Dopo la partecipazione alla competizione internazionale del cinema di Venezia nella sezione ‘Giornate degli autori’ (ne abbiamo parlato QUI con tutti i dettagli), ‘Bentu‘, ultimo lavoro del regista sardo Salvatore Mereu, giunge alla sua première mercoledì 14 settembre all’Ex Manifattura Tabacchi Cagliari, per poi arrivare dritto nelle sale cinematografiche.
La proiezione, all’interno della 30 esima edizione della rassegna cinematografica ‘Nottetempo’, è stata anticipata da una conferenza stampa con il regista e il cast disponibili a rispondere alle curiosità dei giornalisti.
Liberamente tratto dal libro di Antonio Cossu, ‘Il vento altri racconti’ la trasposizione in film risulta ben riuscita e conquista il plauso del pubblico. Due i protagonisti in scena: il vecchio Raffaele è interpretato da Peppeddu Cuccu, che torna davanti alla macchina da presa 60 anni dopo aver dato il volto al bambino di “Banditi a Orgosolo”, mentre il piccolo Angelino è Giovanni Porcu.
Già dalle prime scene del film, prodotto da Viacolvento e Isre e con il supporto della Fondazione Sardegna Film Commission, è chiaro che il ritmo sarà scandito da alcuni punti fermi ricorrenti: l’acqua, il fuoco, il grano, il vento. L’accuratezza dei dettagli è la contropartita per i tempi dilatati, rappresentativi di un mondo passato e riflessivo. Le ambientazioni in assolati campi di grano portano lo spettatore a riconoscere panorami estivi che si potrebbero riferire a qualunque passato e ai racconti di nonni o genitori di tempi non troppo lontani. Ed è proprio la contrapposizione tra tradizione e futuro che incombe, a scandire l’arco temporale di riferimento, senza forzature.
La sensazione di attesa, e una promessa che aleggia nell’aria, si possono considerare costanti del film.
Nato come esercitazione didattica del corso di studi universitario in Produzione Multimediale dell’Università di Cagliari, il docente Antioco Floris lo presenta come “un film che durerà nel tempo”. Citando Jean-Luc Godard, scomparso proprio pochi giorni fa, che parlava di arrotolamento tra visibile e invisibile, cataloga il film tra quelli in grado di mostrare l’invisibile, toccando alcune corde in grado di trasportare il pubblico.
Come il vento, che nella pellicola fa la sua comparsa rendendolo, seppure intangibile, il personaggio che tutti attendevano, un provvidenziale volo di fenicotteri sopra lo schermo impreziosisce la visione del film, confermando le parole di Mereu: “Il cinema è un rito che non può essere sostituito con la visione da casa”.
Accorato l’invito a tornare nelle sale come omaggio alle pellicole per “non perdere il rituale collettivo della visione in sala”. Aggiunge poi: “vedere questo film a casa sarebbe come guardare un animale in gabbia”