“Lasciami qui, lasciami stare, lasciami così
non dire una parola che non sia d’amore.
Per me, per la mia vita che
è tutto quello che ho.
È tutto quello che io ho
e non è ancora finita…finita”
“Annarella”, CCCP – Fedeli alla linea
“Non è ancora finita” cantavano i CCCP – Fedeli alla linea negli anni ’90, e in effetti oggi – a 34 anni di distanza – parrebbe proprio non essere ancora finita. Perché ieri sera all’Anfiteatro Ivan Graziani di Alghero il gruppo italiano punk rock tra i più chiacchierati degli anni ’80, ha dato prova che i tempi sì, sono cambiati, ma loro sanno essere ancora “fedeli alla linea”, con grinta e tecnica da vendere, in grado di trainare più generazioni.
E poco importa che nel tempo si siano riviste le posizioni di allora, che ci siano stati allontanamenti e dissapori tra i due volti più noti del gruppo (Ferretti e Zamboni), che il frontman Ferretti sia stato persino “vittima” di un cambio di passo destrorso con manifeste simpatie verso Giorgia Meloni (alla faccia del cambio di passo!, verrebbe da dire ricordando loro motti di protesta, come: “Produci, consuma, crepa”), perché ieri Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni, Annarella Giudici e Danilo Fatur erano di nuovo insieme – questa volta sul palco algherese – a intonare quelle stesse melodie che li hanno resi iconici, impronte indelebili degli anni Ottanta e Novanta, regalando al grande pubblico il meglio della loro discografia.
Da “Spara Jurij” a “Io sto bene”, passando per “Annarella”, “Emilia paranoica” e “Amandoti”, l’impressione è che il tempo si fosse fermato.
Insomma, i detrattori saranno rimasti con l’amaro in bocca, perché nonostante tutto – cioè nonostante una città poco preparata ad accogliere forse il concerto più atteso dell’estate, basti pensare all’assenza di navette che traghettassero appositamente all’evento, ai taxi indisponibili e alle rotte dei pullman di linea totalmente in tilt, con corse cancellate all’ultimo minuto – l’appuntamento di ieri, sabato 3 agosto, è stato un successo.
Organizzato dalla Cooperativa Le Ragazze Terribili e da Shining Production in collaborazione con l’amministrazione comunale di Alghero e la Fondazione Alghero, era inserito nel cartellone del festival Abbabula 2024 e parte del programma dell’Alguer Summer Festival.
Generazioni a confronto riunite in un’unica arena, gremita di un pubblico entusiasta oltre le aspettative. “Era da tanto che non si assisteva a un concerto così, capace di far rivivere le sonorità graffianti degli anni ’80!”, sono i primi commenti che si colgono a fine serata, al primo defluire della folla.
Ma come è avvenuto il riavvicinamento? Prima c’era stata la proposta di partecipare a “Kissing Gorbaciov”, un film documentario sui concerti di alcune band italiane (tra queste, i CCCP) che il comune di Melpignano aveva organizzato in Unione Sovietica nel 1989, a Mosca e Leningrado, pochi mesi prima della caduta del muro di Berlino.

Dopo l’incontro per il docu-film, i quattro si sono resi conto di trovarsi ancora bene assieme. E così è nata un’altra idea: Zamboni e Giudici sono andati dal sindaco di Reggio Emilia e dal direttore di Palazzo Magnani a proporgli una mostra. La mostra in questione si chiama “Felicitazioni! CCCP – Fedeli alla Linea 1984-2024”. Ospitata da metà ottobre 2023 ai Chiostri di San Pietro a Reggio Emilia, ha registrato 45 mila visitatori. Annarella Giudici ha poi spiegato che non sarebbe stata la mostra di un gruppo musicale che “è stato”. “C’è anche questo, ovviamente, ma è più la rappresentazione del mondo di chi non si riconosce nella realtà attorno”, ha aggiunto durante l’intervista rilasciata per il giornale Rolling Stone.
Una reunion che doveva sfociare in un solo concerto, e limitarsi a quello, cioè l’esibizione al teatro Romolo Valli di Reggio Emilia lo scorso ottobre, e che invece dopo le tre date sold out all’Astra Kulturhaus di Berlino con il concerto “CCCP in DDDR” (lo avevamo raccontato qui) è diventata un tour, “In Fedeltà la linea c’è”, con decine di date in giro per l’Italia (quella algherese è stata l’unica tappa sarda), che stanno registrando il tutto esaurito.
Tuttavia i quattro artisti preferiscono non si parli di reunion, tant’è che durante la conferenza stampa di presentazione della mostra, Ferretti ha dichiarato: “Semplicemente la cellula dormiente si è svegliata. Vogliamo avere la stessa dignità di quando eravamo giovani e strafottenti, pur essendo vecchi e non più strafottenti”.
Non sono ovviamente mancate le critiche provenienti dai fan della prima ora che hanno bollato la rimpatriata come un’operazione commerciale con tutti i crismi, e molti hanno perfino ironizzato sul web che da “fedeli alla linea” a “fedeli all’euro” il passo fosse veramente brevissimo.
“Io cambio idea, non perché qualcuno mi sta convincendo, ma perché la storia, i racconti, le parole producono un cambiamento in me”, aveva dichiarato alcuni mesi fa Giovanni Lindo Ferretti in un’intervista rilasciata al giornalista Andrea Scanzi, rispondendo in merito alla domanda su come e quanto – a detta del suo pubblico – fosse cambiato nel corso degli anni, e che peso avesse avuto questa reazione su di lui e sulla sua storia.
Una cosa però appare chiara: laddove la politica divide, la musica è capace di unire. Anche se è sempre stata una musica fortemente politicizzata. E il concerto di ieri ne è la conferma.
Tutte le foto sono a cura di Costantino Idini
