Compie sessant’anni il Tokyo Ballet, prestigioso ensemble coreutico creato nel 1964 da Tadatsugu Sasaki e da nove anni sotto la guida di Yukari Saito, per tanto tempo prima ballerina della compagnia, che i critici russi definirono all’alba degli anni Novanta, la “Maria Taglioni giapponese” dopo averla vista danzare al Bolshoi e al Mariinsky. Un compleanno che la compagnia nipponica festeggerà con un tour nazionale al via martedì 12 alle 20.30 dal Teatro Lirico di Cagliari in occasione della stagione lirica e di balletto 2024-2025.
Un viaggio ammaliante nella tradizione classica, neo classica e nei capolavori contemporanei che fino a domenica 17 lascerà un segno importante in città per chi ama l’arte di Tersicore. L’ultima volta che il prestigioso corpo di ballo approdò nel capoluogo sardo fu nel 2016, con un programma incentrato su coreografie di Neumeier, Kylián, Béjart. Autori che in parte si riaffacceranno anche questa volta, con Petite mort di Kylián e Le sacre du printemps di Béjart, che sfileranno dopo La Bayadère: Il regno delle ombre di Natalia Makarova da Marius Petipa su musica di Ludwig Miukus.
Balletto in 4 atti e 7 scene, “La Bayadère” (la danzatrice del tempio) ha conosciuto nella sua lunga storia molte rivisitazioni e il suo secondo atto, “Il regno delle ombre”, rimane uno dei momenti più conosciuti e amati del balletto classico, dove il cuore dell’eroe-guerriero Solor batte per la baiadera Nikiya che lo legherà a un giuramento di amore eterno da lui però infranto. Dopo la morte di lei, sprofonderà nel mondo dei sogni sotto l’effetto del narghilé ritrovandosi nel Regno delle ombre dove rincontrerà l’amata a cui ancora una volta manifesterà un sentimento infinito.
Creato invece nel ’91 e avvolto dalle musiche di Mozart del Piano Concerto in A Maggiore, l’Adagio e il Piano Concerto in C Maggiore con Andante conclusivo, è Petite mort di Jiri Kylián, tra i coreografi più influenti dal tardo Novecento a oggi. In scena sei uomini, sei donne e sei spade daranno vita a una pièce attraversata da irruenza ed energia, quiete e fragilità. Petite mort tradotto significa “piccola morte”, ma mettendo da parte il significato letterale, va detto che i francesi lo utilizzano come sinonimo di orgasmo: il filo conduttore dell’intero lavoro è infatti quello della temporanea assenza di coscienza legata al culmine del piacere sessuale. La serata terminerà con Le sacre du printemps che cacciò via la danza dal mondo delle fiabe, qui nella rilettura muscolare e pacifista che Béjart formulò nel 1959 traducendo il celebre balletto in un inno al “facciamo l’amore e non la guerra”, avvolto dalle musiche di Stravinskij che nel 1913 decretarono la fine dell’epoca romantica aprendo il Novecento alla musica moderna con pensieri armonici inediti, poderosi blocchi sonori, ritmi contrari alla metrica tradizionale, foniche irruenti. A guidare l’Orchestra del Teatro Lirico sarà l’inglese Paul Murphy.
Lo spettacolo durerà 2 ore e 15 minuti circa, compresi due intervalli e verrà replicato mercoledì 13 novembre alle 20.30 (turno B); giovedì 14 novembre alle 19 (turno F); venerdì 15 novembre alle 20.30 (turno C); sabato 16 novembre alle 15.30 (turno E); sabato 16 novembre alle 21 (turno G); domenica 17 novembre alle 17 (turno D).
In foto “La Bayadère” (Photo Koujiro Yoshikawa)