Io non credevo nemmeno che i The National avrebbero pubblicato un album nel 2023 (vedere qui e qui sempre e solo su NemesisMagazine) ed invece la band di Cincinnati capitanata (si scrive sempre così perdonatemi) da Matt Berninger arriva a due pubblicazioni full nel giro di soli nove mesi.
Non che creda che possano arrivare a tre pubblicazioni in un anno e, soprattutto, cui prodest, considerato che qualità è sempre meglio che quantità, per me che avrò sempre un posto privilegiato nel mio cuore per ‘Boxer’, loro quarto album, vedere una loro nuova uscita è sempre una piccola e affettuosa gioia.
Dodici brani, un’ora, stessa copertina di ‘First Two Pages Of Frankenstein’ ma a colori, c’è sempre Phoebe Bridgers, questa volta invece di Sufjan Stevens c’è Bon Iver (Justin Vernon) e completa la combo dei featuring Rosanne Cash (si si).
E, quindi, questa ora come passa? Passa bene, passa bene, e passerà più di una volta anche se alcuni picchi del passato non sembra di raggiungerli ormai più, non c’è niente da fare ed è cosi che va il mondo – penso a ‘Lemonworld’? oppure a tutto ‘Boxer’?
Me ne farò una ragione, non ci sono problemi, ma quindi perché negarci di continuare ad ascoltarli eliminando spazio alla spazzatura che circola indisturbata nell’etere? Ecco, se non perfetto, se non meraviglioso, se non innovativo, questo rimane un album dolce, malinconico, appassionato e languido, come da tradizione ‘The National’.
Ed è anche un’ottima scusa per riascoltare poi ‘Boxer’.
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