Una visione da un mondo all’altro: il trapasso di un confine tra la condizione umana e lo stato di natura, tra vita e morte in un continuo lasciarsi andare e poi tornare a riprendersi. È un’istantanea di Keshin, spettacolo portato in scena giovedì scorso a Cagliari alla Manifattura Tabacchi per la prima volta in Italia dall’attrice giapponese Michida Iida del Dondoro Theatre, ospite di punta di ANIMA IF.
Un evento eccezionale al festival internazionale del teatro di figura targato Is Mascareddas. Già una ventina di anni fa la compagnia di Tonino Murru e Donatella Pau aveva portato in Sardegna il maestro di Michida Iida, Hoichi Okamoto (1947 – 2011), autore dello spettacolo, fondatore della compagnia Dondoro: un artista culto, tra i più grandi maestri del teatro d’animazione contemporaneo.
Keshin prende spunto da una fiaba tradizionale nipponica: una fanciulla va nel bosco e sparisce. Si pensa che vi sia la mano dello spirito del bosco, che assume le sembianze di una volpe. Un po’ una Laura Palmer ante litteram, ma, in questo caso, lo spirito del bosco non è cattivo, rappresenta la natura che abbraccia in una danza ipnotica la ragazza.
La messa in scena. La fanciulla è una marionetta a grandezza d’uomo. Una creatura di legno con vita propria fin dal primo momento in cui appare in scena, seduta in mezzo al bosco. Lo spettacolo è stato più volte rappresentato dentro un bosco vero. Qui, all’interno di un magazzino della Manifattura, il risultato è sorprendente: si è immersi da subito nel bosco con la visione da lontano della ragazza marionetta sulle note di una musica ispirata alle tradizionali sonorità Shintoiste, che sottolineano la sacralità dell’incontro con lo spirito del bosco fatto a volpe.
È sorprendente anche come il viso della marionetta assuma diverse espressioni a seconda dei gesti, delle azioni che l’animatrice, attrice, danzatrice e mimo le fa compiere, sparendo dietro di lei, come ogni bravo animatore sa fare. Questo è il risultato di un’antica tecnica di cesellamento del legno e di colorazione con polveri di madreperla.
La ragazza si muove da sola in scena, poi si mette a danzare con la volpe, che la prende in braccio, la sposta, la solleva in alto addormentata, la prende di nuovo in braccio e la fanciulla si risveglia. La lascia sola nel bosco, nella stessa posizione in cui l’ha trovata. La danza è eseguita con movimenti lenti, chirurgici e al tempo stesso fluidi. Il dramma, o meglio la visione, sgorga dal movimento.
AnimaIF prosegue fino a domenica 30 ottobre con altre meraviglie del teatro di figura contemporaneo, portate in scena da compagnie da Spagna,Francia e Italia e con un momento di approfondimento sull’arte del teatro di figura, della danza e sulle contaminazioni contemporanee. Sulla pagina Facebook di Is Mascareddas tutte le informazioni sul programma e gli aggiornamenti sugli spettacoli. Si raccomando la prenotazione dei biglietti.
Nell’immagine in evidenza uno foto di Alonso Crespo