A pochi passi dall’antica tonnara di Cala Regina, in una Cagliari dei primi del Novecento, viene ritrovato il corpo moribondo di Costanza Pes, maestra e suffragetta, brutalmente aggredita al termine di una manifestazione femminista in supporto al suffragio universale. Inizia così, con un mistero da risolvere e un colpevole da individuare “Il misfatto della tonnara”, terzo capitolo della saga noir pubblicata da Einaudi e dedicata a Clara Simon, giornalista investigativa nata dalla penna dello scrittore e giornalista Francesco Abate.
Il romanzo, che segue “I delitti della salina” e “Il complotto dei Calafati“, tutti editi da Einaudi-Stile Libero, è arrivato nelle librerie lo scorso 10 ottobre e fin dalle prime pagine riporta i lettori e le lettrici nelle atmosfere della Cagliari della Belle Époque, cuore pulsante del racconto, quasi un personaggio principale a sé stante.
Attraverso una minuziosa ricostruzione storica, basata sulle cronache dell’epoca e la ricerca giornalistica condotta spulciando gli archivi de ”L’Unione Sarda”, Francesco Abate ci regala ancora una volta l’affresco vivido di una città in continua evoluzione, cosmopolita e ricca di contrasti. I personaggi che accompagnano la giornalista Clara Simon nella sua indagine restituiscono, pagina dopo pagina, la complessità della società sarda del secolo scorso, tra le eleganti sale dei caffè storici, gli affari della borghesia commerciale e le realtà operaie che raramente trovano spazio nella narrazione dell’epoca.
Abate ha iniziato il tour di presentazione de “Il misfatto della tonnara” da Sassari lo scorso 12 ottobre, ospite della Libreria Dessì che ha accolto lo scrittore nelle prestigiose sale storiche della Biblioteca universitaria di piazza Fiume, tra antichi volumi e incunaboli, con un folto pubblico che ha ascoltato il racconto appassionato dello scrittore e giornalista cagliaritano.
Clara Maylin Simon, protagonista dei tre romanzi che compongono la saga, è figlia mezzosangue di una donna cinese morta di parto e un capitano della regia marina militare, proletaria da parte di madre e borghese da quella paterna. Una ragazza di ventuno anni piena di coraggio e intraprendenza, prima giornalista de ”L’Unione” a farsi strada in una redazione maschile, sfidando i pregiudizi dell’epoca.
Questo affascinante personaggio è il frutto della scrittura a sei mani tra Abate, sua moglie Grazia Pili, giornalista e l’editor Rosella Postorino. Insieme hanno dato vita a una figura femminile forte e indipendente che rappresenta una Cagliari in cui le classi sociali si scontrano in un’epoca di grande trasformazione.
Ancora una volta, insieme ai suoi compagni di indagine Ugo Fassberger e Rodolfo Saporito, Clara si trova ad affrontare un mistero da risolvere, incaricata dal suo acerrimo nemico, il Conte Roberto Cappai Pinna, di mettersi sulle tracce del vero colpevole, nel tentativo di scagionare Camillo Cappai, suo lontano cugino nonché figlio del prossimo candidato a Sindaco della città.
Intrecciato con l’indagine della giornalista investigativa c’è il fatto realmente accaduto della rivolta delle maestre e operaie cagliaritane, unite nel movimento di lotta per la promozione dei diritti delle donne. Le pagine più appassionanti del libro riportano le manifestazioni di protesta a favore della rappresentazione a Cagliari di “Casa di bambola” di Henrik Ibsen, nonostante l’opposizione del movimento conservatore cagliaritano. Maestre e sigaraie della manifattura tabacchi, insieme, difenderanno il diritto delle giovani cagliaritane a vedere la messa in scena dell’opera da parte della famosa attrice Italia Vitaliani.
“Il femminismo dove non te lo aspetti”, come ha raccontato Abate nel corso della presentazione. Ed è una Cagliari che stupisce, quella che ancora una volta viene fuori dalle pagine del romanzo, in cui Clara Simon sarà accompagnata da una moltitudine di personaggi: maestre, giovanotti dell’alta borghesia cagliaritana, portuali, piciocus de crobi e sigaraie. Quel mondo a cui Clara rivolge da sempre le sue attenzioni, alla ricerca della verità dei fatti e di giustizia.