Si è chiusa sabato 11 dicembre la settima edizione del Babel Film Festival, concorso cinematografico dedicato alle lingue minoritarie organizzato e promosso dalla Società Umanitaria – Cineteca Sarda di Cagliari, con il sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission, in collaborazione con Assòtziu Babel, Areavisuale e Terra de Punt.
Nella cornice del T Hotel, la manifestazione, condotta da Elio Turno Arthemalle, ha incoronato con il Premio Maestrale le opere video dei registi Nino Tropiano, Bruno Rocchi, Matteo Incollu e Andrea Cannas; assegnati anche altri 12 premi e quattro menzioni speciali. Grande soddisfazione da parte degli organizzatori sia per la significativa partecipazione di pubblico che per l’alta qualità dei video presentati in concorso.
Modalità di concorso e premiazione
Le Giurie sono giunte alla scelta dei premi dopo aver visionato 64 film in gara: 39 documentari e 25 film a soggetto, parlati in 40 diverse lingue minoritarie.
Hanno presieduto la scelta Alberto Negrin, presidente della Giuria ufficiale (Premio “Maestrale”); Nadia Trevisan, produttrice; Simonetta Columbu, attrice; Miriam Mauti, giornalista; Lara Fremder, sceneggiatrice; Samuel Julien, produttore; Mirjam Vellinga, vicepresidente ELEN; Marco Asunis, FICC; Milena Fiore, Archivio Audiovisivo Movimento Operaio e Democratico; Leo Rielli, Rassegna Evò e Esù Visioni; Leo Virgili, SUNS Udine; Fredo Valla, Ostana lingua madre; Pio Bruno, Cineclub Fedi; Angelo Tantaro, Diari di Cineclub.

I film vincitori del Premio Maestrale
Il miglior lungometraggio è “Ndoto Ya Samira – Il sogno di Samira” di Nino Tropiano. Il regista pugliese ha raccontato una storia straordinaria di emancipazione femminile, un racconto di formazione lungo oltre sette anni che vede protagonista Samira, una giovane donna originaria di Nungwi, un villaggio di pescatori, situato nell’estremo lembo settentrionale dell’isola di Zanzibar, culla della cultura Swahili, a largo della Tanzania.
I sogni, invece, sono i protagonisti del miglior documentario, ovvero “Talking Dreams” del regista bergamasco Bruno Rocchi. Girato in Africa, racconta, attraverso la storia di una trasmissione radio, di uomini e donne che nemmeno nel sogno sono sicuri del proprio destino. Ad ogni sogno corrisponde un sacrificio da fare: così facendo i protagonisti non scamperanno alla morte, ma potranno ricevere qualche gioia.
La palma del Premio Maestrale per il miglior cortometraggio è stata divisa da un ex aequo. Il primo, “Male fadàu”, è ambientato a Baunei, in piena seconda guerra mondiale, nel 1942. (qui la recensione di Francesca Mulas) La firma è quella di Matteo Incollu, regista che ha collaborato con Salvatore Mereu e ha diretto numerosi cortometraggi. Il secondo è “Mira sa dì”, di Andrea Cannas, regista già selezionato nella prima edizione del Babel Film Festival. Il corto è ambientato a Mogoro, nel 1930, una storia d’amore e di giustizia sullo sfondo delle repressioni del regime fascista.

Premi e Carta Europea delle lingue minoritarie e regionali
Il Direttore generale dell’European Language Equality Network (ELEN) Davyth Hicks ha ricordato il lungo cammino che l’Unione Europea e l’Italia stanno facendo per il riconoscimento della Carta Europea delle lingue minoritarie e regionali, sul quale si è tenuta una tavola rotonda durante il Babel Film Festival.
Di seguito tutti gli altri premi:
- Premio Speciale del Babel film Festival
Otra Mano di Agu Netto - Premio Diari di Cineclub
Mateoren Ama di Aitor Arregi e Jose Mari Goenaga - Premio FEDIC Cagliari
Con la S maiuscola di Marco Spanu - Premio AAMOD
Prima che arrivi l’estate di Francesco Di Martino - Premio Ostana
Arbores di Francesco Bussalai - Premio del Pubblico FICC – Federazione Italiana dei Circoli del Cinema
Emilia di Cristina Guillen - Premio Italymbas
Maialetto della Nurra di Marco Antonio Pani - Premio Umanitaria
Stolen Fish di Gosia Juszczak - Premio Diritto di Parola
Silent Heat di Lucienne Venner - Premio One Wor(l)d (ax aequo)
Isole di Mario Brenta e Karine De Villers
Bosch i Morata, sempre els quatre di Miquel Notari e Rafa Alborch - Premio UniCa
La desapariciòn di Jonathan Millet

L’universo è fatto anche di piccole comunità
Nel corso della serata, la giuria ha voluto esprimere il proprio pensiero sull’importanza della manifestazione e della divulgazione di opere legate alle lingue minoritarie. “Questi film sono una risorsa” ha espresso il presidente Alberto Negrin, “andrebbero mostrati a tutti coloro che pensano di sapere tutto su come va il mondo e invece non sanno ancora nulla. La risposta del pubblico è stata notevole, siamo molto felici”.
La giurata Miriam Mauti invece ha messo l’accento sulla diversità e sugli insegnamenti che ogni film regala a chi guarda: “C’è grande soddisfazione. Abbiamo visto film molto diversi e di grande qualità, che parlano di tematiche sociali e ambientali. L’universo è fatto di piccole comunità in cui ci riconosciamo tutti, questo è uno degli insegnamenti del Babel”.
(Foto credit: Babel Film Festival)