Non sono Cassandra perché so che mi credete, e infatti ci troviamo ancora una volta a concatenare le notizie per creare dei fili rossi che legano la storia di capitoli musicali attraverso questi articoli, mantenendo un flusso coerente e magari creando anche una certa attesa.
Dopo averne quindi già scritto qua, ecco che finalmente il nuovo album dei canadesi TR/ST (in realtà Robert Alfons tuttofare) arriva alle stampe, agli stream, ai nostri neuroni per via audio od ossea, insomma, per come vogliamo noi. Da febbraio a settembre il cammino è stato lungo ma sicuramente utile a mettere a frutto un album corposo, che danza soavemente tra l’oscurità ed il synth pop, che porta a corredo tante candidate a remix da perderne il conto ma tra cui sicuramente spiccano ‘All At Once’ e ‘The Shore’ o la strumentale ‘Clowned’
Ma lo psicodramma soft onirico – la vera ratio di oggi – non si esaurisce al dancefloor, sono tanti i momenti in cui Alfons lascia quasi spazio più alla recitazione, all’ambient, come in ‘Dark Day’ e nella conclusiva ‘Ware’ per scavare a fondo.
Un nuovo capitolo della storia TR / ST, il quarto per la precisione, più profondo, più intimista e sempre di grande livello
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