È quasi matematico, ogni anno, tra tutte le novità del genere horror spuntano sempre nuovi titoli che vedono come protagonisti e carnefici gli animali. Non a caso è stato creato un sottogenere apposito chiamato eco-vengeance (letteralmente vendetta o punizione ecologica) che racchiude tutti quei film che raccontano una storia di ribellione e vendetta degli animali nei confronti dell’uomo.
Il mondo degli eco-vengeance è popolato da ogni genere di animale, mammiferi, rettili, pesci o insetti.
Da non confondere con il monster-movie che, aggiungendo l’elemento fantastico al sottogenere, dà vita a film popolati da animali con i superpoteri; ad esempio gorilla giganti (il primo ‘King Kong’ del 1933 ha dato seguito ad un filone ancora in attività), coccodrilli di dieci metri (‘Alligator’ del 1980), pesci carnivori geneticamente modificati per scopi bellici (‘Piraña’ del 1978), corpulente zecche assassine (‘Ticks – larve di sangue’ del 1993) o blatte grandi come un playmaker dell’NBA (‘Mimic’ del 1997, qui la recensione). La lista potrebbe continuare per diverse pagine.
Cronistoria del genere
Tralasciando i numerosi cloni possiamo concentrarci sui titoli che hanno lasciato il segno distinguendosi per la scelta dell’animale protagonista indiscusso dell’opera. Per maggiore semplicità escludiamo dalla lista tutti quelli caratterizzati dall’elemento fantastico che contraddistingue il monster-movie.
A questo punto possiamo considerare ‘Buana Devil’ di Arch Oboler del 1952 il primo film del genere eco-vegeance.
La storia racconta del massacro perpetuato da due leoni nell’Africa orientale ai danni di un gruppo di lavoratori indigeni che stavano costruendo una strada. Al di là della critica e del basso gradimento da parte del pubblico si tratta di uno dei primi film proiettati al cinema utilizzando la tecnologia degli stereogrammi o tridimensionale.
Tralasciando altri titoli di serie B non possiamo non citare uno dei più celebri lavori di Alfred Hitchcock, ‘Gli uccelli’ del 1963. Gli abitanti della bellissima San Francisco si ritrovano presto coinvolti in ripetuti attacchi dagli uccelli.
Nel 1975, un appena ventinovenne Stephen Spielberg gira ‘Lo squalo’ dando vita ad un franchise che conta quattro film e innumerevoli cloni. Da allora, quasi ogni anno, tendenzialmente nel periodo estivo, spunta in televisione o sul grande schermo un nuovo titolo che si ispira al film, vincitore di tre premi Oscar, che ha detenuto per diversi anni il record di incassi. ‘Lo squalo’ è il racconto di un enorme squalo bianco che inizia a collezionare vittime tra i bagnanti di un’inventata cittadina della Florida, Amity.
Seguendo la scia del successo del capolavoro di Spielberg spunta un anno dopo, nel 1976 ‘Grizzly – l’orso che uccide’ di William Girdler in cui un enorme orso di tre metri miete vittime in un parco nazionale degli Stati Uniti) e nel 1977, ‘L’orca assassina’ di Michael Anderson che racconta la vendetta di un’orca nei confronti degli assassini della sua compagna.
Nel 1978 il regista e sceneggiatore Irwin Allen dirige ‘Swarm – lo sciame che uccide’ in cui uno sciame di api africane, dopo aver decimato gli occupanti di una base americana, si dirige verso gli Stati Uniti.
In questa lista non poteva mancare ‘Cujo’ diretto nel 1983 da Lewis Teague. Tratto da un romanzo di Stephen King, racconta la storia di un docile cane di San Bernardo che dopo essere stato morso da un pipistrello idrofobo si trasforma in un killer spietato.
‘Rats – notte di terrore’ del 1984 (diretto da Bruno Mattei e Claudio Fragasso) racconta la storia di un gruppo di sopravvissuti ad un cataclisma nucleare che dovrà combattere contro un esercito di ratti particolarmente aggressivi.
Frank Marshall, regista e produttore cinematografico, ci scuote nel 1990 con il suo ‘Aracnofobia’. Una specie di ragno molto aggressiva viene importata involontariamente in California dove inizia a prolificare e a seminare morte.
Il regista Luis Llosa ci porta nel 1997 sul Rio delle Amazzoni con ‘Anaconda’. In un’area incontaminata della foresta tropicale vive una particolare specie di serpente che non gradisce la visita di una troupe televisiva intenta a girare un documentario. Il film, pur non ricevendo consensi dalla critica, ha dato vita ad altri tre sequel.
Nel 1999 il regista Steve Miner (‘Day of the dead’ del 2008) dà vita ad un nuovo franchise dirigendo il primo di ben quattro film: ‘Lake placid’. La storia è il racconto di un’adorabile vecchietta che passa le sue giornate nella sua casa sul lago a nutrire coccodrilli particolarmente corpulenti. Evidentemente il cibo offerto non basta più perché i coccodrilli iniziano a cacciare umani attorno al lago.
E alla fine tifiamo per gli animali
Non ci sono dubbi nell’affermare che questo genere ha un nutrito pubblico di follower. Lo dimostrano il numero sempre più crescente dei titoli in uscita e quello dei suoi eventuali sequel. Lo dimostra l’indice di gradimento e talvolta anche quello della critica. La paura che un animale si rivolti contro l’uomo è reale, spesso è una notizia di cronaca altre volte è solo una storia (comunque possibile) che ha fatto il giro del mondo.
La parte più curiosa che contraddistingue questi film è che nella maggioranza dei casi si fa il tifo per l’animale piuttosto che per l’uomo.
“La natura si riserva di infliggere ai suoi figli gli scherzi più terrificanti”
Thornton Wilder