Il più grande archivio digitale di musica popolare e di protesta compie vent’anni. Per le due decadi di vita de ilDeposito.org il suo creatore, Sergio Durzu, assieme allo staff del sito hanno organizzato una sontuosa festa di compleanno, con incontri, presentazioni e ovviamente tanta musica, da cantare tutti assieme. Anzi, una doppia festa: perché un primo appuntamento “nazionale” si terrà a Empoli l’11 e il 12 ottobre, mentre una seconda festa è in via di organizzazione in Sardegna. Perché è proprio nell’isola che ilDeposito.org ha mossi i suoi passi.
Due decenni in cui l’archivio di musica popolare e di protesta, nato per una passione personale del suo creatore, si è evoluto, è cambiato, senza mai perdere di vista l’orizzonte: raccogliere, catalogare e mettere a disposizione di tutti, gratuitamente, testi e accordi delle canzoni che hanno accompagnato il lavoro nei campi e nelle officine, chi combatteva nelle trincee, sui monti, nelle città e raccontato fatti e personaggi salienti dell’Ottocento e del Novecento.
Nemesis Magazine ha fatto una chiacchierata con Sergio Durzu per sapere di più sulla festa e su ilDeposito.org
Sergio, cosa si festeggia?
I vent’anni di “onorata carriera” de ilDeposito.org, che è nato il 4 ottobre del 2004 per opera mia. Era da un po’ di tempo che non organizzavamo raduni legati al sito, quindi ho pensato di organizzarne uno assieme agli “amici del Deposito”: associazioni, gruppi che ci hanno seguito in questi anni.
Perché proprio a Empoli?
Perché lì c’è l’associazione “Canto rovesciato” con cui siamo in contatto da molti anni, che si è resa disponibile a collaborare per organizzare le due giornate.
In che cosa consisterà la festa?
Venerdì 11 ci sarà un aperitivo al dopolavoro ferroviario di Empoli e a seguire un concerto di Alessio Lega e Guido Baldoni (il figlio di Enzo, il giornalista assassinato in Iraq nel 2004 da un gruppo legato ad Al Qaeda, ndr) dove si ripercorreranno gli autori della canzone politica. Poi concerto delle De’ Soda Sisters, tre ragazze di Livorno che propongono brani popolari molto interessanti. Sabato mattina sono in programma tre laboratori di canto, condotti dall’Associazione Canto Rovesciato di San Miniato, dall’associazione Voci di Mezzo di Milano e Giulia Jonica Lucà del coro e associazione Union Des Amis Chanteurs di Torino. Il pomeriggio ci sarà una lezione e concerto a cura di Pardo Fornaciari, che è un cantautore e intellettuale di Livorno e poi spazio libero per cantare e suonare in libertà, tutti assieme, e successivamente un’esibizione di cori.
Perché nasce ilDeposito?
IlDeposito nasce da un mio personale interesse per la canzone politica e quando ho iniziato a suonare la chitarra ho avuto l’esigenza di avere accordi per suonare queste canzoni. Accordi che però non c’erano, da nessuna parte. Avendo anche discrete competenze informatiche ho pensato che forse era il caso di realizzare un sito che li contenesse. Dopo la mia laurea nel 2004 mi sono impegnato in questo progetto e tre mesi dopo ho pubblicato la prima versione de ilDeposito.
Quanti testi contiene ora?
Poco meno di 2000, principalmente in italiano ma anche in altre lingue. Brani che vanno dalla seconda metà dell’Ottocento fino agli anni Settanta del Novecento e un discreto repertorio anche più recente, contemporaneo. Poi qualcosa di sparso prima e dopo questo arco temporale. Gli accordi sono circa 530.
Come sono stati catalogati?
Le ricerche si possono ricercare per autore, per periodo storico, per luogo (perché le canzoni spesso sono legate o descrivono luoghi e fatti storici, ndr) o per evento, come la Guerra Civile spagnola.
Dal 2004 come è evoluto ilDeposito?
Le evoluzioni sono state soprattutto metodologiche, perché all’inizio le canzoni le inserivo ma non tenevo traccia delle mie fonti. Oggi invece è diverso, anche grazie ai miei collaboratori.
Ecco, chi collabora con Sergio per tenere aggiornato ilDeposito?
L’idea delle persone che visitano il sito è quella di un’operazione mastodontica, che magari lo è, ma in realtà a lavorarci siamo in tre. Oltre me c’è Roberta Mella, di Torino, che è una persona molto preparata sui canti popolari che segue con me il sito dal 2007, quindi dal suo terzo anno di vita. Con lei ho condiviso tutte le evoluzioni che ci sono state. Roberto Deiana è un compagno di Sinnai, che si è aggiunto qualche anno fa. L’ho conosciuto casualmente, ha una formazione da cantante lirico che si è appassionato al canto popolare.
L’innovazione che hai apportato e che ti piace di più?
Negli anni abbiamo sempre aggiunto funzionalità come la possibilità di inserire traduzioni, nuove catalogazioni. Ma forse l’innovazione che mi piace di più è il Calendario cantato
Cos’è?
È un calendario in cui sono presenti per ogni giorno, purtroppo non per tutti i giorni dell’anno, degli eventi storici raccontati in canzoni.
Come l’8 settembre o il 25 aprile?
Esatto. C’è una mini descrizione dell’evento e le canzoni collegate. È quindi un modo per ripercorrere la storia e anche per informare di eventi poco noti, perché semplicemente non se ne parla.
Ad esempio?
Il 16 settembre, la morte di Victor Jara.
ilDeposito nasce prima dell’avvento dei social. Con i social il pubblico del sito si è modificato o è rimasto lo stesso?
Questa è una bella domanda! Secondo me non è cambiato molto. Le persone arrivano sul sito perché cercano, ad esempio, “testo Bella Ciao”, “testo Fischia il vento”. E siccome è indicizzato bene atterrano da noi. La presenza sui social è più ampia perché pubblicizziamo i contenuti, e facciamo rete.
In che senso?
Ad esempio per il 25 aprile durante il lockdown, pubblicavamo una canzone all’ora. Abbiamo però organizzato una “cantata virtuale”, invitando chi voleva a realizzare un video mentre cantavano un canto della Resistenza. Sono arrivati centinaia di video che abbiamo pubblicato a rotazione su Facebook. È stata una bella soddisfazione vedere tanta partecipazione.
In quella occasione c’è stato un pubblico diverso da quello che ti aspettavi?
Non mi aspettavo un pubblico così nutrito e diverso da chi normalmente è appassionato di canzone politica e popolare.
Quando una canzone si può dire popolare e di protesta. Cosa le distingue, che so, dai brani dei cantautori o da pezzi dei Modena? Che caratteristiche deve avere una canzone per finire ne ilDeposito?
Questa invece è una domanda complicata. Allora, noi usiamo uno spartiacque storico ma poi in realtà non solo storico, che è il 1945, la fine della II Guerra Mondiale. Perché la canzone “impegnata” d’autore nasce principalmente da quel momento.
Tutto il repertorio precedente (anarchico, comunista, socialista, etc.) e quello popolare (inteso come i canti di tradizione orale non strettamente legati ai temi della politica, ad esempio i canti delle mondine) lo inseriamo ne ilDeposito. La produzione dopo il 1945, in particolare con l’esperienza del collettivo torinese dei Cantacronache (dove partecipano Fausto Amodei, Italo Calvino, Franco Fortini, Umberto Eco e molti altri), ha visto nascere una tradizione di canzone politica che però si distanzia da quella di De Gregori, Guccini, De Andrè.
Perché un Guccini no e una Giovanna Marini sì?
Banalmente perché un Guccini trova già ampio spazio. Ma poi perché Giovanna Marini (leggi qui l’articolo di Carlo Argiolas sulla scomparsa della grande intellettuale), e come lei tanti altri, fa parte di un percorso culturale, musicale, di ricerca antropologica e storica che inizia con i Cantacronache, passa nel Nuovo Canzoniere Italiano, poi attualmente nell’Istituto Ernesto De Martino. Tutte esperienze culturali con una loro coerenza. La nostra è una scelta, personale, soggettiva e quindi contestabile ma riteniamo che Guccini, De Andrè facciano parte di un’esperienza musicale e culturale diversa, anche se in molti punti si tocca con la musica popolare e di protesta. Un’esperienza che apprezziamo, ma ovviamente, ma non fa parte del nostro progetto. Guccini stesso parla di Fausto Amodei, Brassens è un punto di riferimento sia di De André ma anche dello stesso Amodei ma rimangono esperienze diverse.
La canzone popolare e di protesta è viva?
Resiste. Grazie ad autori come Alessio Lega, Rocco Rosignoli, Marco Rovelli e altri, che sono persone che scrivono canzoni ma sono legati idealmente a quella tradizione. Poi nel Deposito inseriamo brani nuovi, spesso parodie di canti popolari noti: quando è caduto il Ponte Morandi, Le Vie del Canto ha fatto una canzone che parla di quell’avvenimento. Durante la protesta NoTav in Val di Susa c’è stata una bella produzione.
Novità in cantiere per ilDeposito.org?
Sicuramente un rifacimento del sito per renderlo più funzionale. Per trovare nuovi stimoli, nuovi modi di presentare i contenuti anche per avvicinare di più le persone a questo tipo di contenuti, che sono vecchi sì, forse antichi, però possono ancora offrire spunti anche per la contemporaneità.
Prova a dare un suggerimento
Io sono un insegnante di storia e filosofia. Quando ho parlato delle Fosse Ardeatine ho fatto ascoltare una canzone di Giovanna Marini che ha fatto venire i brividi. Ci ha emozionato ancora, a distanza di tanti anni.