La coppia di artisti italiani supera il concetto di brano mescolando poesia, teatro, sperimentazione
di Giacomo Pisano con il contributo fotografico di Nikita, Liam Dots, Alessandro Ridolfo
Potete descrivere il vostro background artistico e quali sono le vostre influenze?
Donatella: Specifico che sono nata nel 1972 per dare un minimo di contestualizzazione alla mia storia. La musica e il teatro hanno sempre fatto parte della mia vita sin da piccolissima. I miei genitori mi hanno molto favorita in questo. Da adolescente mi sono immersa nel contesto dark e new wave e, oltre a cantare e scrivere, ho proprio concepito la mia esistenza come espressione artistica. Dopo qualche anno ho cantato nella prima formazione musicale, Kampsindaja, di impronta dark wave (progetto attualmente ambient ancora esistente e con cui collaboro al presente) e ho anche dato vita alle mie prime creazioni da solista. Successivamente ho iniziato a studiare canto e recitazione. Intorno ai 30 anni ho iniziato a vivere tutto questo come professione, insegnando io stessa e facendo molti concerti (soprattutto di jazz ed ho dato vita al mio tributo a The Rocky Horror Show). Il lavoro sulla sperimentazione vocale, teatrale e sonora l’ho intrapreso più di recente, con i primi esperimenti nel 2004 ed inizio “ufficiale” nel 2008. Le mie infleunze attuali sono varie, spaziando tra la musica, il teatro, la letteratura, la filosofia e la ricerca interiore. Tre nomi sono e restano fondamentali: Carmelo Bene, Alejandro Jodorowsky e Diamanda Galas. Le mie influenze al di là di Maestri ed esperienze sono il mondo onirico, il linguaggio simbolico ed il continuo gioco di maschere insito in ognuno di noi come individui e come anime. Un concetto a me molto caro è il termine latino Persona: ricordo quando vidi molti anni fa lo stupendo film di Ingmar Bergman che porta questo titolo e scoprii che in latino, Persona, significa appunto Maschera Teatrale, non a caso! Un unico concetto su cui si può intraprendere una ricerca personale ed artistica senza fine! Alessandro: Io sono dell’82 ed ho iniziato “tardi” a produrre. Sono stato per molti anni solo un fruitore appassionato di musica. I generi che mi hanno maggiormente influenzato nel passato sono: rock anni ’70, metal, per poi passare alla dark wave ed alla new wave, EBM, elettronica, ambient, pur non avendo cultura approfondita in merito, sono sempre stato appassionato di musica classica (la quale è stata per me il tramite per andare alla scoperta di generi musicali non commerciali). Attorno al 2010 ho iniziato a fare il DJ in alcune occasioni. E’ stato incontrando Donatellla e con lo sbocciare della nostra relazione (siamo coppia nella vita e nell’arte) che ho iniziato a studiare musica e, prima di tutto, ad approcciare la sperimentazione teatrale e vocale. Dal 2015 ho iniziato ad appassionarmi alla composizione di brani sperimentali tramite l’uso del computer e dei synth. Mi sono trovato subito catapultato in esperienze affascinanti, sia come attore che come compositore ambient, anche all’estero. Alcuni dei miei attuali riferimenti musicali sono: Aphex Twin, Pete Namlook, Klaus Schulze ed Autechre.La mia creatività è stimolata dall’esplorazione di mondi magici in realtà alternative. Per dirla alla Star trek, si tratta di viaggi verso spazi incontaminati “per arrivare là dove nessuno è mai giunto prima”.
Trovo che la cura della parola sia particolarmente attenta, perseguite una ricerca in questa direzione?
Donatella: Qui rispondo io, occupandomi di parola, linguaggi e testi. Nei miei progetti sperimentali c’è sicuramente cura nella ricerca e nell’uso della parola, ma più ampiamente dei vari linguaggi che utilizzo. Ovvero, mi avvalgo spesso di quello che io chiamo “linguaggio arcano”, cioè linguaggi inventati che richiamano il primordiale nominare le cose nella notte dei tempi, sia essa considerata agli albori dell’umanità, o alla nascita del singolo individuo. Si tratta di linguaggi interiori, profondi, il termine “arcano” non è a caso. Rompo il limite tra parola ,verso, suono, così come lo spezzo tra voce cantata, recitata, lamento, sussurro, ecc. Per quanto riguarda la parola “consueta” invece io scrivo testi poetici che talvolta utilizzo. Lo stesso vale per i testi di altri autori, noti e meno noti. Ho creato molti brani su poesie e canzoni di Gabriele D’Annunzio, che trovo dai contenuti “arcani” estremamente profondi e dalla musicalità più unica che rara. Ho fatto e continuerò a creare brani con parti della Divina Commedia di Dante Alighieri, utilizzando la tecnica in tutti questi casi del “recitar cantando”, sebbene ricreata da me con polifonie vocali e giochi continui di voci sovraincise. Nell’ambito sperimentale raramente ho usato altre lingue, o utilizzo la mia lingua madre e possibilmente nella sua accezione più alta, o i linguaggi della mia anima.
Nei testi ci sono riferimenti alla natura, elementi esoterici, accenni personali. Come riuscite a tenere in equilibrio questi elementi?
Donatella: Nessuna difficoltà di equilibrio, nel creare mettiamo noi stessi, le nostre passioni e la nostra creatività. Tutto fluisce in modo naturale, senza dover faticare in alcun modo ad architettare alcunché di complicato. Per me la sperimentazione artistica è un atto sacro, ovvero che mi coinvolge nel profondo e cerco così di evolvere e trasformare me stessa, incontrando non solo i miei sogni, ma anche i miei incubi, luci e tenebre insieme, lasciando che l’atto poetico trasformi e lasci fluire. La mia ricerca, sia nell’atto creativo, che come insegnante, ha una finalità trasformativa che parte dal profondo. Non è intrattenimento. Non è nemmeno un atto politico o sociale, è prima di tutto interiore, diretto a me stessa ed a tutto ciò che esiste. Solo partendo dalla trasformazione di sé si potrà cambiare il mondo. Solo trasformando il linguaggio posso trasformare il mio modo di vedere la realtà e la realtà stessa, ammesso e non concesso che essa sia altro da me. E’ un discorso lungo, ma auspico di avere sintetizzato il concetto. Non stiamo parlando né di un freddo esercizio intellettuale o egoico, né di un gioco “a fare cose strane”, stiamo parlando di una ricerca immensa, nella quale sento di muovere solo i primi passi, anche se mi dedico a ciò ormai da diversi anni. E poi vorrei aggiungere che purtroppo non esistono molti spazi per parlare di queste cose. Già stiamo trattando un tipo di arte senza un nome, figuriamoci se c’è reale richiesta di spettacoli, o spazi di condivisione. Ho fatto alcune conferenze di persona e trasmissioni web, ma c’è poco dialogo e, mi dispiace dirlo, anche fra gli artisti stessi. Per fortuna invece trovo molto interesse e curiosità fra alcuni appassionati allievi.
La musica richiama ambiti diversi che spaziano dalla darkwave fino al jazz e alla sperimentazione di artisti come Laurie Anderson e Diamanda Galas. Scelta impegnativa in un mercato sempre più semplicistico. Cosa pensate del panorama italiano?
Donatella: Se intendi il panorama musicale italiano in generale, citando appunto un mercato semplicistico, mi viene da pensare subito alla realtà commerciale attuale e sinceramente, cosa vuoi che ne pensi? Male, o meglio, non ne penso! Non seguo nulla, mi disinteresso, non mi appartiene. Io faccio altro, non mi occupo di intrattenimento, di canzonette, di talent (che detesto) e ciò che passano alla radio, alla TV, ecc. Nel passato (remoto) era diverso: l’Italia non ha sfornato solo folklore e musica “facile” fatta per vendere, bensì anche grandi artisti, ma non è questione di oggi. Per quanto riguarda il mondo “underground”, sempre riferendomi al presente, c’è un enorme calderone fatto di tutto, dalle realtà più dilettantesche atte a copiare il passato e non creare nulla di nuovo, fino a preziosi tesori che in pochi conoscono. Io ho avuto ed ho la gioia e l’onore di collaborare con artisti di musica sperimentale di grande livello, alcuni dei quali noti più all’estero che in Italia ed altri conosciuti solo da una cerchia di appassionati. Sul fronte di ciò che faccio esattamente io, sia a livello vocale/canoro, che come creazione a 360 gradi del proprio mondo creativo, in Italia non conosco nessuno. Non dico che non esistano altri che facciano ciò, ma non ne conosco. Non mi è mai capitato di poter collaborare con un cantante o un attore che abbia dato vita ad una propria realtà non definibile e complessa. C’è però un problema di fondo: non esistono reali canali di comunicazione su questo, come già accennato. Auspico in futuro sboccino maggiori possibilità di scambio e confronto in tal senso. Alessandro: Cosa ne penso del panorama italiano … sono totalmente d’accordo con quello che ha affermato Donatella. Esistono pochi e nascosti artisti degni di nota sul fronte non commerciale. Mentre dal punto di vista più vasto e conosciuto del cosiddetto mercato musicale pop, rock, ecc. nostrano: non lo seguo, ne prendo le distanze e non mi interessa.
Un aspetto evidente è quello teatrale, performativo e i vostri live sono sempre accompagnati da performance artistiche. Testi, musica e performance sono un’unica visione quando create?
Alessandro: Io mi occupo di creare le mie atmosfere sonore, dopo di che Donatella mette insieme tutte le varie parti (scene, voci, testi, movimento, trucco, ecc.). Ovviamente subentro io stesso nella creazione del tutto e mi inserisco anche come mimo, talvolta “vocalizzatore” ed altri ruoli di scena che costruiamo assieme. Le mie atmosfere sonore sono in parte pre-registrate, in parte eseguite dal vivo, dipende dalla situazione e da svariati elementi tecnici. Donatella: E’ difficile per me descrivere come procedo quando creano uno spettacolo, in quanto è l’intuizione il motore creativo, mentre l’aspetto razionale è il coordinatore dell’aspetto tecnico. Solitamente ho un tema di base (la follia, un viaggio onirico, o altro su cui decido di incentrare il lavoro) , quindi inizio dalle musiche. Negli spettacoli di Alchimia Nova sono quasi tutte atmosfere sonore di Alessandro, mentre in Dea Luna/Voce Sacra utilizziamo anche musiche di altri artisti con cui collaboriamo ed altro che scegliamo e possiamo utilizzare. Quindi faccio un mix sonoro di tutta la durata di uno di questi show (non c’è mai silenzio, o in rarissimi casi). Mentre unisco le musiche immagino le scene, provo con la voce, creo vocalmente e fisicamente e faccio evolvere il concetto che voglio portare avanti in questo modo, fino a giungere al finale. Spesso abbiamo ospiti in scena (solitamente miei allievi di ottimo livello) e la loro presenza all’interno della performance è inserita con lo stesso criterio. Peraltro Alessandro stesso è attore in scena, il suo ruolo non è solamente legato alla creazione dei brani. Voglio sottolineare un mio e nostro marchio di fabbrica: non esiste mai un’esibizione uguale ad un’altra, ogni singolo evento è costruito da zero e sarà unico ed irripetibile. All’interno dello spettacolo si vive un flusso creativo che spazia senza interruzioni fra tipi di linguaggi che evolvono e si articolano fra loro senza separazione: recitato, cantato, vocalizzi, mimo, sonorità elettroniche, ecc. sono parte di un’unica danza. Chi vive l’esperienza di questi spettacoli come fruitore ne trarrà godimento solo se si abbandonerà a tale flusso, lasciandosi emozionare e coinvolgere e senza voler tentare di “capire” mentalmente qualcosa che da “capire” non è. L’abbandono è la via prescelta. Un abbandono che per me, invece, come artista, è perfetta sincronia fra emisfero cerebrale destro e sinistro, in una perfetta armonia fra creatività e libertà, insieme a razionalità e totale precisione esecutiva.
Un altro elemento ricorrente è un riferimento sottotraccia alla cultura dark. Cosa pensate di questa cultura ormai quasi scomparsa?
Donatella: La cosiddetta “sottocultura dark” è a me molto cara, essendomi immersa in essa totalmente durante la mia adolescenza. Però ciò che mi rimane oggi è la mia esperienza personale, ovvero ciò che mi ha dato e mi ha lasciato (molto!) ad ogni livello del mio vivere ed essere. Per quanto riguarda la scena attuale il discorso è complesso e richiederebbe una lunga trattazione, a mio avviso. Spero peraltro di non urtare persone che stimo nell’ambito, ma la mia opinione sulla cosiddetta scena attuale, almeno nella realtà milanese da me conosciuta, non è buona. Si risolve principalmente in serate in discoteca (sempre meno) che ho anche frequentato in prima persona e con grande divertimento, proponendo peraltro vari miei spettacoli (soprattutto all’epoca dell’uscita del libro “Creature Simili-Il dark a Milano negli anni ’80” di Simone Tosoni ed Emanuela Zuccalà, che segnò un periodo fiorente e bello). Però adesso il divertimento per me non c’è più, trovo che a livello di proposte non vi sia praticamente nulla di interessante. Voglio però sottolineare che ci sono alcuni cantanti e musicisti da me stimati che portano avanti (con passione e professionalità) questo stile stando molti passi avanti rispetto allo scenario generale. Sì, perché se parliamo di gruppi musicali nostrani attuali, escluse le suddette eccezioni, trattasi troppo spesso di un panorama dilettantesco ed imitativo che personalmente non apprezzo. Preferisco tenermi ciò che di buono questa cultura mi ha donato intimamente e profondamente. Alessandro: Concordo con Donatella, nella realtà italiana e, in particolare, milanese, unica da me attualmente conosciuta, ciò che viene proposto è qualche serata, dove le proposte dei DJ sono quasi tutte identiche e prive di fantasia. E’ sparito tutto della scena originale, si tratta di qualcosa di esibito in ambito notturno nelle discoteche, fine. Non esiste più l’aspetto rivoluzionario e di condivisione reale di una cultura, almeno per come la vedo io. Si tratta oltretutto di una realtà molto chiusa e conservatrice, non aperta a nuove proposte ed evoluzioni di genere, infatti col mio progetto ambient Spazio Profondo e proponendomi anni fa come DJ che non utilizzava playlists preconfezionate e tutte uguali, non ho mai trovato porte aperte in questo ambito. Ma la cosa non mi sconvolge ed ho diretto il mio interesse altrove. In verità mi sono negli anni completamente disinteressato a propormi come DJ, prediligendo lo studio e la creazione di miei brani personali, sia nei lavori con Donatella, che nel mio progetto solista, è qualcosa che mi dà immensamente più soddisfazione.
A cosa state lavorando attualmente e quali sorprese ci regalerete in futuro?
Alessandro: Da poco è uscito l’album del nostro progetto Alchimia Nova che porta lo stesso titolo. L’album è prodotto in Germania da Emerge, etichetta di Sascha Stadlrmeier (che conosciamo personalmente: grande artista in ambito sonoro sperimentale e promotore di una vera e propria rivoluzione culturale. Ci siamo esibiti più volte ad Augsburg presso eventi da lui organizzati con artisti di tutto il mondo). Sto autoproducendo il mio primo EP da solista per il mio progetto Spazio Profondo. Propongo da qualche tempo miei seminari per chi volesse muovere i primi passi nella creazione di atmosfere sonore di tipo ambient, o di altra tipologia e che non hanno un nome specifico. Donatella: Ale ha già detto del nostro album Alchimia Nova. Per il resto il periodo non è facile, soprattutto per i limiti nel poter creare e proporre performance live. Come Alchimia Nova abbiamo già sfornato nuovi brani anche dopo l’uscita del CD e stiamo elaborando nuove creazioni, anche con collaborazioni estere. Io personalmente vorrei fare un cortometraggio targato Alchimia Nova, ma abbiamo bisogno di tutto l’aspetto video. Mi piacerebbe creare una sorta di viaggio onirico dal vivo filmato. Sto per creare nuove produzioni soliste, ma non voglio dire nulla in merito, in quanto sono in un periodo di meditazione per estrapolare da me stessa nuovi modi espressivi vocali e non solo, senza ricalcare quanto già creato in questi anni. Una nota va al progetto Sarabande des Ténèbres che mi vede protagonista vocale insieme al maestro Alessandro Peroni, autore e musicista: abbiamo di recente inciso nuovamente i brani originali del progetto e stiamo per produrre nuovo materiale. Si tratta di un duo di musica elettronica con alti riferimenti culturali, da Bach a Shakespeare. La definizione di Peroni è “electro goth”, anche se spaziamo molto oltre. Auspico di riuscire anche a riprendere la mia attività di cantante jazz (che quest’anno in particolare, visti i molti limiti ad esibirsi dal vivo, è rimasta ferma, se non per mie incisioni), ma la mia formazione sperimentale ormai mi conduce a collaborare solo con musicisti assolutamente fuori da schemi preconfezionati ed aperti alla sperimentazione non tipica del genere. Da ultimo ma non per ultimo, continuo a proporre i miei corsi e laboratori teatrali, canori e sperimentali, diretti a chi non ha una visione stereotipata della musica e del linguaggio artistico e creativo in genere.
Concluderei con una riflessione molto personale ma che racconta tanto di voi come persone e che spero vogliate condividere con noi e cioè l’impegno favore degli animali senza una casa.
Insieme: Siamo entrambi volontari presso canili, gattili e rifugi. Fare volontariato con gli animali è per noi molto importante. Ogni giornata che si dedica a loro non è mai sprecata e si contribuisce a rendere migliore la loro vita con l’affetto, le passeggiate, le attività, il fare pulizia ed il contribuire a favorire adozioni consapevoli. Non abbiamo mai capito le persone che evitano questi luoghi, in quanto visti come realtà deprimenti. Troviamo che sia molto più triste non fare nulla! Ed è il momento che i luoghi di accoglienza di cani e gatti senza casa siano condivisi, vissuti dalle persone, al fine di fare cultura e prevenire il randagismo, gli abbandoni e divulgare conoscenze etologiche fondamentali. Il nostro fare volontariato è stato ed è nelle province di Milano, Varese e Novara, ovvero lontani dai continui problemi che devono affrontare i volontari in molte zone del sud Italia, quindi siamo in luoghi “privilegiati” in qualche modo, però anche dalle nostre parti ci siamo scontrati con situazioni difficili, qualche canile mal gestito ed il problema sempre più dilagante delle rinunce di proprietà, da noi molto diffuso. Consigliamo a tutti di fare questa esperienza, perché lo “sporcarsi le mani” in un canile o gattile ci riconnette con la realtà, favorisce l’empatia e si dà realmente una mano alle creature che ne hanno davvero bisogno. I nostri compagni di vita a quattro zampe sono sempre stati ex ospiti di questi luoghi ed anche attualmente lo sono. Per noi sono Maestri di vita e li amiamo moltissimo. Stiamo elaborando un nuovo progetto proprio per aiutare queste realtà, non sappiamo ancora esattamente in quale forma, ma presto sboccerà anche questa cosa.
Donatella Bartolomei: cantante, attrice, docente di queste materie e creatrice di progetti di sperimentazione vocale, teatrale, sonora e musicale sia a livello di spettacoli ed incisioni che come proposte di corsi e stage. Ha tre CD all’attivo fra cui “Sacra Dea” (solista) ed “Alchimia Nova” (con Alessandro Conedera), prodotti entrambi in Germania. Cantante di musica jazz e bossanova, spazia fra vari generi, dall’elettronica alla canzone d’autore. Come attrice teatrale e si occupa di reading sia creativo che tradizionale, scrive inoltre testi poetici e monologhi.
Alessandro Conedera: sperimentatore del suono mediante strumenti elettronici, sia come solista, che insieme a Donatella Bartolomei. Tutte le musiche dell’album e dell’intero progetto “Alchimia Nova” sono di sua creazione. Alessandro è anche attore e mimo sperimentale. E’ presente anche come “vocalizzatore” in vari brani ed in esibizioni live dei vari progetti nei quali è coinvolto. Propone da qualche tempo anche corsi e stage che riguardano la creazione di atmosfere “ambient”.
Links per ascolti:
ALCHIMIA NOVA (Donatella Bartolomei ed Alessandro Conedera):
Presentazione da youtube dell’album appena uscito, prodotto da Emerge: https://www.youtube.com/watch?v=WBNR7nGkQu0
VOCE SACRA/DEA LUNA (Donatella Bartolomei):
“Scibilì-Dark to Light” , dall’album “Sacra Dea” prodotto da Atemwerft :https://donatellabartolomei.bandcamp.com/track/scibili-spettri-2-darktolight-d-bartolomei
SPAZIO PROFONDO (Alessandro Conedera):
“Into V-Ger” : https://spaceambient.bandcamp.com/track/into-v-ger
Per contatti, mail : teatroblio@hotmail.it