Oggi sono dieci anni che quel docente gentile, disponibile e preparato manca dall’Università di Cagliari. L’11 gennaio 2012 Roberto Coroneo, docente di storia dell’arte medievale, se ne è andato lasciando un vuoto che difficilmente potrà essere colmato perché, al di là, della preparazione che lo contraddistingueva, era il suo carattere a fare la differenza.
Lo ricordo appena mi sono iscritto come accogliente, sorridente e pacato. Tra i pochi disposti a spendere due parole in più per orientare al meglio gli studenti, consigliare libri e chiarire punti oscuri del programma. Tra i pochi disposti a prestare i propri libri. Una mattina, io studiavo in aula lettura, entrò e mi fece cenno di uscire. Un po’ allarmato, dato che il mio appello per l‘esame si avvicinava e temevo spostamenti a data da destinarsi, mi avvicinai. Aveva un cofanetto di cd di Lydia Lunch: “Ho pensato di prestarteli, di sicuro la conosci e ti piace”. Questo era il Roberto Coroneo che tutti noi che abbiamo frequentato in quegli anni abbiamo conosciuto e stimato: una persona generosa disposta a condividere musica e altri interessi extra universitari per stabilire dialogo e rapporti umani sinceri e amichevoli. Puntualità nello svolgere le lezioni, capacità di incuriosire, passione erano gli ingredienti di lezioni curate e piacevoli alla scoperta del Romanico e del Gotico nelle loro affascinanti declinazioni.
Il suo amore per la Sardegna lo ha mosso a coinvolgere studenti, ricercatori, divulgatori in progetti, pubblicazioni, convegni, con un’ottica corale e mai auto celebrativa, all’insegna della scoperta e mai dell’interesse personale. Questa sua naturale e apprezzata modestia ha lasciato all’Università un segno indelebile e ha fatto sì che colleghi e studenti lo ricordassero con iniziative di commemorazione, con l’intitolazione dell’aula in cui teneva lezione, con giornate di studio e anche la pubblicazione di un volume a lui dedicato “Itinerando, senza confini dalla preistoria a oggi” curato dalla collega e amica Rossana Martorelli.
Tra i pregi che gli vengono riconosciuti io voglio ricordarne uno a me particolarmente caro: la capacità di comunicare. Non intendo solo l’abilità di coinvolgere gli studenti e trasmettere loro entusiasmo ma proprio la volontà, precisa e programmatica, di liberare il sapere dalle aule e portarlo nella vita, nelle strade, in condivisione, con linguaggi adatti a tutti.
Una persona colta è più responsabile del patrimonio culturale che la circonda, più disposta a difenderlo e a raccontarlo. Questa verità Roberto la aveva fatta sua molto presto, sperando di avere una lunga strada da percorrere in quella direzione.
Purtroppo questo suo punto di vista così illuminato per i tempi, così raro ancora ai nostri, è rimasto agli albori del suo essere perché ci ha lasciato. Ma se è vero che la sua scomparsa prematura e ingiusta ci ha privato di una mente brillante è anche vero che il suo exemplum, per dirla alla latina, continua a stimolare e commuovere.