La cultura accessibile a tutti e tutte senza limiti è un’utopia ancora oggi. Ma c’è chi questi limiti cerca di abbatterli quotidianamente con azioni lente ma efficaci. Tra queste c’è la realtà di Inmediazione, associazione di promozione sociale nata a Cagliari nove anni fa con l’obiettivo di creare momenti di approfondimento e confronto su temi sociali come immigrazione, disabilità e autismo, cultura sorda e sostenibilità ambientale. L’ultima idea è quella dei percorsi culturali con la lingua dei segni, idea nata da Maria Paola Casula, socia fondatrice di InMediazione e intreprete Lis, e Federica Marrocu, guida turistica: insieme hanno organizzato lo scorso 4 dicembre un tour tradotto contemporaneamente anche in Lis, la lingua convenzionalmente usata per le persone sorde.
Il primo esperimento è stato un successo: la visita, partita da piazza Aquilino Cannas, suggestiva terrazza da cui si osserva tutto il Golfo di Cagliari e la laguna di Santa Gilla, ha attraversato il quartiere storico di Castello alla ricerca di storie insolite della storia cagliaritana. Il racconto in italiano è stata contemporaneamente interpretato in Lis.
“Le persone sorde hanno accesso ai servizi essenziali – ci ha detto Federica Marrocu, che oltre ad aver studiato Beni culturali e aver preso il patentino regionale come guida turistica ha imparato la lingua dei segni – ma esiste un grande problema sulla fruizione della cultura. Mentre le barriere architettoniche possono essere rimosse, su quelle culturali c’è tanto da lavorare. I sordi possono andare a teatro, luogo in cui si può cogliere la bellezza oggettiva di uno spettacolo e forse leggere il labiale degli interpreti, ma non al cinema dato che non esistono proiezioni con traduzioni in Lis, e nei musei è difficile poter godere di tutti i contenuti, a meno che non esistano guide e prodotti confezionati su misura. Abbiamo pensato dunque di venire incontro a questa esigenza, e anche di fare un passo oltre: creare visite guidate tradotte anche nella Lis ma aperte a tutti, non contenuti ad hoc, magari occasionalmente gratuiti o semplificati, ma servizi culturali di qualità con professionisti. Solo così si creano reali contesti di integrazione e occasioni di incontro e conoscenza”.
L’idea è nata durante le riprese di “Con la S maiuscola”, documentario di 40 minuti realizzato da InMediazione all’interno del progetto “Un ponte tra due mondi” finanziato dalla Chiesa Valdese, che racconta il quotidiano di quattro persone sorde tra famiglia, lavoro, interessi e tempo libero.
Nella creazione del documentario, diretto da Marco Spanu e Roberto Farace, un gruppo di visitatori sordi è stato accompagnato dalla guida turistica alla scoperta dei luoghi più insoliti della città. “Da qui l’intento di ripetere l’esperienza e aprirla a tutti – ha sottolineato ancora Federica Marrocu – io ho raccontato storie e monumenti, Maria Paola Casula contemporaneamente ha tradotto in Lis”.
“Oltre alle barriere architettoniche – sottolinea Maria Paola Casula – ci sono tante altre barriere, spesso invisibili. Una di queste è la scarsa conoscenza del mondo delle persone sorde e in generale di tutte le persone con disabilità, a partire dalla scuola. Solo con l’incontro e la condivisione si possono sconfiggere i luoghi comuni e creare una vera consapevolezza della realtà in cui viviamo”.