata”, porta avanti ricerche su ambiente, clima, biologia e astronomia, importanti per leggere il passato, il presente e il futuro del nostro pianeta.
Daniela Pes. Targa Tenco per la Miglior Opera Prima
La ascolti e senti subito una spinta dentro, dritta in pancia e poi su, fino al cuore, al pensiero. Lei è Daniela Pes, vincitrice, quest’anno, della Targa Tenco per la Miglior Opera Prima con un progetto, “Spira”, sul quale ha lavorato negli ultimi tre anni con Iosonouncane, che lo ha prodotto. L’artista è al primo posto anche nella classifica dei migliori album italiani del 2023 curato da Giovanni Ansaldo per Internazionale, che ne parla come del “disco d’esordio più convincente degli ultimi anni”.
Tonino Murru e Donatella Pau. Gli “oscar” del teatro a “Is Mascareddas”
Is mascareddas, la compagnia teatrale sarda fondata da Tonino Murru e Donatella Pau, ha vinto il premio UBU 2023, conosciuto come gli Oscar del teatro; con loro il premio, così motivato: “quaranta anni di lavoro nel teatro di figura, fra tradizione e innovazione” arriva in Sardegna per la prima volta. E allora grazie per questo traguardo isolano. Ai tempi della notizia sulla candidatura i due avevano dichiarato: “Siamo molto emozionati nel ricevere la notizia di questa prestigiosa nomination e, al contempo, grati per l’attenzione al nostro lavoro”. Maria Carrozza, ad aprile, ci ha raccontato del TAB, 347 metri quadri, che Sardegna Teatro ha in gestione all’interno dell’ex Manifattura Tabacchi ed è la nuova sede della compagnia; in quell’occasione, la Pau aveva detto: “La nostra utopia è il pensare a delle persone adulte che si mettono in gioco insieme ai figli, smettono di spararsi in vena le serie di Netflix e iniziano a sperimentare il teatro – In questo momento storico in cui i bambini sono abbastanza disperati per conto proprio e i genitori sono disperati ancora di più e c’è un rapporto con tutto ciò che succede molto isterico, perché si è sovraccarichi di immagini, di informazioni, questo teatro in scatola riporta ad una tranquillità, a far le cose con calma, avere dei tempi di preparazione, di studio e anche, perché no, permettersi di annoiarsi”.
Michela Murgia. Di eredità e gratitudine
Quella di Michela Murgia è già diventata una “eredità eterna”: sarda oltre i confini – tutti i confini – ci ha lasciato in custodia parole necessarie, per riflettere, imparare ad essere, ad amare e trasformare. Prima della sua morte la Murgia ha passato un anno a vivere facendosi, ancor più, esempio e condividendo una lezione importante, riportata a parole anche nel romanzo Tre ciotole, Mondadori (2023). A meno di un mese dalla sua morte (avvenuta lo scorso 10 agosto 2023) gli audiolibri della scrittrice erano in vetta alla classifica dei più ascoltati e, a inizio dicembre, l’Università per Stranieri di Siena le ha dedicato una sala di lettura, definendola “una grande amica che ha instancabilmente lottato, nelle sue opere e nel discorso pubblico, per l’attuazione di tutti i valori in cui la nostra comunità si riconosce”. Come sardi e sarde e, ancor prima, come persone, dobbiamo e vogliamo dirle grazie, ancora una volta.