Questa non è una operazione nostalgia, un memorabilia o qualsiasi cosa che può uscire dalla testa per poi solo rientrare nel portafogli (legittimo, per carità, ma banale), qua si tratta di continuare ad onorare i tragitti, la visione di lunghissimo termine, la conferma non facile ma non solitaria che certe strade possono essere impervie, in salita, in discesa ripida, belle libere da difficoltà oppure improvvisamente bloccate e poi, sbloccate di nuovo.
Questa è la dimostrazione che chi ha valore rimane e, come accaduto per i Subsonica alcune settimane fa – sempre qua su Nemesis Magazine – ora è il turno dei La Crus di tornare a risuonare nell’etere con un album che, se mi si dovesse chiedere una sola parola, definirei “leggiadro” senza pensarci più di tre (di tre) secondi.
La creatura sopraffina ed eterea di Mauro Ermanno Giovanardi e Cesare Malfatti torna dopo quasi venti anni al full lenght e dopo quasi trent’anni dal loro primo album, semplicemente ‘La Crus’.
‘Proteggimi da ciò che voglio’ riesce contemporaneamente ad essere un album moderno di classe, con testi apertamente critici con alcuni tratti a volte forse non molto necessari ma su cui si può anche soprassedere (a volte fa un po’ periodo 2010s, ci siamo capiti) ma già ad esempio, solo l’incipit di ‘La Pioggia’ varrebbe tutta l’attesa dei venti anni prima citati.
La titletrack invece, insieme a ‘Shitstorm’ è una pura esplosione poetica sorretta da quella elettronica elegante e leggiadra puro marchio di fabbrica La Crus.
Ma l’album sa proseguire tenendo la barra molto alta, in particolare grazie agli innesti dei featuring di Vasco Brondi in ‘La rivoluzione’ – insieme a Slavoj Zizek – e, senza alcuna sorpresa, una stupenda Carmen Consoli ed il duo più in forma del momento (momento che dura da un lustro ormai) Colapesce e Dimartino.
Cosa ascoltare ad occhi chiusi: ‘Io non ho inventato la felicità’.
Cosa saltare: a volte alcuni passaggi un po’ da manifesto populista web italiano anni 2010s.
Cosa rimane costante: trame ed orditi musicali di livello eccelso, arrangiamenti da fare scuola in un deserto di povertà come quello moderno dove con due accordi si tirano fuori venti canzoni da concorso canoro annuale (avete capito).
Rimarrà ancora in heavy rotation? mi sa di si proprio.
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