Era nell’aria da settimane soprattutto per chi ne sapeva di sapere qualcosa ma l’attesa stava incominciando a far pensare che in realtà fosse tutto un bluff ed invece no.
Marra ha chiuso la trilogia, dopo ‘Persona’ del 2019 e ‘Noi, Loro, Gli Altri’ – qui su Nemesi Magazine – è il momento di chiudere questo quinquennio per poi riaffacciarsi verso altro (è forse il momento di tornare a pensare ad un Santeria 2 dopo le date a San Siro?).
Ma intanto, il ‘Power Slap’ iniziale è il meme di Batman e Robin con lo schiaffo in faccia in un cui Marra è Batman e Robin è praticamente la scena musicale italiana mentre in ‘Crash’ l’occhio si rivolge più verso agli sviluppi macro sociali rigirando invece il mirino verso aspetti più e personali in ‘Gli Sbandati Hanno Perso’.
È Marra al 120% quindi, il Marra che conosciamo benissimo, in grado di affrontare tutti gli argomenti possibili sociali e dell’animo umano con gittata che vira a 360°, ma non è certamente il disco fotocopia dei precedenti, è la conclusione del percorso iniziato nel 2019 in cui si abbinano l’analisi più cruda possibile della realtà e la capacità finale di accettare senza vittimismo ma consapevolezza cosa si è, di vincere la propria battaglia verso i propri limiti, interiori o imposti dall’esterno senza rimpianti, ma continuando a costruire, con la capacità di saper distinguere e comunicare la presenza di indefinite bolle che attraversiamo senza nemmeno accorgersene, di nuovo, macro e micro (‘Factotum’ e ‘Vittima’ su tutte)
C’è sempre il rischio però che a volte tutto questo diventi troppo, forse è questo il dubbio che riesco ad avere, Marra continua ad usare lo strumento Hip Hop per purificarsi volta per volta pubblicando un intero percorso sociale e psicologico (macro e micro, sempre) che ha veramente bisogno di una serie elevata di ascolti per essere compreso e ricompreso e, interiorizzato. Possibile, ora come ora, in cui ogni venerdì una valanga di uscite ci inonda nell’etere?
Questa è la sfida che ci viene lanciata, una sfida di tredici canzoni per meno di cinquanta minuti, con Marc e Zef sempre dietro alla regia, che termina, a sorpresa, con ‘Happy End’.
Seh
E siamo arrivati qui
Io ho finito di scrivere il disco, tu stai finendo di ascoltarlo
La mia pace sta per finire, questa bolla sta per scoppiare
Stiamo entrambi per tornare alla realtà, all’ipocrisia, alle maschere
Ma dopo la crisi, gli scontri, so chi sono e cosa voglio
E che l’unico modo giusto è il tuo
Non esiste altra vittoria che essere sé stessi
Non esiste altro modo di essere sé stessi se non scegliere
È finita la pace, l’accondiscendenza
C’è una nuova pace: la consapevolezza
Fabio e Marracash
E alla fine è un happy end
e che ci necessiterà di ritornare su queste pagine fra qualche settimane, se ne saremo stati in grado.
Perché continuare ascoltarlo: ha un valore intrinseco molto alto, mescola analisi e critica sociale senza mezzi termini ma senza intellettualismi da salotto confermando Marra una delle poche punte di diamante della musica contemporanea italiana.
Perché non continuare ascoltarlo: ci sono momenti in cui l’album soffre, l’assenza di feat non aiuta la varietà ed il mix sampling canzone italiana non sempre convince appieno – è da apprezzare riportare in vita Ivan Graziani e amplificare ‘Lunedì’ di Bluem, mentre il sampling dei Pooh sembra stridere un po’ e dà un effetto Marco Masini al tutto.
ASCOLTA ‘È FINITA LA PACE’ SU SPOTIFY
GUARDA LO SHORT DI ‘È FINITA LA PACE’ SU YOUTUBE









