Stelle di stoffa in un mare multicolore. Stelline dorate, rosse, glitterate. Occhi che scrutano da un cielo azzurro, curiosi e misteriosi allo stesso tempo. E’ una dimensione onirica quella evocata dal lavoro di ricerca artistica di Giuseppe Loi, artista tempiese che si esprime attraverso molteplici linguaggi tra cui fotografia, installazione e assemblage.
“Guarda il cielo prima di dormire” è il titolo della sua nuova mostra, inaugurata lo scorso 11 luglio nel Centro Comunale d’arte e Cultura Il Ghetto di Cagliari, curata da Amedeo Alessio e organizzata dalla cooperativa Agorà Sardegna e CoopCulture con il sostegno della Fondazione di Sardegna e in collaborazione con il Comune di Cagliari.
Per questa esposizione l’artista ha concepito l’opera inedita “Strumento n.1 (Il letto del cielo)“, che crea una connessione tra il firmamento e la sensibilità umana, un invito a non dimenticare la dimensione del sogno, della memoria e dell’immaginazione. L’invito di Loi a “Guardare il cielo prima di dormire” ci ricorda l’importanza di sogno, memoria e immaginazione, elementi essenziali per la nostra esistenza e per la comprensione del nostro rapporto con il mondo e con gli altri.
Loi utilizza diversi materiali riciclati come tessuti, legno, gomma crepla e corde di canapa, per dare vita a nuove riflessioni su temi esistenziali. Tra questi, spiccano le sfumature tra sfera privata e pubblica e la simbologia delle azioni quotidiane. Fin dall’antichità, il cielo è stato visto come un luogo di ricerca e spiegazione per i fenomeni terreni. Attraverso le stelle, gli individui trovano un modo per ricordare la propria vita e affidano ai cieli i loro pensieri con gesti sacri e scaramantici. Loi aspira a creare una connessione tra il popolo del Cielo, astratto e inconscio, e il popolo della Terra, razionale e concreto, rendendo il cielo un luogo di comunità che rinnova e rielabora il folklore tra sacro e profano.
Il percorso artistico di Giuseppe Loi si distingue per la sua capacità di evocare suggestioni che spaziano dal ricordo alla tradizione, dall’infanzia alla sospensione del tempo. Attraverso molteplici linguaggi artistici, Loi sviluppa una poetica basata sull’estetica relazionale, una teoria filosofica che valuta le opere d’arte in funzione della loro capacità di produrre legami umani e dinamiche sociali.
Visitabile fino al 1 settembre, la mostra include opere come “Camping – LA VOCE” (2022), “Rosa Beta” (2016-2021), “Senza titolo (Eyes)”, “Lacrime” (2023), e “Sette giorni senza pelle” (2018).
Nato nel 1994 a Tempio Pausania, Loi ha studiato Grafica d’Arte e Progettazione all’Accademia delle Belle Arti “Mario Sironi” di Sassari e Fotografia all’Accademia delle Belle Arti di Brera, Milano. Ha esposto le sue opere in varie mostre personali e collettive in Sardegna, Bologna e Roma.
Le opere in mostra sono dotate di QR code che permettono l’ascolto delle audiodescrizioni curate dall’artista stesso, offrendo una dimensione ulteriore di coinvolgimento e comprensione.