Se cercate una colonna sonora per scenari post industriali, miniere in disarmo, palazzoni di cemento e lamiere abbandonati, “Brutalism” è la risposta giusta. Il nuovo Ep del dj e produttore cagliaritano Scam., di prossima uscita per l’etichetta tedesca Monolith, è nato proprio in miniera: a San Leone, per la precisione, un vecchio stabilimento per l’estrazione del ferro che ha avuto vita breve e tormentata, nel territorio di Assemini a pochi chilometri da Cagliari.
Non è un’ispirazione estemporanea: Scam., nome d’arte di Samuele Costa, 38 anni, che nel quotidiano lavora al Porto di Cagliari, è da sempre appassionato di urbex, esplorazioni urbane in spazi abbandonati. Un’attività che in Sardegna è molto amata proprio per la grande presenza in tutta la regione di vecchie fabbriche, miniere, capannoni e stabilimenti vari figli di una corsa all’industria che ha segnato la nostra economia da fine Ottocento (San Leone, ad esempio, apre i battenti nel 1863) con un picco negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso. “I luoghi abbandonati mi affascinano e ispirano molto – ci racconta Scam. – Ho già dedicato in passato la mia musica a questi posti. Ogni luogo mi ha suscitato emozioni diverse, emozioni che trasformo in suono”. E infatti, ci dice, ‘Nonplace’, uscito nel 2014 per l’etichetta Wunderblock Records, è dedicato alla miniera di Montevecchio a Guspini, ‘The Grey House’ uscito per la stessa etichetta nel 2014 è dedicato alla diga di Santa Chiara di Ula Tirso; ‘Brutalism’ è nato dopo aver esplorato la miniera di San Leone.
Le quattro tracce techno industrial dell’Ep, disponibile in digitale e mini cd sul sito Monolith (qui il link) a partire dal 15 settembre, ci accompagnano in un viaggio evocativo, dove i ritmi si rincorrono ossessivi e potenti per farci immergere nella realtà della vita di miniera. Immaginiamo spazi deserti eppure pulsanti di fatiche e sacrifici, dove uomini e donne hanno vissuto e lavorato fino a impregnare stanze e macchine della loro inquietante presenza anche un secolo dopo. Ascoltiamo il suono sordo dei vagoni che correvano sui binari oggi deserti, il vibrare dei macchinari, lo stridere degli ingranaggi.
Dalle macchine dello stabilimento a quelle che catturano e manipolano i suoni: “Per questo lavoro ho usato Roland Tr8 per le ritmiche, Korg Volca, Volca Keys, Volca Kick e Volca FM (il mio preferito). micro dronin, field recording. Ci sono micro tappeti sonori registrati al Porto, dove lavoro, oppure il cancello della casa dove vivo pestato col martello, che sarebbero gli ‘snare’ sulle tracce ‘Counterparts’ e ‘Gaze Detection’. Siamo circondati da suoni ogni giorno, tutto ha potenziale”.
Non è un caso che ‘Brutalism’ arrivi pochi mesi dopo il confinamento legato all’emergenza sanitaria da Covid-19 vissuto in Sardegna tra marzo e maggio: un momento drammatico che per tanti è stato però anche momento di creatività. Per molti, non per Scam.: “Terribile, non dimenticherò mai come ho vissuto questi mesi. Non riuscivo a fare nulla, solo casa/lavoro/spesa. E son stato anche fortunato rispetto ad altri, lo so, ma sono uno abituato a muoversi, stare con gli amici, la gente, scampagnate, urbex appunto. Tutta roba che mi fa sentire vivo. Le tracce di ‘Brutalism’ sono dell’anno scorso, non convincevano appieno quindi le abbiamo riviste col boss dell’etichetta, Sirio, ci siamo dati dei consigli sul togliere o aggiungere, rivisto il mix e aggiunto ‘Counterparts’, che è nata dopo. Questo Ep è l’unica cosa stimolante durante il lockdown. In questi mesi non ho suonato, a parte un live in streaming con Svart1. Per qualcuno è stato un buon momento per dedicarsi appieno alla produzione, io personalmente stando solo chiuso a casa non riesco a far nulla”.
Il momento di chiusura ci ha costretto per diverso tempo a trasferire le nostre vite nel mondo virtuale, ma già la produzione e fruizione musicale, da tempo, ha occupato questi spazi. “Sono troppo abituato a toccare la musica, perciò continuo a comprare sia cd che vinile. Mi sono accorto comunque nel tempo, prestando più attenzione alle release digitali, che c’è roba davvero valida e merita l’acquisto. Se compro un album solitamente lo masterizzo su cd, generalmente un artista nella compilazione delle tracce ha un preciso discorso da farti, e lo voglio capire. Quello che non amo del digitale è l’idea di scaricare in maniera disordinata e avere dei files random sul tuo computer. Mi piace ancora guardare copertine, leggere le note, il libretto. Ci sono questi revival modaioli del vinile, e qualsiasi cosa giri per moda ha morte certa in breve tempo. Se vai a vedere poi sono spesso solo ristampe di classiconi. Le etichette forti riescono ancora a stampare in formato, ma i numeri sono scesi moltissimo. Non credo che il futuro sarà solo digitale, ci sarà sempre la nicchia che vorrà toccare con mano il lavoro del proprio artista preferito”.
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