Life After Oil, festival cinematografico che si occupa in maniera specifica dei temi relativi all’ambiente e ai diritti umani a livello internazionale, arriva alla nona edizione. Dopo il successo dell’anno scorso si conferma la collaborazione con il comune di Villanovaforru, paese nella provincia del Sud Sardegna, che ospiterà la manifestazione dal 20 al 24 settembre. Organizzata dall’associazione culturale Life After Oil, con la direzione di Massimiliano Mazzotta, il festival dal 2014 utilizza il cinema come strumento di conoscenza e informazione, oltre che per la valenza artistica, su temi che dovrebbero riguardare tutti come appunti quelli legati all’ambiente e ai diritti umani.
Il proposito è andare oltre la denuncia. Per quanto sia importante sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi connessi allo sfruttamento e all’uso delle risorse naturali utilizzate per la produzione di combustibili fossili, resta tuttavia, in tutta la sua drammaticità, l’enorme problema dei disastri provocati dalla carenza energetica, con particolare riferimento all’approvvigionamento idrico di parte rilevantissima della popolazione mondiale. L’obiettivo principale della rassegna è dunque non solo l’evidenziare i problemi legati all’utilizzo di combustibili fossili, ma anche l’individuazione delle alternative possibili che tengano conto, sulla base delle conoscenze scientifiche, dei vari metodi di produzione conosciuti.
Film iscritti e selezionati
1541 opere arrivate da 94 Paesi diversi: questa la grande risposta al bando di questa edizione di Life After Oil. La commissione di selezione, composta Cinzia Ghiani, Claudia Morelli, Elisa Russi, Fabio Canessa, Francesco Mazzotta, Francesco Villa, Gianfranco Lunetta, Massimiliano Mazzotta, Mauro Negri, Naveed Akhtar, Paolo Chirumbolo, Raffaela Lunetta, Riccardo Albuzzi, Riccardo Russi e Sara Venturoli Galizia, ha ammesso al concorso 50 film tra lungometraggi e corti di diverso genere (documentari, fiction, lavori di animazioni e sperimentali) con 14 opere prime. Come sempre il numero di temi affrontati dai registi con i loro lavori, sia dal punto vista ambientale sia da quello dei diritti umani, è molto ampio. Si va dall’agricoltura sostenibile ai danni alla salute provocati dall’inquinamento, dalla violenza di genere ai diritti dell’infanzia negati, da storie di riscatto sociale a buone pratiche di tutela del paesaggio.
Le opere in concorso
Sono sette le sezioni competitive di questa edizione del festival: lungometraggi e mediometraggi ambiente, cortometraggi ambiente, lungometraggi e mediometraggi diritti umani, cortometraggi diritti umani, world panorama, animazioni, sperimentali. Le proiezioni si terranno a Villanovaforru (in piazza Costituzione) tutte le sere, dal 20 al 24 settembre, a partire dalle 21. Solo per gli studenti alcuni film saranno proiettati, le mattine dal 22 al 24 settembre, all’auditorium dell’Istituto di istruzione superiore “Vignarelli” di Sanluri.
Non solo cinema
Life After Oil è anche musica, sport, letteratura. Le proiezioni delle serate dal 21 al 24 settembre saranno aperte, alle 19, dalle esibizioni del cantautore Federico Marras Perantoni, del polistrumentista Matteo Leone, del musicista Giancarlo Onorato, del compositore Saffronkeira. Nell’ultima serata, dalla mezzanotte per la chiusura del festival, ci sarà invece il deejay Leo Mas. Per quanto riguarda lo sport torna nel pomeriggio il torneo di calcio a cinque, affiancato quest’anno da altre attività: beach volley, tennis e fionda. Nello spazio Altre Storie curato da Matteo Mandis in programma il 23 settembre, alle 18 al Bar Centrale, la presentazione del libro “Spartak Lecce” con l’autore Andrea Ferreri e il giorno dopo un incontro sui festival cinematografici con Beniamino Saibene, presidente del Milano Film Festival, Blagota Marunović, direttore del Green Montenegro International Film Fest, e Heinz Hermanns, direttore dell’Interfilm International Short Film Festival di Berlino.
(La foto in evidenza è un frame da Home Town” di Zahara Hosseini sullo sfruttamento del lavoro umano in una miniera di carbone in Iran)