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Le file noire, breve viaggio nella moda Gothic (parte seconda)

Di Giacomo Pisano
08/01/2021
in Moda
Tempo di lettura: 7 minuti

Osservando più da vicino questa cultura, o subcultura, scopriremo che il nero racchiude al suo interno infinite sfumature di colore che caratterizzano le scelte estetiche di chi sposa questo stile. Un fascino imperituro quello che la tradizionale immagine gotica reca con sè, dalla strada alle sfilate, che non conosce tempo nè confini attraversando oriente e occidente, rinnovandosi ma mantenendo inalterate le caratteristiche di base: eleganza, alterità, magia.

Make up e accessori richiamano fattucchiere e sortilegi, sfumando il nero totale nelle livide tonalità dei viola, dei cremisi e dei blu. Anche il tempo sembra non intaccare quest’estetica: avvolgenti abiti ispirati al mondo greco e alle dee, il Medioevo con i suoi soggoli stretti, gli strati pesanti in velluto, il Rinascimento con gli ampi abiti a sbuffo, gli inserti di fiori, che tornano poi con i Preraffaelliti, carichi di simboli. Dall’Ottocento sono i corsetti, le giacche, i cappelli a cilindro, le velette ad essere utilizzati per incarnare l’idea del gothic fashion e nel secolo successivo questo tipo di immagine esplode, come già detto (leggi la prima parte), dalle ceneri del punk a fine anni’70 e inizio ’80 come una grande ventata di novità.

Seppure mantenendo un’eleganza di base l’immagine dei Goth (Dark si usa solo in Italia) segna un punto di rottura nuovo rispetto ai confini segnati dal punk: alla provocazione gridata e stridente del punk i goth preferiscono un’immagine funerea che si richiama al cinema epressionista tedesco, al sinistro fascino di Weimar, alla monumentalità dei cimiteri. La scena gothic si popola di figure ispirate a questo immaginario tenebroso e decadente fino a che il mondo dei rave e la musica techno gettano le basi per tendenze nuove, dove elementi di colore azzardati fino alla fluorescenza fanno la loro comparsa strappando il primato al nero totale. Anche il sottomondo fetish comincia a confluire nell’estetica goth, introducendo accessori e abiti bdsm in tessuti come rubber, pvc e lycra e proponendo un’immagine più sensuale e meno drammatica. La cultura industrial crea un ulteriore modo di intendere il goth virando verso un look più duro e aggressivo, ispirato alle macchine e alle fabbriche, supportato da una musica robusta e corposa chiamata appunto industrial e, in una variante, ebm (electro body music), ballabile ma che mantiene intatte potenti basi oscure. Con band come gli svizzeri Lacrimosa una componente metal si fonde col gothic fino a condurre una frangia di pubblico verso aspetti estetici più legati al metal: borchie, face painting, capelli lunghi.

Le tendenze più recenti sono il neofolk, il goth’a’billy, il cybergoth, le gothic lolita, lo steampunk.

Il neofolk sfrutta un immaginario estetico ispirato alla guerra, alle divise, al conflitto: una scelta provocatoria non scevra da polemiche che comunque anche sulle passerelle d’alta moda si è vista di tanto in tanto con la mutuazione di alcuni elementi decorativi come le medaglie e il camouflage. Anche la musica associata a questo stile è marziale e suggestionata dal mondo militare. Il goth’a’billy è frutto dell’unione di immaginario gothic, sfrontatezza rockabilly, dettagli orrorifici psychobilly. L’abbigliamento è più lineare, basato su scarpa, pantalone e camicia, o gonna e camicetta e punta su stampe a tema horror e grafiche shock; nel sottogenere burlesque vengono recuperati elementi del gusto vittoriano come boa, corsetti, reggicalze.

Il cyber, deriva estrema della cultura industriale e di quella rave, sviluppa ulteriormente il gusto per la moda futuristica privilegiando tessuti sintetici, accessori tecnologici e colori reattivi ai raggi uv. Grande spazio è dato ai capelli che dalle creste fluo di reminescenza punk arrivano ben presto ad inserti con tubi, cavi e extensions massive realizzate con materiali plastici come foam e cyberlox.

Le gothic lolita nascono in Giappone e ormai sono una consolidata tendenza anche nella scena occidentale; gli ideatori di questa moda, come Mana (del progetto Moi dix Mois, ex Malice Mizer) sono seguitissimi anche in Europa. La lolita prende dal gothic di ispirazione occidentale alcuni elementi per reinventarli attraverso il filtro della cultura nipponica, dando vita ad un genere totalmente nuovo dalle molteplici sfumature.

Da qualche anno all’interno della scena goth è comparso un nuovo filone estetico: lo steampunk. Da un punto di vista culturale nasce come genere ispirato alla letteratura ambientata in un’epoca anacronistica sospesa tra un passato dominato da macchine a vapore e un’ipotetica era post bellica, in cui elementi dell’estetica vittoriana si mescolano a parti meccaniche. Giacche a redingote, abiti declinati nelle tonalità del nero, del grigio, del verde e soprattutto del marrone, accessori in ottone, cappelli a cilindro, monocoli, occhiali da aviatore o saldatore completano questo look che lascia grande spazio alla creatività e al fai da te e che non ha tardato a fare capolino anche nel mondo della moda. Il compianto Alexander McQueen aveva anticipato questo stile inserendo nelle sue calzature ingranaggi in rame. Dell’eredità punk lo steampunk mantiene il gusto per i vestiti strappati (le cicatrici del tessuto) seppure con una frequente tendenza al cosplay che si distanzia dalle provocatorie origini del punk e del rigore del gothic per approdare ad una dimensione di gioco e di spettacolo.

Una storia lunga quella del gothic, difficile da riassumere e ingabbiare, in continua evoluzione perché fatta di elementi ibridi e mutanti, di indubbio fascino, che sa attingere dal passato ma vola proiettata verso il futuro. Tanti sono gli stilisti e le stiliste contemporanee che traggono ispirazione ed evolvono lo stile gothic rendendolo attuale (Rick Owens, Gareth Pugh, Esther Perbandt solo per citarne alcuni) e altrettanti i brand che offrono creazioni di impronta marcatamente dark- Non va mai dimenticato però che, indipendentemente da qualsiasi stile si indossi, classico o stravagante, dovrebbe sempre esprimere chi siamo. Questa frase di Rachel Zoe riassume il concetto in modo semplice “la moda è il modo di dire chi sei senza parlare“.

Foto di Valeria Spiga. Si ringraziano modelle e modelli: Daiana, Anthor, Ermione, Ofelia, Federica, Fabrizio, Stefano e Tiziana, Luisiana, Martina, Revenant, Giorgia, Asdrall, Alberto, Stefano.

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