E’ mancata la magia della piazza per Marina Café Noir, festival di letterature applicate che da 18 anni anima la città di Cagliari con incontri, reading, chiacchiere, mostre e musica attorno ai libri. Non è mancata però l’energia di Chourmo, l’associazione che anche quest’anno, nonostante il Covid-19 e nonostante le pesanti restrizioni che hanno vietato gli eventi in presenza, non ha voluto rinunciare al festival. Niente piazza dunque, ma oltre 25 mila spettatori che dal 17 al 19 dicembre (e nelle settimane precedenti con alcuni appuntamenti di anteprima) hanno seguito con puntualità e attenzione gli eventi trasmessi in streaming. E continuano a seguirli, visto che gli organizzatori hanno scelto di lasciare on line i video degli eventi sul sito web del Mcn.
“Bilancio positivo, per questo strano Marina Cafè Noir 2020 – ci ha detto Giacomo Casti, che con Donatella Mendolia, Franz Scanu e altri soci ha dato vita, 18 anni fa, al fortunato festival, il più longevo tra gli appuntamenti letterari in Sardegna. – Siamo contenti, perché anche in un momento incredibile come questo, in un anno come questo, siamo riusciti a realizzare MCN, un anno per noi dal valore simbolico, il diciottesimo, la diciottesima edizione e il conseguente ingresso nella età adulta, diremmo con facile gioco di parole. Stiamo diventando adulti in epoca di guerra, proseguendo con i paralleli forse un po’ azzardati, e speriamo che questo fortifichi, come dice da sempre il linguaggio comune. E speriamo anche che questa strana edizione ‘a porte chiuse’ rappresenti un unicum, nel nostro percorso”.
Tanti spettatori per gli appuntamenti dedicati all’antropologia, che hanno visto protagonisti Andrea Staid, Marco Aime, Franco La Cecla, Manuela Vinai e Amalia Rossi, molto seguiti gli incontri con gli ospiti internazionali come Alia Trabucco Zeran, Liz Moore e Jon Kalman Stefansson e con gli italiani come Andrea Pomella, Alessio Torino e Antonio Franchini, che ha ricordato il suo rapporto con lo scrittore cagliaritano Sergio Atzeni. Non sono mancati gli omaggi dedicati agli scrittori amati del festival come il cagliaritano Giorgio Todde, scomparso pochi mesi fa, e poi Jean Claude Izzo, padre putativo di Chourmo, e Luis Sepulveda, portato via dal Covid-19 lo scorso aprile. Tra le novità di questa edizione 2020, che aveva come tema “Nuovi mondi”, la fascia dedicata all’erotismo in letteratura con la lettura di brani dal Decameron di Boccaccio, da Marguerite Duras e Charles Bukowski. Un ruolo prezioso, come sempre, lo ha avuto la musica con i sardi Gavino Murgia, Roundella e La città di notte.
“Il bilancio, insomma, non può che essere positivo – conclude Casti – anche se la magia delle piazze e delle strade di Cagliari, da sempre scenari e per molti versi i veri protagonisti del Festival, quest’anno erano solo nella nostra mente e nell’arte dei suoi artisti. Sì, perché anche questo va detto: da Jacopo Cullin a Lia Careddu, da Mauro Palmas a Arrogalla, da Felice Montervino ai Dancefloor Stompers ciò che colpisce sempre molto è la qualità media altissima degli artisti cagliaritani e sardi in generale, cosa che dovremmo valorizzare sempre di più, a parer mio. E con questo vi saluto, e ci vediamo l’anno prossimo. In piazza”.