La Torino dei primi anni Ottanta è una città molto diversa da quella limpida, meravigliosa e impregnata da uno squisito senso di benessere decantata da Nietzsche. La cappa grigia di città industriale e l’aria resa ancora più pesante della recessione e dai licenziamenti sta infierendo in una società che fa ancora i conti con lo scontro politico, la lotta armata e il dilagare dell’eroina. Mentre Milano beve, all’ombra della Mole Antonelliana i disoccupati si accodano in interminabili file alla ricerca disperata di un nuovo impiego. Con questa situazione che chiaramente si riflette anche nel mondo giovanile, i ragazzi della generazione nata negli anni sessanta cercano riparo nella musica e nella socializzazione. Un parte di loro sceglie di sfogare rabbia, frustrazione e disaggio attraverso il punk – hardcore che sta arrivando dalla California e che in città sta facendo rapidamente proseliti.
Nasce così la variopinta e articolata scena hardcore torinese, tendenzialmente anarchica e libertaria, a tratti nichilista, ma ricca comunque di entusiasmo e voglia di costruire qualcosa di veramente alternativo. In modo autonomo e per certi versi diligente e organizzato, si sviluppa una realtà che ruota attorno a spazi occupati, collettivi punk, i Murazzi, la pubblicazione di fanzine come ‘Disforia’, nastri e dischi rigorosamente autoprodotti.
Questo è il background che da il via alla nascita di band come Franti, Declino, 5° Braccio, Indigesti, Peggio Punx, Nerorogasmo ecc. e dove nel 1983 Roberto “Tax Farano” alla chitarra, Orlando Furioso ( membro dei Declino) alla batteria, – sostituito poco dopo da Michele D’Alessio – Guido “Zazzo”Sassola alla voce e Marco Mathieu al basso, danno vita al progetto battezzato Negazione.
I ragazzi, tutti studenti degli ultimi anni delle superiori e i primi dell’università, prendono la musica molto seriamente. Suddividendosi i vari compiti si contraddistinguono per una rigida disciplina organizzativa che dà subito i suoi frutti soprattutto nell’attività concertistica, consentendo al quartetto di guadagnare da subito visibilità e apprezzamento all’interno dell’ambiente.
Nel 1984 pubblicano assieme ai Declino una split tape autoprodotta intitolata ‘Mucchio Selvaggio‘ e cominciano a farsi conoscere nelle altre città del nord, nello stesso periodo che la scena hardcore italiana sta prendendo piede anche all’estero. Intanto le etichette indipendenti statunitensi cominciano a richiedere la partecipazione delle band dello stivale per le loro compilation e i due gruppi torinesi vengono inseriti nel disco ‘Peace’ della Radicals Records di San Francisco
L’approccio sofisticato e il sound travolgente non lascia indifferenti neppure gli organizzatori europei e le band vengono invitate in Germania, Danimarca e Olanda per una prima serie di concerti alla quale seguirà una seconda tranche al termine della quale i Declino scioglieranno il loro sodalizio.
I Negazione invece proseguono il loro cammino ancora più motivati. La pubblicazione nel 1985 di due EP, ‘ Tutti pazzi’ e ‘Condannati a morte nel vostro quieto vivere’, che vedono avvicendarsi alla batteria Fabrizio Fiegl, anticipa la svolta dell’anno successivo. Nel giugno del 1986 infatti registrano ‘Lo Spirito Continua’ un LP di 10 tracce coprodotto con il fonico Dolf Planteijedt. Registrato con pochissime risorse al Joke’s Koeinverthuurbedrijf di Amsterdam, ottenendo il massimo risultato da una strumentazione ridotta all’essenziale, viene pubblicato dall’etichetta Konkurrel.
Con la foto di copertina tratta dalla serie di ‘Simpatiche Canaglie’ il primo disco di quello che sta per diventare il fiore all’occhiello dell’hardcore italiano, nonostante le molteplici influenze è un prodotto di assoluta originalità.
Le tematiche affrontate vanno oltre la politica, le ideologie e le scontro sociale. Al centro dei testi c’è la loro esistenza. L’esperienza di vita personale, la quotidianità, i problemi reali sono gli argomenti che usano per mettere in discussione tutto il sistema tradizionale, il grimaldello per scardinare le sue convenzioni sociali, le sue imposizioni e il perbenismo ipocrita. L’individuo, con il suo male di vivere, urla per rivendicare la sua identità e per non arrendersi a un destino già scritto.
L’intero disco è impregnato di adrenalina disciolta in musica. L’anticonformismo non è quello fatuo e modaiolo dei ribelli senza causa, ma una presa di posizione credibile e coerente che si riflette anche nella produzione artistica, attraverso un deciso rifiuto di ogni compromesso e subordinazione. Sarà una costante anche dei successivi lavori.
Il disco corre veloce e incomincia con ll valore del saper perdere di ‘ La Vittoria della sconfitta’. Seguono l’elogio della follia di ‘Lasciami Stare’, il senso di smarrimento di ‘Thinkin’Of Sombebody Else‘, il rifiuto di ogni compromesso di ‘Dritto contro un muro’, il disgusto per le istituzioni e i loro simboli in ‘Niente‘, l’incertezza e il pessimismo dei ribelli senza destino, “piccola minaccia in un tempo sbagliato” di ‘Un Amaro Sorriso‘ e l’anticonvenzionale ‘Straight & Rebel’ di chi non ha tempo per piangere e per fermarsi. La solitudine e la certezza della precarietà caratterizzano ‘Qualcosa Scompare‘, mentre emergono le pene d’amore di chi non conosce la luce in ‘Lei ha bisogno di qualcuno che la guardi‘. Il gran finale è per la title track, con i richiami al collezionista di attimi di “Opinioni di un Clown” e una piccola venatura di ottimismo affidata alla speranza che si può intravedere in un sorriso o in una forza ritrovata.
Nonostante le ferite e il dolore, lo spirito non si ferma e quello dei Negazione continuerà intatto ancora per diversi anni con i successivi LP ‘Little Dreamer’ nel 1988 e ‘100%‘ del 1990, dove alla batteria si accomoderà Jeff Pellino che più avanti col nome d’arte di Neffa lascerà tracce indelebili nell’Hip Hop italiano. I dischi saranno affiancati da centinaia di concerti in tutta Europa e un tour statunitense di 30 live in 35 giorni che terminerà nel glorioso C.B.G.B di Manhattan.
La vita della band brucerà fino al 1992. Significative saranno le presenze a festival come Monsters Of Rock di Modena, dove condividono il palco con AC/DC, Metallica, Black Crows e Queensryche e all’ Arezzo Wave. All’apice del successo, raggiunto senza alcun mezzo convenzionale al music business, la band decide di ritirarsi dalle scene. E forse è anche per questa coraggiosa scelta che, a distanza di 35 anni, quello spirito continua ancora a vibrare, soprattutto con questo disco che è diventato una pietra miliare della musica alternativa italiana nel mondo.
A Marco ( ti aspettiamo! ) e Fabrizio.