Ad avercene di artisti come Cosmo in Italia, ad avercene perché in questo momento storico ne mancano veramente, ne mancano di artisti che portano avanti un percorso da indipendenti, che guidano e che spesso non vengono capiti, che portano messaggi con cui essere d’accordo o anche no ma che non derivano dai soliti tre parolieri ormai rimasti in questo paese, che non sono strutturati su tre sample a caso ormai al livello di commodity, da canzonificio a flusso costante tutto uguale (Sanremo docet, che ci stia legittimamente bene o no)
D’altronde ne avevamo già parlato qua e, seppur con i suoi e nostri limiti, dettati più dall’ eccesso di coraggio che dalle capacità, anche questa volta, Cosmo rimane un’ Artista (con la A) da osservare e proteggere.
Sono limiti condivisi quelli che al momento circondano noi e l’artista, quelli per cui se porti avanti un discorso pop poi devono esserci solo melodie melense e testi inutili (il pop italiano attuale non giriamoci intorno), se invece l’elettronica entra prepotentemente nella forma canzone allora basterebbe quella e che non ci si permetta anche di affrontare argomenti delicati e personali
Invece no, Marco Jacopo Bianchi prosegue il suo percorso, che ha il suo personale coraggio di assemblare un album di undici canzoni e circa quaranta minuti in cui il suo background elettronico da rave, qui titolato molto più alla leggera rispetto al precedente album, ospita testi dolci, delicati, personali, da cantautore quale Marco è – ascoltare ‘Talponia’ e ‘L’Abbraccio’ per credere – ma poi torna a shakerarci in ‘Troppo Forte’ – ovvero la hit dell’album – e ci accompagna in questo viaggio dolce e sincopato allo stesso tempo.
Forse un album che a volte rischia di avere momenti di leggera dispersione in cui il volo sul cavallo bianco diventa un po’ zoppicante ma provateci voi nel 2024 a portare avanti un percorso così personale, intelligente e rischioso e soprattutto fuori dalla vera confort zone di Cosmo che è quella live, nei club, in strada, dove, a questo punto, spero in potentissimi remix a supporto, dove ci possa essere veramente l’unione Ying Yang tra l’album pop da ascolto ed il suo gemello tremendo potenziato da lotta sonica.
Nel frattempo, grazie, Marco.
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