Non ha disatteso le aspettative il concerto di Bill Evans and the Vansband Allstars tenutosi al Teatro Doglio di Cagliari il 2 novembre scorso. La serata, organizzata nell’ambito della diciassettesima edizione del CultureFestival, ha richiamato un attento pubblico di appassionati delle contaminazioni musicali più raffinate. Il sassofonista americano, celebre per aver suonato ancora giovanissimo nei dischi di Miles Davis e con John McLaughlin, Herbie Hancock, The Allman Brothers Band e tanti altri, si è esibito in uno show avvincente dove assieme a Gary Husband (tastiere), Felix Pastorius (basso) e Keith Carlock (batteria) ha presentato il suo ultimo lavoro discografico ‘Who I Am’, uscito pochi mesi fa per la Vansman Records e ripercorso alcune perle della sua recente carriera artistica..
La serata è stata aperta da Matteo Bruni che ha presentato e illustrato la programmazione del CultureFestival per poi fare una breve chiacchierata assieme a Simone Pittau, direttore artistico della rassegna e introdurre i quattro musicisti.
A ‘Spy In The Sky’ è spettato il compito di aprire il concerto del Teatro Doglio, seguito dalla frizzante ‘Road to Ilha Grande’ e da ‘Tit For Tat’ ripescata da ‘Dragonfly’ del 2012. Evans, con l’immancabile fascia alla Mark Knopfler in testa, presenta i suoi sodali di ventura, tre nomi che per chi si interessa di jazz, fusion e dintorni non sono certo dei perfetti sconosciuti, ma che hanno nel loro background anche diverse esperienze nel mondo del rock e della musica leggera; per Husband con i Level 42, Jeff Back e Gary Moore, come per Carlock con Sting, James Taylor e Toto e anche per Felix Pastorius, musicista dal cognome più che ingombrante, figlio della leggenda del basso elettrico Jaco, che ha suonato con artisti del calibro di Carlos Santana e David Byrne.
Il concerto si presenta fluido, fra scambi e alternanze dove di volta in volta i musicisti salgono in cattedra coi rispettivi strumenti. “Mica Moon’, la trascinante ‘Bex in Motions’, ‘Camel Strut’, ‘I Owe You’ e ‘Forever in my Soul’ decantano le mille sfaccettature di un jazz contemporaneo di grande impatto che lascia ammaliata la platea, con buona pace di chi spesso per ignoranza e pregiudizio etichetta il tutto come “musica noiosa”. Soul, funk, afro-beat e financo il pop si intrecciano in un tappetto sonoro che per comodità viene solitamente definito fusion ma che è talmente complesso e articolato da rendere inutile qualsiasi definizione.
Evans si alterna con la solita disinvoltura fra il sax baritono e il contralto, fino a sedersi alle tastiere per rubare il posto a Gary Husband che in una serata “monstre” si concede una piccola pausa per poi tornare nuovamente alla carica. Impeccabile la sessione ritmica della premiata ditta Carlock & Pastorius, con il primo capace quasi di scomparire nei momenti di calma che lasciano respiro ai compagni e successivamente dichiarare guerra alla sala col suo pazzesco groove e Felix, per il quale il basso è chiaramente un affare di famiglia, che ha lavorato tantissimo, e si sente,fino a raggiungere un particolarissimo approccio allo strumento e una fantastica tecnica per il quale è apprezzato aldilà del suo importante cognome.
Arriva così il momento di ‘Hearts of Havana’, meravigliosa perla di ‘Common Ground‘, un disco di pregevole fattura che Evans ha camposto assieme al chitarrista californiano Robben Ford in seguito all’esperienza musicale vissuta durante un viaggio a Cuba nell’anno della pandemia. Applausi a scena aperta per il finale e il biss richiesto a furor di popolo di ‘Let the Creek Rise’ con il quale si conclude una serata di grande musica, una di quelle da ricordare in una città come Cagliari e in una terra avezza ormai da diversi lustri a quell’espressione sonora che spesso non si sa come ben definire e che ,come diceva il ‘Novecento’ di Alessando Barrico, “Quando non sai cos’è, allora è jazz!”. La sala si svuota lentamente, Evans si sofferma per il firmacopie di rito e sopra il Teatro Doglio sembra di scorgere lo spirito di Miles Davis e Jaco Pastorius, stanno aspettando Quincy Jones che proprio ieri ha lasciato la terra dei vivi per raggiungerli nell’olimpo dell’immortalità.