E’ capace di formulare testi perfetti ma talvolta completamente falsi, di restituire diagnosi su analisi mediche precise solo in apparenza, di elaborare tutto lo scibile umano (o quasi) per dare risposte a qualsiasi quesito usando però dati sensibili o tutelati. L’intelligenza artificiale fa parte delle nostre vite ormai da anni, ma solo di recente il dibattito su rischi e opportunità si è fatto urgente nell’opinione pubblica: sul tema si è aperto a Cagliari il FestivalScienza, evento dedicato alla divulgazione scientifica organizzato da Scienza Società Scienza giunto, quest’anno, alla sua edizione numero diciassette con il titolo “Contaminando”. Il calendario proseguirà all’Exmà di Cagliari fino a martedì 12 novembre con conferenze, libri, laboratori e mostre.
L’appuntamento con la conferenza inaugurale, ospitata nella bellissima sala del Rettorato in via Università nel cuore di Cagliari, si è aperto con il saluto del presidente dell’associazione Scienza Società Scienza Davide Peddis, della presidente onoraria Carla Romagnino, del Rettore dell’Università di Cagliari Francesco Mola e di rappresentanti delle istituzioni. Nell’anno in cui ben due premi Nobel, Fisica e Chimica, sono stati assegnati alle ricerche su Machine Learning e Reti neurali artificiali, la scelta dell’Intelligenza artificiale come tema di apertura è stata quasi obbligatoria: relatori delle prime conferenze due studiosi che hanno proposto una riflessione da punti di vista totalmente diversi, Gianfranco Pacchioni, chimico, e Marco Nobile, informatico.
Quando Primo Levi, sessant’anni, fa raccontava Chat Gpt e Metaverso
Pacchioni, professore ordinario di chimica dei materiali all’Università Milano Bicocca, membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei, della Academia Europea, della European Academy of Sciences e dell’Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere, ha presentato una curiosa lezione su Primo Levi scrittore intitolata “Dalla genetica all’intelligenza artificiale, le geniali intuizioni di Primo Levi sul destino dei sapiens”: “Conosciuto soprattutto per le sue opere sulla Shoa, Levi, che di professione era chimico, ha scritto anche racconti e testi divulgativi su materie diverse. Tra questi le raccolte di racconti ‘Storie naturali’ e ‘Vizio di forma’, che mostrano una grande sensibilità già allora su temi che oggi sono attualissimi”. Pacchioni mostra alcuni passi dei racconti “Il versificatore”, “Lieto fine”, “La misura della bellezza”, “L’ordine a buon mercato”, “I sintetici”, “Risvolto di copertina” e “Trattamento di quiescenza”: pubblicati tra il 1966 e il 1971, sembrano descrivere la realtà attuale tra software di riconoscimento facciale, algoritmi capaci di predire il comportamento umano, Chat GPT, stampanti 3D, realtà virtuale con visori immersivi e metaverso. Primo Levi non leggeva il futuro, avverte professor Pacchioni che al tema qualche anno fa ha dedicato un libro edito da Mondadori, “L’ultimo Sapiens. Viaggio al termine della nostra specie”, ma piuttosto aveva colto i pericoli di un rapidissimo progresso tecnologico sempre più difficile da controllare.
Ai, perché si e perché no
Rischi sempre più noti e definiti nel secondo intervento della serata dal titolo “Vantaggi e pericoli della moderna Intelligenza artificiale”: Marco Nobile, associato di Informatica presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e delegato della Rettrice per l’Innovazione Digitale, è esperto della creazione di sistemi di Ai per applicazioni biomedicali. Se è vero che l’uso dell’intelligenza artificiale generativa è sempre più diffuso anche come supporto alla scienza medica, è altrettanto vero che risposte apparentemente inattaccabili possono essere false, oppure avere la risposta giusta ma per i motivi sbagliati. Siamo poi sicuri che vogliamo sfruttare strumenti che usano in maniera illecita o poco trasparente i nostri dati sensibili e contenuti protetti dal diritto d’autore? Tanti gli aspetti positivi dell’intelligenza artificiale generativa, come la produzione di testi e riassunti, le traduzioni, la capacità di sintetizzare grandi quantità di contenuti, ma ci sono altrettanti aspetti negativi che non possiamo trascurare. In questo senso, ricorda Nobile, si muove l’Ai Office della Commissione europea che coinvolge tanti esperti in campi diversissimi e mira proprio a definire le pratiche per un buon utilizzo dell’intelligenza generativa. Di sicuro siamo ancora lontani dall’avere risposte e soluzioni su come applicare le nuove tecnologie alle nostre vite senza rischi, ma il confronto tra punti di vista diversi è sempre più prezioso per imparare a governarle e indirizzarle nel modo giusto.
La foto in evidenza è di Sietrich Steinmetz