Pirri, San Gavino e Cala Gonone. Saranno queste le tre tappe sarde di Tonino Carotone, impegnato nel giro promozionale della sua ultima fatica discografica ‘Etiliko Romantiko‘, un’antologia marinaresca di vecchie canzoni reincise sotto nuove vesti, cover e inediti, uscita il marzo scorso, con la partecipazione di tanti ospiti. Il tour isolano lo vedrà di scena giovedì 27 luglio alle 21 a La Vetreria di Pirri, per Cagliari dal Vivo 2023 organizzato da Sardegna Concerti, Jazz in Sardegna e all’Associazione Il Jazzino; il 28 all’anfiteatro comunale di San Gavino Monreale all’interno della programmazione estiva del Cedac e il 29 luglio al Villaggio del Jazz sul Lungomare Palmasera in chiusura del Festival Cala Gonone Jazz 2023. Abbiamo raggiunto telefonicamente il cantautore spagnolo che ha conversato con noi del disco, della sua visione del mare e del mondo, e del suo ritorno in Sardegna.
L’ultimo disco di Tonino Carotone, al secolo Antonio De La Cuesta, è quello di “un veterano, come ama autodefinirsi, dell’etilico romanticismo“, “un atto di sincerità – dice – ma anche l’occasione per cantare brani vecchi e nuovi assieme a un nutrito stuolo di ospiti e di farlo in maniera efficace. Un disco che doveva uscire prima della pandemia per poi festeggiare quest’anno 25 stagioni di carriera come Tonino Carotone – dopo le esperienze con le band Tijuana in Blue e successivamente con i Kojón Prieto y los Huajolotes, (n.d.A.) – ma visto che quell’anno di stop è stato un anno di non vita, non conta – ride – lo celebrerò l’anno venturo”.
‘Etiliko Romanitko’, uscito il 10 marzo scorso per l’etichetta “Maninalto” e dedicato alla madre recentemente scomparsa: “è un disco che prende la via del mare, dopo che ho viaggiato sulla terra per Vespa, camper e con la mia vecchia Jaguar che ora non ho più, mi sono trasformato nel nostromo di un brigantino che fa la spola fra i porti del Mediterraneo ma che in alcuni episodi, come ‘No Dollar’ e ‘Se fuerza la Maquina’, si concede qualche allungo verso le Americhe dagli States fino all’Argentina. Un viaggio che è sempre senza ritorno, come recita il titolo del mio secondo disco, un punto di partenza per riprendere la via del mare senza sapere se e quando tornerai, senza conoscere il tuo destino, ma arricchito dai posti e dalle genti incontrate in questo eterno peregrinare di porto in porto”. Da ‘Vita Clandestina’ a ‘Solcando le Onde’, una “buscaglionata” cantata con i bambini del Piccolo Coro dell’Antoniano di Bologna, che ricorda un poco il Fred dal whisky facile assieme al coro diretto dalla maestra Renata Cortiglioni nel 1959 sino a ‘L’Anamour‘, un pezzo di Serge Gainsbourg impreziosito dalla voce di Pietra Montecorvino dove Parigi amoreggia con Napoli, o a ‘Pou Sai Thanasi di Giorgos Zampetas, con il blues del delta del Mississippi che incontra il rebetiko greco, “è un continuo andare per mare, ma un mare, oserei dire, etilico, fra le onde alcoliche che mi accompagnano da una vita. Oggi sono più moderato, perché alla fine non possiamo bruciarla, la vita, ne abbiamo solo una e poco tempo per imparare, anche dai nostri errori”.
Sta di fatto che, sarà perché ogni porto che si rispetti ha il suo bar o la sua taverna malfamata che a loro volta sono un punto di ancoraggio per marinai di ventura, naufraghi della vita o per quanti, per dirla con l’amico Vinicio Capossela, che fra un bicchiere e l’altro ricorre spesso fra queste canzoni, nell’alcol ci affogano i ricordi, il bar è il vero crocevia del disco antologico di Tonino Carotone: ‘Borracho’, ‘El Ultimo Cliente’, ‘Whisky, Tabacco e Venere’, ‘Il Re del Bar’, dove Tonino Air Lines vola in uno accorato duetto con Piotta, sono i titoli eloquenti di un continuo affondare fra le bottiglie. “Il bar è il luogo dove si può arrivare fino al mare più nero, come quello cantato da Lucio Battisti, un modo per affogare nella nostra parte più oscura, ma d’altra parte è anche un poco una terapia no? Una cura etilica per i mali della vita e dell’amore, che emerge nel mio lato romantico e che si fonde con quello alcolico e in conclusione da vita a ‘Etiliko Romantiko’ “. Tutti aspetti che emergono in brani come ‘L’Amore non paga‘, pezzo scritto da Fabrizio Consoli, ‘Tonino l’Amoroso’, ironica rivisitazione di un classico di Dalida cantata da Piluka Aranguren e in un’appassionata versione della celeberrima ‘Il cielo in una stanza‘ di Gino Paoli cantata assieme al suo autore.
Cosa manca in questo disco? “Il poter duettare con cantanti che non ci sono più, come Serge Gainsbourg o Fred Buscaglione. Anche se ho conosciuto Fred dopo Renato Carosone e Adriano Celentano, miei grandi ispiratori che sin dalla gioventù furono il mio faro nella musica italiana mi è dispiaciuto non averlo potuto incontrare in questo mondo come è capitato con gli altri due, spero di poter duettare con lui all’inferno – sogghigna – ma alla fine sono felice di quanto ho fatto nella mia vita e delle persone che ho incontrato e con le quali ho collaborato, vincendo una scommessa con me stesso e soprattutto con chi mi dava del pazzo quando, dalla Spagna, intrapresi la mia strada mentre tutti guardavano altrove e mi dicevano che non sarei arrivato da nessuna parte”.
E il “mondo difficile, la vita intensa, la felicità a momenti e il futuro incerto”? Si, c’è pure spazio per questi versi, entrati a inizio millennio nel comune parlare degli italiani attraverso ‘Me cago en el amor’ il brano che ha reso popolare Tonino Carotone che ci tiene a precisare: “mi fa piacere, chiaramente, che quei versi siano ancora oggi molto celebri, ma la mia canzone non voleva essere una profezia, solo una semplice constatazione, come lo è ora; mi dispiace veramente che poco da allora sia cambiato in termini di progresso umano, anzi, tutt’altro: oggi forse il mondo è ancora più difficile. Non c’è quell’equilibrio sociale e politico che a me piacerebbe e di conseguenza canto quello che vivo e che vedo che mi capita attorno, attraverso una sensibilità che spesso mi porta a immedesimarmi con chi soffre, fra gli ultimi e i reietti della società odierna e nella loro pena”.
Tonino Carotone torna per tre date in Sardegna, “una terra che ho conosciuto con il filu’e ferru – ride – ma che vorrei scoprire di più, visto che ci sono venuto sempre e soltanto per lavoro, questa volta mi auguro di riuscire a fare anche un poco di vacanza, mi piacerebbe fare un bagno al mare, sono vent’anni che aspetto, in questi posti dove ho molti ricordi, anche attraverso due pattadesi che possiedo, una mi venne regalata da Gavino Sale, e nella memoria che ho di bellissime serate musicali e di fiesta“.
Sarà pure un mondo difficile, ma per fortuna esistono artisti come Tonino Carotone, persona semplice e gentile, che attraverso la sua musica fuori dal tempo e dalle mode, rende meno amare le giornate di “questa nostra piccola vita”.