Lo straordinario patrimonio culturale isolano segue i passi di danzatrici e danzatori di cinque compagnie internazionali e diventa anima e respiro di uno dei siti archeologici più suggestivi della Sardegna: Dancing Histor(y)es, progetto cofinanziato dall’Unione Europea, anima l’estate oristanese con tre giornate ricche di fascino e poesia. Da venerdì 12 a domenica 14 luglio Tharros, antico insediamento sul golfo di Oristano, ospiterà gli spettacoli prodotti dalla compagnia svedese IlDance e dai polacchi Polish Dance Theatre e una co-produzione italiana che vede insieme il Gruppo E-Motion, ASMED Balletto di Sardegna e la Compagnia Danza Estemporada; il progetto è nato dall’idea di cinque istituzioni culturali di Grecia, Italia, Serbia e Spagna, che coinvolge ben tredici partner di undici Nazioni, e di cui l’Associazione Enti Locali per le Attività Culturali e di Spettacolo in Sardegna è capofila.
A guidare gli spettacoli, un filo narrativo costruito nelle scorse settimane insieme alle comunità del territorio sulla drammaturgia ideata e scritta da Daniela Sari e Laura Sechi con tre workshop, della durata di tre giorni ciascuno, che ha coinvolto realtà locali, istituzioni, artigiani, musicisti per scegliere e scrivere le storie insieme alle comunità locali e contribuire alla creazione artistica delle compagnie. Tra i protagonisti che hanno affiancato il lavoro di danzatori, danzatrici, coreografi e coreografe ci sono le associazioni Is Curridoris, A sa crabarissa, Launeddas del Sinis, il maestro di launeddas Stefano Pinna, il maestro di organetto Giuliano Armas, la cantante Elena Ledda e il chitarrista Mauro Palmas, il Museo Civico di Cabras e il Museo diocesano di Oristano.
“Per capire fino in fondo il valore di un progetto come questo credo sia necessario coglierne la particolarità – sottolinea Daniela Sari. – ogni performance che le compagnie di danza coinvolte nei workshop porteranno in scena a Tharros è una creazione artistica originale nata dal lavoro fatto in questi mesi insieme alle comunità locali. Ogni gesto, ogni composizione musicale, ogni costume, ogni dettaglio coreografico sono frammenti di un racconto che abbiamo scritto insieme, ritrovando e riannodando i fili di molte storie. Ci sono le suggestioni raccontate da Is Curridoris, il rituale della corsa, i loro canti di fede per San Salvatore. Ci sono le meraviglie archeologiche, gli intrecci antichissimi di is fassonis, la vestizione degli abiti tradizionali e i colori dei fazzoletti dipinti nell’Ottocento dalle donne di Cabras. E poi il ballo sardo, il suono delle launeddas, ma anche il confronto con le scuole di danza e i laboratori di composizione e canto, trasformando la conoscenza in interazione, dialogo e preziosissimo scambio. Come dramaturgs abbiamo lavorato con l’obiettivo costante di andare oltre le impressioni superficiali, per entrare con curiosità e rispetto nel tessuto reale di questi luoghi così straordinari, ricevendo in cambio il permesso di vivere davvero, insieme agli artisti ospiti, la dimensione culturale e tradizionale, ma anche quotidiana, di comunità che riconoscono in Tharros la loro origine storica”.
Per Laura Sechi, Tharros non è stato solo il cuore ma soprattutto il punto di partenza di un percorso narrativo che segue i passi della storia: “Il racconto che abbiamo riportato in vita ci ha condotto dalla vecchia capitale, abbandonata per sfuggire agli attacchi dei pirati, sino alla fondazione di Oristano. Per questo, dopo la visita al Museo Civico di Cabras e l’incontro affascinante con i Giganti di Mont’e Prama, ci siamo spostati al Museo Diocesano di Oristano, spazio culturale di grande interesse e nella cui struttura sono inglobate le colonne di Tharros. Lì, accostando memorie diverse, siamo entrati nel mondo della Sartiglia per realizzare, tutti insieme, le rosette di stoffa che adornano i cavalli. E abbiamo continuato ad attraversare il tempo cercando, dentro il racconto che si andava formando, le voci dei più giovani. Con gli alunni dell’Istituto comprensivo di Cabras abbiamo aperto un dialogo, che riprenderemo per la prossima edizione, sul loro rapporto con il proprio territorio e la propria storia mentre con gli allievi del Liceo Artistico di Oristano abbiamo ragionato sulla percezione del valore di archeologia e arte, qui, nella costruzione del loro futuro. E futuro è stata anche la parola chiave della giornata dedicata ai dialoghi tra i ragazzi della Eolo Scuola Windsurf e i giocatori della Dinamo Basket sulla spiaggia di Torre Grande, osservando Tharros dall’altra parte del mare”.
Il risultato di questo suggestivo processo creativo avrà come sfondo il sito archeologico di Tharros: venerdì 12 luglio alle 18 e alle 19 Giovanni Karol Borriello, Chiara Mameli, Cristian Pagliaro, Noemi Sanna, Antonio Taurino e Sofia Zanetti saranno i protagonisti di “BT’LNM (battê ‘allōnīm) – Le case degli dei” realizzato da Gruppo E-Motion, ASMED Balletto di Sardegna e la Compagnia Danza Estemporada su concept e coreografia di Mario Coccetti, Francesca La Cava e Livia Lepri accompagnato dal live elettroacustico di Marco Ariano (Carlo Argiolas intervista qui Francesca La Cava); lo stesso giorno alle 18.30 e alle 19.30 vedremo “Living in Tophet” della compagnia svedese ilDance con concept e coreografia di Israel Aloni con i danzatori Arunas Mozuraitis, Victor Persson, Elias Kraft, Elias Khanamidi. Sabato 13 alle 18 e alle 19 si replica “ BT’LNM”, alle 18.30 e 19.30 va in scena la Polish Dance Theatre con “Echoes of dust – Echi della polvere” con la direzione artistica di Aleksandra Brzezowska e le danzatrici Aleksandra Brzezowska, Dominika Babiarz, Agnieszka Wolna-Bartosi.
A completare il programma di Dancing Histor(y)es, sabato alle 21 lo spettacolo “La danza dell’acqua” della compagnia Mvula Sungani Physical Dance (Nemesis Magazine lo ha intervistato qui la scorsa primavera) con Emanuela Bianchini e Damiano Grifoni insieme ai solisti della compagnia; e domenica alle 18 e alle 19 “Chronowaves” dei bulgari Derida Dance Center con i danzatori Filip Milanov, Mihail Bonev and Stefan Vuchov sulla coreografia di Jivko Jeliazkov.