Il verdetto è previsto nel 2026: tra un anno potremmo sapere se la Sardegna ospiterà l’Einstein Telescope, il grandioso progetto di ricerca che esplora le onde gravitazionali e ci farà conoscere e osservare l’universo come non lo abbiamo mai visto. La candidatura sarda con il sito di Sos Enattos a Lula, una miniera in cui fino al 1996 si estraevano piombo e zinco, è stata presentata ufficialmente dal Governo italiano e dalla Regione Sardegna il 6 giugno 2023 Istituto nazionale di astrofisica a Roma (ne abbiamo parlato qui con Matteo Serra, fisico e comunicatore per INFN).

Se la scelta della comunità scientifica ricadrà sul sito sardo, caratterizzato da profili ben definiti per silenzio e assenza di sismicità, l’Isola ospiterà il cantiere per la costruzione dell’infrastruttura, costituita da trenta chilometri di tubi sotto terra a una profondità di circa duecento metri sotto terra in grado di captare onde gravitazionali lontanissime fino al Big Bang, con sviluppi inimmaginabili nella scienza e importanti ricadute economiche e occupazionali in Sardegna e in Italia.

In attesa di conoscere quale sarà il sito destinato a ospitare il grandioso, potente interferometro di terza generazione, capace di catturare onde gravitazionali lontanissime, la squadra dell’Istituto nazionale di fisica nucleare continua a lavorare grazie a circa sessanta tra ricercatori e ricercatrici impegnati tra le Università di Cagliari e Sassari su diversi temi, tra cui la caratterizzazione del sito, la formazione, la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie, la costruzione di una squadra multidisciplinare.
Ne abbiamo parlato con Andrea Contu, responsabile scientifico per il team sardo dell’Einstein Telescope.
“Con le osservazioni fatte finora grazie ai radiotelescopi o ai telescopi ottici sulle onde elettromagnetiche si arriva a un punto della storia oscuro, in cui l’Universo era opaco alla radiazione luminosa – ha sottolineato Andrea Contu nell’intervista – le onde gravitazionali, invece, ci permettono di conoscere aspetti dell’Universo finora sconosciuti andando oltre a questo muro di opacità. Potremo osservare l’Universo avvicinandoci all’istante del Big Bang”.
Nella foto in evidenza un tunnel della miniera di Sos Enattos, ©INFN, Marco Sallese
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