Statico, noioso, prolisso, confuso, incompleto, “un incubo pomposo e senza senso”. I giornali non furono teneri con “Boom!”, il film dal cast stellare girato nel 1968 da Joseph Losey ad Alghero nel meraviglioso scenario di Capo Caccia. Fu una vera delusione per la produzione Universal e le centinaia di persone che ci lavorarono, considerato soprattutto il budget milionario investito per la coppia di attori più famosa e potente del tempo, Liz Taylor e Richard Burton, e per il grandioso set costruito ad hoc in cima a una scogliera. Oggi “Boom”, arrivato nelle sale italiane con il titolo di “La scogliera dei desideri”, è considerato un cult movie, riletto e rivalutato come film iconico per stile, suggestioni e dettagli. La pellicola di Losey è protagonista del documentario “L’estate di Joe, Liz e Richard”, firmato dal regista e critico cinematografico Sergio Naitza e prodotto dalla società Karel.
Il film, presentato pochi giorni fa in anteprima alla Festa del Cinema di Roma e realizzato con il contributo del Ministero della Cultura – Direzione generale Cinema, Regione Autonoma della Sardegna, Fondazione di Sardegna, Fondazione Sardegna Film Commission, Fondazione Alghero, Società Umanitaria-Cineteca Sarda, Europa Cultura ed Erich Jost come produttore associato, racconta la produzione di “Boom!” attraverso memorie, documenti, interviste ai suoi protagonisti: ci sono le testimonianze del fotografo Gianni Bozzacchi, l’attrice Joanna Shimkus, il musicista Viram Jasani, lo chef Jacques Durussel e il direttore di produzione Valerio De Paolis che lavorarono al film, gli algheresi Pinuccio Baldino, Salvatore Sotgiu, Tonino Loi, Giovanni Burruni, Franco Bernardi, Giovanni Dongu e Gian Michele Oliva impegnati in varie mansioni nella produzione, il critico cinematografico Michel Cimenti, il regista e sceneggiatore John Waters che oggi considera “Boom!” un capolavoro.
Prezioso è inoltre il racconto di Patricia Losey, moglie del regista Joseph, che svela molti aneddoti di quella incredibile avventura che fu la realizzazione del film. A partire dalla villa, unico set della storia, costruita appositamente a Capo Caccia: uno spazio dalle linee futuristiche con una pericolosissima terrazza a strapiombo sul mare, realizzata con tubi innocenti e pareti in cartongesso ma ricchissima di dettagli, arredi e decorazioni come una vera casa di lusso, poi distrutta al termine delle riprese. Ancora oggi la terrazza sul mare è segnalata dalle guide turistiche che raccontano ai visitatori quelle settimane in cui Alghero fu abitata dalle star di Hollywood con tutte le loro stranezze ed eccentricità. Come le quaranta rose bianche che Liz desiderava sul set ogni mattina, le svariate bottiglie di wiskey consumate sul set dagli attori, i cani che l’intera famiglia Taylor portava con sé in ogni spostamento, il ricchissimo yacht Kalizma che Liz e Richard fecero ormeggiare ad Alghero. E poi i gioielli, disegnati per Liz da Gianni Bulgari, protagonisti della scena quanto gli avveniristici abiti disegnati all’epoca da un esordiente Karl Lagerfeld.
Il documentario di Naitza, con Luca Melis alla fotografia, Rossana Cingolani e lo stesso Sergio Naitza al montaggio e accompagnato dalle musiche di Romeo Scaccia, ci permette di immergerci nelle atmosfere del film grazie alle animazioni di Bruno D’Elia, mentre il filo narrativo è affidato a Giulia Naitza, guida turistica che accompagna un gruppo di stranieri in escursione proprio sui luoghi del film. La domanda che ci accompagna durante la visione del film è sempre la stessa: perché un cast stellare, una produzione milionaria, una scenografia incredibilmente unica fu un flop di pubblico e critica? La risposta, alla fine del documentario, ce l’ha John Waters, che si definisce come “l’unico fan del film”: “Boom! è un film d’arte fallito che è diventato un classico”.