Pubblichiamo il racconto di Martina Guzzetti (Sinnai) e Damiano Carta (Perdasdefogu), appena rientrati dal viaggio verso Auschwitz insieme ad altri duecento ragazzi e ragazze delle scuole sarde per il quattordicesimo “Viaggio della Memoria” promosso da Arci Sardegna
Promemoria Auschwitz è un progetto promosso dall’associazione Deina APS, e portato avanti in Sardegna tramite la collaborazione con ARCI, di educazione alla cittadinanza pensato per accompagnare le giovani generazioni alla scoperta e alla comprensione della complessità del reale a partire dal passato e dalle sue rappresentazioni, affinché possano acquisire lo spirito critico necessario a un protagonismo nel presente. Il progetto si impegna a consapevolizzare i ragazzi riguardo i temi della Shoah e della Seconda guerra mondiale accompagnandoli in un viaggio, della durata di sei giorni, attraverso i luoghi cardine di questo triste capitolo di storia.
Il viaggio però è solo una parte dello stimolante percorso educativo, costituito infatti anche da diversi incontri che alternano laboratori storici e attività di gruppo in cui i ragazzi, guidati dai tutor, acquisiscono gli strumenti fondamentali alla comprensione dei luoghi e delle storie viste e ascoltate durante il viaggio. Non solo, questi incontri sono un’occasione per conoscere i propri compagni di viaggio, coloro con cui condividere insicurezze e paure, desideri e aspettative durante il percorso. Invero, da partecipanti, i dubbi erano tanti: saremmo riusciti a immedesimarci in chi quel dramma l’ha vissuto in prima persona? Saremmo riusciti a dare il giusto valore e rispetto a quei luoghi? Saremmo stati a nostro agio nell’esternare e condividere le nostre emozioni con persone fino a un mese prima
sconosciute?
Ma soprattutto, saremmo riusciti effettivamente a comprendere il perché tutto questo sia successo?
La soluzione a quest’ultimo quesito non l’abbiamo ottenuta, anzi nella nostra mente risuonano più domande di prima, eppure siamo tornati con delle nuove consapevolezze. La prima è quella per cui da un lato a legittimare quel potere siano state le decisioni di persone comuni, ma dall’altro che, sempre persone comuni, abbiano preso le decisioni che hanno fatto la differenza, scegliendo di non rimanere impassibili di fronte a una tale brutalità. Partecipare a questo progetto, a distanza di ottant’anni dai fatti che tratta, è fondamentale perché se è vero che “la storia non si ripete, ma fa le rime”, oggi nel mondo possiamo udirne le rime baciate ovunque ci voltiamo. Ognuno di noi ha un dovere di memoria verso chi quei regimi hanno cercato di cancellare, ma ha anche il dovere di usarla nella costruzione del nostro presente: la memoria di domani. Oggi da individui, da persone comuni, che hanno compiuto la scelta di intraprendere questo percorso, ci sentiamo responsabili più che mai di essere portavoce di coloro a cui la voce è stata tolta e di chi ancora oggi non l’ha. La responsabilità che ci attribuiamo è quella di alzarla verso chi ancora si ostina a non ascoltare.
Questa nuova rubrica nasce con la precisa volontà di ascoltare il punto di vista delle persone più giovani su tanti temi, grandi e piccoli. È una generazione spesso trascurata nel dibattito politico e altrettanto spesso è descritta come poco impegnata, disinteressata e senza aspirazioni. Noi pensiamo tutto il contrario e abbiamo deciso di dare loro voce con questo spazio.