“ I robot erediteranno la Terra? Sì, ma saranno i nostri figli”
Marvin Minsky
È il 1994 e con queste parole Marvin Minsky, uno dei pionieri dell’intelligenza artificiale, condivide il suo punto di vista sul mondo futuro. Queste parole hanno riecheggiato ieri, nella sala conferenze dell’Exma di Cagliari, in occasione della seconda giornata del FestivalScienza dedicato al tema ‘Scienza in Movimento’, giunto alla sedicesima edizione e organizzato dall’associazione ScienzaSocietàScienza. L’ingegnere nucleare Giuseppe Anerdi e Paolo Dario, una delle figure storiche della robotica mondiale hanno presentato il loro libro ‘Compagni di viaggio. Robot, androidi e altre intelligenze’, pubblicato nel 2022: un viaggio di 12 capitoli tra riflessioni di ingegneri, filosofi, sociologi e bioetici, romanzieri e cineasti sulla creazione di creature artificiali intelligenti, tema di grande attualità.
La genesi
“ ‘Compagni di viaggio’ è figlio della pandemia da cui finalmente siamo usciti dopo anni di confinamento – racconta Giuseppe Anerdi – Durante il lockdown la prima cosa che ci è venuta in mente era una riflessione su quanto sarebbe stato comodo avere una creatura artificiale biologicamente immune al virus e in grado di fare le stesse cose che potevamo fare noi: operare con le macchine, all’interno delle officine, curare i malati e assisterli”.
Uomini e macchine nella storia
I due autori, a partire dalla teoria di Minsky, hanno parlato dei robot come “figli di una società mista”. Fatta di uomini e delle loro creazioni, i robot, con capacità molto simili a quelle umane. Pur non essendo identici a noi, poiché ogni generazione di “figli” è unica rispetto ai “padri”, condivideranno comunque un legame profondo con noi, in quanto loro creatori ma, soprattutto, guida fondamentale nel garantire un comportamento etico in questa società mista. Anerdi fa notare che questo legame importante genera riflessioni in chiunque e in qualsiasi ambito: nel cinema, attraverso film come ‘I, Robot’ e ‘Robot Centenario’ , che esplorano le dinamiche complesse tra uomini e macchine. Nella storia dell’umanità, che da sempre ha cercato di creare creature artificiali, come dimostrano diversi racconti e leggende: dal mito di Efesto che, grazie alle sue assistenti ginoidi, realizzò lo scudo di Achille, al racconto biblico di Adamo che progettò i suoi “robot” per rimpiazzare i suoi schiavi, persone che avrebbero potuto ribellarsi. Anche le leggende orientali taoiste parlano di creature artificiali e, allo stesso modo, le si può rintracciare nella cultura africana all’interno di una leggenda che racconta la nascita del gruppo bantu.
La robotica e il suo approccio interdisciplinare
Paolo Dario prosegue l’incontro sottolineando che la robotica è una disciplina amplissima collegata alla storia, alla filosofia, all’arte o, ancora, alla natura stessa: un chiaro esempio dell’approccio della robotica alla natura è rappresentato dalla robotica bioispirata che, come il nome stesso suggerisce, si basa sulla creazione di creature artificiali ai tantissimi esemplari dell’universo animale e vegetale. In questo caso la creazione di macchine intelligenti si spinge oltre il mero aspetto cognitivo, cercando di replicare la grazia di un gatto o la flessibilità di un polpo.
I progressi
Insomma, la robotica, come dimostra il lavoro di Paolo Dario e della Scuola Superiore Sant’Anna, sta facendo passi da gigante: la creazione di arti artificiali percepiti dall’amputato come propri e l’esplorazione del corpo umano senza alcuna ferita, grazie a una capsula robotica, sono alcune delle sfide affrontate dal team di Dario. Inoltre, i robot sarebbero ormai capaci di affrontare sfide ambientali e di rendere possibili compiti altrimenti inaccessibili, come nel caso del disastro ambientale della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon avvenuto nel 2010. Questi progressi rivelano che è realmente possibile che nel 2035, come ipotizzato dalla fantascienza, tutti noi avremo a disposizione dei robot.
Robot vs intelligenza artificiale
I robot, associati all’intelligenza artificiale, generano timore per un possibile dominio delle macchine sull’uomo. A questo proposito Anerdi smentisce la presunta intelligenza nei robot: infatti, “mentre possono compiere azioni intelligenti, tanto da sentir parlare di ‘intelligenza artificiale forte’, paragonabile a quella umana, sono comunque privi di coscienza ed emozioni. Questo dimostra che in realtà non possono essere paragonati lontanamente all’intelligenza umana”.
L’evento si conclude con un invito, rivolto specialmente i ragazzi e le ragazze presenti, a riflettere sul ruolo dei robot nella nostra società: dalla creazione delle creature artificiali alla bioispirazione, dalla collaborazione uomo-macchina alle sfide ambientali ‘Compagni di viaggio’ apre le porte a un importante dialogo sul futuro.