Tempo di bilanci che si avvicina, e per non lasciare indietro nulla, e dare ad ogni singolo evento il giusto peso, riviviamo le stagioni di quest’anno in chiusura e le piccole o grandi notizie del nostro territorio.
Primavera
Nella tarda primavera l’isola viene privata di una sua figlia amatissima e molto conosciuta: la fotografa Daniela Zedda viene a mancare il 29 maggio a 64 anni. Celebri i suoi ritratti di famosi jazzisti durante le loro esibizioni cagliaritane scattati per l’Unione Sarda. Filo conduttore, da sempre, la Sardegna, il contesto di riferimento, le sue figure principali e la sua cultura, mai con intento folcloristico. Uno dei suoi scatti più conosciuti ritrae la sua grande amica Maria Lai che, sorridente, impugna una pistola, in una particolare contrapposizione di dolcezza e durezza (qui il nostro saluto).
Allo scoccare della metà d’anno una notizia attesa ed auspicata da tanti è il ritorno del Cagliari Calcio in serie A, con un goal segnato fuori tempo massimo (94esimo minuto) durante l’ultima partita del campionato giocata dai rossoblù contro il Bari l’11 giugno. Per l’occasione, come omaggio allo stimatissimo allenatore Ranieri, la statua di Carlo Felice viene ribattezzata in ‘Claudio Felice’ (qui il nostro editoriale sportivo sul ritorno di Ranieri).
Ed è sempre di questa stagione l’importante notizia che vede l’ufficializzazione della candidatura della Sardegna a ospitare ET, l’Einstein Telescope, che renderà possibile ripercorrere lo studio dell’Universo a ritroso fin quasi al Big Bang, attraverso l’ascolto delle onde gravitazionali. Per la bassissima sismicità naturale, l’Isola, e nello specifico il sito dell’ex miniera di Sos Enattos a Lula, in provincia di Nuoro, diventa candidata ideale. La realizzazione del progetto renderebbe centrale il ruolo della regione nell’ambito della ricerca scientifica. Il sito verrà definito tra il 2025 e il 2026 (abbiamo approfondito qui).
Estate
Nel pieno della calura estiva ci lascia un nome noto ben oltre i confini regionali. Il 10 agosto, a 51 anni, scompare (per diventare ancora più presente) la scrittrice Michela Murgia. Secondo tanti troppo giovane per questo destino, invece soddisfatta dell’intensità della propria vita e del proprio vissuto la protagonista di anni di polemiche, critiche, ma anche destinataria di tanto affetto e riconoscimenti. Nei mesi a seguire il “Michela pensiero” si è fatto manifesto di valori di inclusione e rispetto, travalicando schieramenti politici e generi (qui il nostro ricordo).
A fine stagione si conclude l’era degli hippie in Sardegna. È infatti durante la prima settimana di settembre che la Valle della Luna viene sgomberata e restituita alla natura, ripristinando le caratteristiche fondamentali che un’area marina protetta come quella di Capo Testa e Punta Falcone, all’interno della quale la Valle si colloca, dovrebbe avere, e cioè una bassa o nulla presenza umana. Sono stati circa trenta i figli dei fiori sfrattati e multati (circa trecento euro la sanzione comminata per campeggio abusivo), ma molte di più le polemiche e le riflessioni successive. Il famoso totem che troneggiava sul panorama è stato platealmente rimosso, e gli ex occupanti saranno probabilmente sostituiti da una cooperativa sociale e da un ticket di accesso.
Può un insistente squillo sul cellulare unire tutta la popolazione? È proprio quello che è accaduto il 30 giugno, quando il sistema di allarme IT – alert ha coinvolto (quasi) tutti con una simulazione di allerta che ha fatto suonare in contemporanea i cellulari sardi, anche quelli in modalità silenziosa, suscitando il grande interrogativo dei pochi esclusi. Ilarità e complottismo sui social hanno dato un ulteriore taglio alla notizia. Tutti, comunque, ricordano dove si trovassero e cosa facessero in quel momento.
Autunno
‘Se lo trovate non toccatelo’, è il monito lanciato dall’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica), agli abitanti di Armungia, probabile luogo di atterraggio del meteorite che l’8 ottobre scorso, dopo aver attraversato svariati strati dell’atmosfera, avrebbe raggiunto il suolo sardo. Il frammento, dopo aver orbitato tra Venere e Marte, risale a circa cinque miliardi anni fa. A supporto della ricerca del prezioso reperto l’identikit fornito è quello di un oggetto di pietra, di colore scuro, della grandezza di circa 4 o 5 centimetri, caduto in un raggio di svariati chilometri quadrati in zona campestre caratterizzata da fitta vegetazione boschiva. Potrebbe essere l’alternativa scientifica al cosiddetto ago nel pagliaio! Ancora atteso il suo ritrovamento.
Anche se non avrà oltrepassato i confini regionali, per Cagliari, ma anche per l’intera regione, non è di minore importanza la notizia della riapertura del Teatro dell’Arco dopo oltre vent’anni. La splendida location di via Portoscalas, costruita dai Gesuiti nel ‘700, dopo importanti lavori di ristrutturazione, potrà essere di nuovo fruibile dal pubblico e al centro della scena culturale cagliaritana (qui l’articolo di approfondimento).
Benché in tardo autunno, il clima isolano consente tutto l’anno sport acquatici. Ed è proprio grazie ad una fortunata immersione che si deve l’importante ritrovamento archeologico al largo delle coste nord orientali sarde, vicino ad Arzachena. Si tratta, letteralmente, di un tesoro di antiche monete in bronzo. Dal peso si stima siano circa 30 – 50 mila unità, ritrovate sul fondo del placido mare sardo in ottimo stato di conservazione. Il rinvenimento si classifica come il più importante degli ultimi decenni in ambito numismatico. Chiaramente visibile il volto di Costantino il Grande, che consente la datazione tra il 324 e il 340 d.C. Non è chiaro se la causa sia stata un naufragio, per cui a questa iniziale scoperta potrebbe seguire il ritrovamento di un antico relitto.
Inverno
Pur se in tempo di letargo, a ridosso dell’inverno che incombe, una seconda vita si prospetta per l’olivastro millenario coinvolto nel tremendo incendio del Montiferru di due anni fa. Sono infatti state messe a dimora due piantine, recuperate dal fusto originario e incaricate di tramandare questa storia di resistenza: una a lato del grande albero, alto oltre 16 metri e dal fusto di circa dieci metri di diametro, l’altra nel cortile delle scuole del paese di Cuglieri. Il costante e prezioso lavoro degli esperti dell’orto botanico di Cagliari, unito alla vitalità del patriarca millenario, hanno consentito la prosecuzione di questo viaggio attraverso i secoli (la nostra riflessione sul tragico incendio).
Intenzionali o casuali, tutti questi momenti ci hanno sfiorato o colpito in pieno, ma entrano a pieno diritto nella nostra storia. Preziosi momenti di condivisione e di appartenenza.