E’ stata inaugurata il 26 ottobre a Quartu Sant’Elena, ex Convento dei Cappuccini, la mostra fotografica di Giovanni Coda “NostraSanctissima”, seconda parte di un progetto che comprende una serie di oltre trenta opere realizzate a marzo 2020 durante il periodo di lockdown e l’isolamento forzato causato dalla pandemia.
L’occhio attento e la sensibilità di Coda, regista e fotografo pluripremiato, hanno voluto cogliere le atmosfere surreali e rarefatte di quei mesi di chiusure forzate attraverso una serie di fotografie, realizzate insieme a Carla Pisu e al Collettivo NostraSanctissima. Il progetto, a cura di Roberta Vanali, critica e curatrice d’arte contemporanea, sarà visitabile fino al 20 novembre con ingresso gratuito e aperto a tutti.
Nature morte dai toni psichedelici, fiori brillanti che si sovrappongono, cipolle, banane, gerbere trasformate in corteo, duplicate con richiami al pop di Andy Warhol per raccontare una sospensione del tempo che costringe a soffermare lo sguardo nell’ambiente domestico, fino a replicarlo all’infinito.
“Chiusi in casa con l’unico sfogo diviso tra cibo, web e social media era necessario reinventare un set dove poter affrontare e possibilmente dissipare l’angoscia che la rapidità con cui si sono palesate le restrizioni stava facendo salire in tutti noi – racconta Giovanni Coda. – Gli oggetti che compongono la casa diventano così soggetti utili per definire quei giorni. Sono oggetti, ma si traducono in soggetti e simboli che rappresentano quei momenti difficili, legati soprattutto al cibo e alla spesa, unica possibilità d’aria che ci era concessa per uscire di casa. Verza, limone, cipolle, la pasta fatta in casa, i girasoli e le calle che lentamente appassiscono, gli uccelli che si librano in alto, liberi, sopra la mia terrazza. Gli oggetti domestici a cui solitamente non diamo attenzione prendono nuova vita, si trasformano in oggetti d’arte. L’arte ci è stata di grande aiuto, e abbiamo messo a disposizione la nostra creatività per trascendere la sofferenza, esorcizzare e trasformare il malessere causato dall’isolamento in un nuovo racconto”.
Fanno parte dell’esposizione fotografica e del progetto “NostraSanctissima” anche una serie di vedute riprese dalla finestra, prevalentemente al tramonto, che immortalano sagome di uccelli che col loro volo spezzano l’infinito, modificate digitalmente per individuarne la traiettoria. Mentre sinuose calle, colte in terrazza, si concedono allo sguardo del Collettivo che le monitora vigorose e austere in tutto il ciclo della loro effimera vita.
Il progetto, sostenuto dalla Regione Sardegna, Comune di Quartu Sant’Elena, Fondazione di Sardegna e Sardegna Film Commission, è organizzato dall’associazione Labor e rientra nella programmazione della 27° edizione del V-Art Festival Internazionale Immagine d’Autore.
Fino ad avvizzire pian piano e lentamente morire. “NostraSanctissima compie una magia alchemica davanti ai nostri occhi. Trasforma la materia laddove incontra il colore, la trasfigura fino a tradurla in potente icona. Così come avviene al di là del mare cristallino, in quel paradiso naturale che è il Parco di Molentargius, raggiunto alla prima concessione di una boccata d’aria, abitato da fenicotteri che s’impongono allo sguardo, come presenze immobili consapevoli del loro fascino” – commenta Vanali. Un’operazione artistica che nasce dall’impulso di documentare lo stato di sospensione forzata, vissuto in quest’epoca straziante, e sondare l’organizzazione di nuovi modi di vivere la quotidianità “con immagini dal forte impatto visivo ed emozionale e quel senso di attesa e dilatazione infinita che evidenzia un’epoca che passerà drammaticamente alla storia come una delle più devastanti per l’intera umanità”, sottolinea la curatrice della mostra.