Sempre inaspettatamente, sempre colti di sorpresa, siamo noi, quando Burial, William Emmanuel Bevan, esce allo scoperto con una nuova produzione.
Già avevamo parlato del precedente lavoro in collaborazione con Blackdown – qui – ma questa volta ‘Streetlands’ porta la sua unica firma.
Tre tracce per più di trenta minuti ricordarci che ‘Burial’ è vivo e naviga nella notte ma arrivando anche a scorgere l’alba, i suoi primi tepori, con un incedere sempre lento ma ora non solo malinconico e solitario, accompagnato dal sempre eterno fruscio di vinile che lo accompagna da sempre e che ormai è parte anche di noi
‘Hospital Chapel’ è l’intro oscura che ci accompagna nella discesa vero la notte, lenta, inesorabile, dilatata, con una unica piccola e flebile speranza che si lascia intravedere verso la fine, mentre ‘Streetlands’ attraverso le sue prime note di piano, il clack graffiante, ci riporta alle atmosfere da megalopoli addolcite da campionamenti vocali quasi come se fossimo riusciti ad isolarci e trovare delle oasi nascoste tra il cemento e l’acciaio. Sempre avvolti in un ambiente SciFi, ‘Streetlands’ si chiude aprendo totalmente le sue onde sonore riportandoci ai temi visti prima della ascesa, quasi fossimo in una personale ‘Divina Commedia’
‘Exokind’ è il Paradiso di questa triade, l’ascesa verso un mondo nuovo lisergico, irrorato di luci, sincopato e vivo.
Burial è tornato, rimane se stesso ma si evolve verso la luce.
ASCOLTA ‘STREETLANDS’ SU SPOTIFY
GUARDA IL VIDEO DI ‘HER REVOLUTION’ DI BURIAL, THOM YORKE & FOUR TET SU YOUTUBE