Continua quest’opera di grandi ritorni anticipati da EP, singoli, lavori a volte immaturi a volte invece quasi album mancati.
Questa volta parliamo del ritorno dei newyorkesi A Place to Bury Strangers, il cui ultimo lavoro, “Pinned”, del 2018, aveva dimostrato come la Band di Oliver Ackermann avesse acquisito maturità e qualità elevandosi come riferimento post 201X dell’Alt Punk Noise, dove era la matrice più psichedelica e rumorosa a rendere unico un percorso che con costanza e originalità, dura dal 2003.
Dopo tre anni in cui tutto è cambiato – sia internamente che esternamente – la band, in formazione a tre totalmente rivoluzionata (ora abbiamo l’innesto diretto dei Ceremony East Coast, Sandra Fedowitz alle percussioni e John Fedowitz al basso), dimostra di saper fare sempre bene quel sapiente di mix di Psychedelic Noise che menzionavo prima e il cui output è una massa sonora grigia, grezza, ma affascinante, in grado di avvolgere l’ascoltatore come un “blob” e catturarlo internamente senza scampo.
“Hologram” è un Ep di cinque tracce, circa 25 minuti, abbastanza per farci capire le intenzioni di Oliver di percuoterci con forza e intrappolarci in questa gabbia di Faraday sonora e farci assaporare un menù questa volta meno elaborato delle altre volte (ma siamo comunque di fronte ad un EP) ma dai sapori più netti in grado di spaziare tra echi di Stooges e Joy Division, My Bloody Valentine, Jesus and Mary Chain senza mai risultare mai banale.
Il Trio ha anche in programma un Tour che toccherà l’Italia (Bologna, Roma, Milano) nel 2022 per continuare, dal 2003, un percorso fatto di sperimentazione sonica originale e ormai, degno padrone di un marchio di fabbrica importante, il marchio “aptbs“
Ed io ci sarò ancora (dopo l’entusiasmante data di Legnano 2015), fiero di lasciarmi trascinare in questo tormento ed estasi.
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