Chiamatela Serendipity, perché è andata esattamente così: vagavo per la zona nord di Milano per andare a vedere, dopo agognati mesi e mesi e mesi, un concerto, ovvero gli “A Place To Bury Strangers” – qui e qui su Nemesis Magazine – quando – in attesa del rinnovato trio – mi ritrovai sul palco dei ragazzi impazziti al suono acido e tagliente che mi ricordava un bellissimo periodo della mia vita fatto di Klaxons, Bloc Party, Cinematics, The Rakes, e da lì la mia attenzione non si è più staccata dal caos su stage (si, potrebbe essere il titolo della fotografia di un loro live) e dal loro notevole impatto sonoro.
Bene, trovati e segnati subito per l’ascolto completo successivo in momenti di quotidiana noia di ufficio.
I Plattenbau (nome che deriva dagli enormi palazzoni a pannelli tedeschi, soprattutto DDR, ma non solo) sono una band di Berlino attiva dal 2011, con all’attivo due album, “Plattenbau” del 2017 e “Shape / Shifting” del 2022, più numerosi singoli, EP e remix proprio con i sopra menzionati “APTBS”.
Ed eccoci quindi, fuori dalla cortina fumogena del live; “Shape / Shifting” parte subito con la onirica titletrack, fumosa e lieve che introduce invece la suadente “Hollywood”, mentre è “Crime / Scène” che cattura notevolmente la mia attenzione, pulsante, oscura, monotona nel suo cadenzare lentamente per poi esplodere nell’aere.
Un album che continua ricordando i lavori di Gang of Four, Kele solista (Tenderoni), un mix tra primi 80’s e poi quella seconda wave degli anni 2000 ma, senza un banale copia/incolla, bensì con una anima molto personale e particolare.
Un lavoro che alterna momenti più esplosivi ad altri che strisciano sottopelle come “Self / Help” e singoli potenti come “Oppression / Horizon” o “Ultraviolet / Ultraviolence”, che chiude poi le danze con la ultra noisy “Tomahawk”
Un sapiente mix di suoni oscuri, esplosioni noise, bilanciamento delle tracce e forse, a volte, qualche minuto in più che rompe la tensione, ma un ottimo album con cui accompagnare diversi momenti della propria giornata.
Da scovare live, dove danno inequivocabilmente il loro meglio.
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