“Unatøned“, l’undicesimo album della band, è quasi arrivato tra le nostre braccia, orecchie, etere, uscirà il 25 aprile tramite Nuclear Blast Records e fondamentalmente ci ricorderà che le difficoltà della vita possono essere sconfitte, la paura di essere un tier 2 del metal mondiale può dissolversi tramite l’incapacità di arrendersi, che le ingenuità giovanili e lo svarione di A.D.I.D.A.S. rock grazie a produttori fuori sincrono possono essere sorpassati e riviste con un sorriso.
Non so se Robb Flynn pensi tutte queste cose ma sicuramente alcune di queste le ha sentite sulla propria pelle e nella propria anima e, volente o nolente, oltre a portarci a casa ogni volta una pioggia di meteoriti, possiamo anche tenerci dentro di noi questa lezione di vita, e non è poco.
Ma torniamo al cuore della questione, alla musica, siamo prossimi all’ undicesimo album di una delle band più telluriche della storia del metal potremo dire semi moderno, ovvero degli anni 90, i Machine Head, geograficamente basati in Florida ma presenti in tutto il mondo grazie, soprattutto, al carisma del loro leader Robb Flynn.
Quasi trentacinque anni di carriera con la eterna capacità di non annoiare, mischiare crudeltà sonora e melodie ammalianti ed essere sempre attuali senza svendersi.
Mancano solo due mesi e poi vedremo di che pasta sarà fatto il full lenght, con il singolo Unbound già ci aiuta ad essere assolutamente fiduciosi e, chi ne avrà la possibilità, potrà anche testarli dal vivo nel loro tour americano insieme ai Lacuna Coil, In Flames e Unearth.
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