La tecnologia è un meraviglioso strumento che può contribuire a combattere le discriminazioni e i divari nei più svariati ambiti, sport compreso. Ne è esempio Touch2see, l’innovativo tablet touchscreen progettato appositamente per le persone con disabilità visiva che, grazie a questo dispositivo, possono vivere l’esperienza delle partite in modalità immersiva e senza barriere.
Pioniere di questa importante novità è il Cagliari Calcio: con il progetto BeAsOne, il club sardo ha introdotto per la prima volta lo strumento in Serie A il 29 novembre – con la descrizione audio di Radiolina – consacrando la partita in casa contro l’Hellas Verona come un capitolo rivoluzionario per le persone cieche e ipovedenti.
Touch2see è basato su un sistema che permette agli utenti di fruire delle informazioni in modalità live: il feedback tattile permette di percepire le vibrazioni – con differenti livelli di intensità – che avvengono sul campo in base alla potenza e alla tipologia delle varie azioni (ad esempio goal e falli), mentre un disco magnetico si muove in tempo reale sul dispositivo simulando la palla e consentendo ai tifosi di seguire con le dita ciò che avviene in simultanea.
Una riproduzione in miniatura della partita, dunque, che colma il gap sensoriale rendendo il gioco accessibile. Il test alla Unipol Domus ha avuto il supporto della Lega Serie A e di Hawk-Eye, azienda del gruppo Sony specializzata nella tecnologia di tracciamento del pallone e fornitrice di servizi tecnologici inerenti al campo.
“È pazzesco perché davvero in tempo reale” racconta in un video condiviso dal Cagliari Calcio Daniele Cassioli, campione paralimpico di sci nautico, dirigente sportivo e testimone esclusivo (in rappresentanza dell’Unione Italiana Ciechi) di questa importante innovazione. “La cosa bella – prosegue – è che tu tocchi la palla ma senti anche oltre ai giocatori e i rumori del pallone quello che dice il pubblico. È tutto un puzzle e questo puzzle è molto importante. Ringrazio di cuore il Cagliari Calcio per avermi coinvolto: è la prima volta che questo strumento viene testato nel nostro Paese. Sarà fighissimo vivere la partita perché l’inclusione è anche inventiva, è anche fantasia e ringrazio chi l’ha messa a nostra disposizione per poter vivere la partita e godere dello sport anche senza gli occhi”.
“Siamo orgogliosi di essere stati il primo club ad aver portato in Italia Touch2See, mettendo così un nuovo importante tassello nel cammino verso una sempre maggiore inclusione nel nostro stadio. Vedere il coinvolgimento dei ragazzi e la loro soddisfazione nel ‘guardare’ una partita attraverso un’esperienza sensoriale mai provata prima ci ripaga degli sforzi fatti grazie anche al fondamentale supporto della Lega Serie A che ha sposato senza indugio l’iniziativa” spiega Marco Zucca, responsabile Csr del Cagliari Calcio.
Soddisfazione anche da parte di Matteo Sechi, responsabile partnership della società: “Grazie, per questo, ai ragazzi che hanno prima pensato e poi tradotto in realtà uno strumento tecnologico di grande valore e inclusione sociale. Ad Arthur Chazelle, Alexandre Bédiguian, Charlotte Arnal: bravo et chapeau, les gars! E poi, ovviamente a tutto il team rossoblu che ha lavorato per fare in modo che Cagliari testasse, primo club in Serie A e in Italia, l’utilizzo di questo strumento. Anche questi sono pezzi del puzzle: Marco Zucca, Fabio Frongia, Corrado Pusceddu, Oliviero Addis”.
Gratificazione per l’iniziativa emerge anche dalle parole di Tommaso Giulini. Il presidente ha così commentato: “Un progetto fatto di passione, competenza e sensibilità. Complimenti Touch2See e Daniele Cassioli, un onore avervi ospitati, supportati e raccontati. Grazie a tutto il nostro team per aver reso possibili queste emozioni all’Unipol Domus”.
Nato nel 2022, Touch2see è stato ideato da Arthur Chazelle, giovane di Tolosa – fondatore dell’omonima startup – mosso dal desiderio di colmare il gap che si frappone tra le persone con disabilità visiva e il mondo sportivo. Il tablet è stato ispirato dal video virale di Cèsar Daza, un colombiano che ha descritto dettagliatamente una partita di calcio a una persona ipovedente servendosi di un modello in miniatura del campo da gioco. Dall’inventiva di Arthur e dal suo senso del sociale è sbocciato così questo progetto icona del progresso e del lato positivo della tecnologia: quella che lavora per arricchire il lato umano dello sport, per lottare contro i divari e abbracciare l’inclusione.