Può il nostro aspetto fisico condizionare la nostra felicità? Possiamo soffrire per un corpo ingombrante, non conforme, sbagliato? Da questa domanda parte la storia di Cecilia, protagonista del secondo romanzo della scrittrice di San Gavino Francesca Spanu appena arrivato in libreria con Il Maestrale. “Il corpo sbagliato” è stato presentato in anteprima martedì 4 marzo a Cagliari, al Teatro Massimo, all’interno del festival letterario diffuso Éntula organizzato da Liberos; l’autrice ha dialogato con Alessandra Ghiani e Camilla Soru nello stesso giorno in cui si celebrava la Giornata mondiale sull’obesità.
“Mi sveglia un’artigliata di dolore alla pancia. Gli occhi mi bruciano, faccio fatica ad aprirli. Mi sento legata, ho difficoltà a parlare, qualcosa mi graffia la gola. L’indice della mano destra è stretto da una pinza, un macchinario mi massaggia le gambe”. Cecilia, trentenne cagliaritana, ci racconta la sua storia a partire dal risveglio dopo un intervento di chirurgia bariatrica, precisamente un’operazione di bypass gastrico, per ridurre l’obesità.
“Sto realizzando il sogno della mia vita: finalmente lasciarmi alle spalle un peso che mi schiaccia e curare l’obesità. Venti mesi fa neppure sapevo fosse una patologia, riconoscerlo è stata la mia salvezza”. Comincia così una nuova vita per la protagonista con cinquanta chili in meno e un passato di sofferenza, risate, discriminazione a causa di un corpo troppo ingombrante. Rinascere con un fisico diverso sarà il primo passo per la felicità?
Cecilia scoprirà presto che non basta sentirsi belle con un abito nuovo per lasciarsi alle spalle un passato doloroso, soprattutto perché ogni esperienza, che sia sul lavoro o nelle relazioni, sarà un’incognita da gestire e affrontare. A questo turbinio di sensazioni si aggiunge la storia d’amore problematica con Sergio, un uomo sposato che non fa che portare instabilità nella vita di Cecilia. E’ così difficile dunque trovare un equilibrio, un’esistenza serena fatta di gioie quotidiane, di affetti, di piccoli gesti di amicizia e amore? Le domande di Cecilia, in fondo, sono quelle di qualsiasi donna che voglia trovare se stessa, conoscere la soddisfazione nel lavoro e nella vita, essere a proprio agio con il proprio corpo in ogni situazione; nel suo caso, e nel caso delle tante persone affette da obesità, ci sono poi gli sguardi, le battute, la vergogna che si legge nei volti altrui, la preoccupazione dei familiari che non si dimenticheranno mai ma resisteranno come cicatrici dolorose e profonde. La vicenda di Cecilia, raccontata in ogni pagina con grande delicatezza e accurata scelta delle parole, è la storia di chi affronta un percorso di consapevolezza, cura e guarigione e riesce a farlo anche grazie alla vicinanza e al supporto di chi quel percorso lo ha già attraversato: una storia di amicizia e forza, le uniche alleate che possono sempre aiutarci a emergere dal buio.