Un pubblico di settemila persone connesse da ogni parte del mondo: è il successo più grande ed evidente dell’edizione 2020 di Pazza Idea, festival letterario cagliaritano organizzato da nove anni dall’associazione culturale Luna Scarlatta che questo novembre, dal 26 al 29, si è tenuto interamente in streaming. Nell’anno della pandemia mondiale, con le restrizioni che vietano incontri ed eventi, il festival ha scelto di esserci. Una decisione coraggiosa, condivisa da tanti organizzatori che hanno pensato di resistere, magari con programmi ridotti o pubblico a distanza, per non creare un vuoto culturale e non far passare il pericoloso messaggio che si possa fare a meno della cultura.
E da un festival come Pazza Idea, da sempre attento al mondo digitale e alle sue infinite possibilità, passare da una dimensione reale a quella virtuale è stato quasi scontato. Confermate le date, confermati tutti gli appuntamenti con gli ospiti (Anne Boyer, Manuel Vilas, Petros Markaris, Jeffrey Schnapp, Guido Harari, Emma Dante, Luigi Manconi, Melania Mazzucco, Claudia Durastanti, Maurizio Ferraris, Viola Di Grado, Luca Sofri, Cristina Comencini, Sandro Bonvissuto, Riccardo Sinigallia, Emanuela Canepa, Daniele Mencarelli, Marta Barone, Lavinia Bianchi, Yari Selvetella, Pierluigi Vaccaneo, Marta Perego, Roberto Carnero, Vera Gheno, Mafe De Baggis, Giovanni Ziccardi, Annalisa Ambrosio, Enrico Galiano, Renato Chiocca, Egidia Bruno, Vincenzo Vecchione) e anche lo spazio, il Ghetto di Cagliari, Pazza Idea si è trasferita on line con gli eventi trasmessi sul sito e sui canali social.
Degli spettatori abbiamo già parlato; ci sono poi le tantissime interazioni attraverso Facebook, Twitter e Instagram da paesi diversi, i workshop da tutto esaurito con partecipanti da ogni parte d’Italia. La formula nuova ha permesso anche di coinvolgere professionisti diversi come operatori di ripresa, registi, web master, montatori e uno staff di comunicazione sempre più specializzato. Non era scontato tenere in streaming lo standard di qualità che ha portato Pazza Idea a essere una delle realtà culturali più vivaci e amate di Cagliari, eppure i numeri parlano chiaro.

Che questo annus horribilis abbia almeno contribuito a far nascere una riflessione nuova sulla cultura, sugli eventi, sulle potenzialità della rete ce lo conferma Mattea Lissia, direttrice artistica del festival: “Quel 25 ottobre, quando è stato approvato il nuovo decreto sull’emergenza da Covid-19 che vietava gli eventi in presenza, noi ci stavamo preparando al festival nella maniera solita. Ci siamo ritrovati a ripensare al calendario per trasformare tutto in rete, e ci siamo riusciti: il Ghetto è diventato uno studio, e così abbiamo invitato tutti gli ospiti che potevano viaggiare e preparato collegamenti con quelli che invece non potevano muoversi. Non abbiamo modificato il programma ma anzi lo abbiamo ampliato, raggiungendo le persone quando non avrebbero potuto spostarsi. Siamo andati negli Stati Uniti e abbiamo incontrato in anteprima nazionale Anne Boyer, scrittrice e poetessa statunitense che quest’anno ha avuto il Premio Pulitzer per la saggistica, con lei abbiamo parlato di un problema urgentissimo, quello del sistema sanitario mondiale.Abbiamo intervistato lo scrittore Petros Markaris con un interessante chiacchierata sui temi dell’economia europea seguita anche da un pubblico greco. Alcuni degli appuntamenti sono stati registrati prima e sottotitolati, in modo da ampliare ulteriormente la fruizione. E’ così che abbiamo raggiunto oltre settemila spettatori da tutto il mondo. Tutti gli incontri sono stati registrati e saranno a disposizione gratuitamente del pubblico, di istituti e università, archivi digitali come la Digital Library della Regione Sardegna. Questa emergenza ha aperto nuove possibilità per tutti, e soprattutto ci ha presentato l’opportunità di ampliare all’infinito la fruizione della cultura”.
(nella foto di Sara Deidda, lo staff di Pazza Idea)