La Maison Valentino ha visto invase le sue pagine social di insulti omofobi a causa dell’ultimo scatto proposto sulle riviste e sul web: il modello americano di ventisette anni Michael Bailey-Gates si è ritratto senza vestiti, mentre promuove una borsa della nuova collezione.
La campagna, voluta dal direttore artistico Pierpaolo Piccioli, richiama un’ambientazione classica, con le colonne scanalate a fare da scenografia d’appoggio al modello. L’androginia di Michael Bailey-Gates è un richiamo altrettanto forte alla tradizione greca e romana (la borsa si chiama Roman Stud), dove la rappresentazione del corpo nudo degli atleti era accettata e ampiamente documentata da sculture giunte fino a noi.
Le statue greche antiche dei Kouroi, con lunghi capelli a treccia, danno un’immagine della virilità più ampia e sfaccettata rispetto ad una visione rigida della bellezza maschile.
Ma un corpo nudo, ancora anni dopo dallo scandalo del quadro “La colazione sull’erba” di Edouard Manet, desta ancora molta attenzione e spesso attrae quel sentimento misto di paura e ignoranza che tragicamente caratterizza molta della comunicazione sui social.
Baily-Gates, oltre che modello è un artista che vive a New York e si è laureato in fotografia alla School of Visual Arts. La sua bellezza maschile non è consueta, ma più delicata e introspettiva rispetto all’esibizione di muscoli a cui solitamente siamo abituati. La valanga d’odio riversata su di lui lo ha costretto a rendere privato il suo account Instagram e ha spinto Piccioli a rilasciare una dichiarazione: “Dopo aver pubblicato questa foto su Maison Valentino, molte persone hanno reagito con commenti odiosi e aggressivi. Il mio lavoro è fornire la mia visione della bellezza in base al tempo che stiamo vivendo, la bellezza e chi consideriamo bello sono un riflesso dei nostri valori”.
Come dargli torto? Il tempo che viviamo preme, su spinta evolutiva, affinché ci si ibridi con nuove realtà, perché si contemplino modi diversi di vivere e di proporsi al mondo e chiede più empatia e condivisione. Il tema è quanto mai attuale, in cima agli accesi dibattiti di un’Italia che ancora sta discutendo il disegno di legge Zan contro l’omotransfobia e le discriminazioni di genere e legate alle disabilità.
“L’odio non è un’espressione – scrive ancora Piccioli – l’odio è una reazione alla paura e la paura può facilmente trasformarsi in violenza, che può essere un commento o un’aggressione a due ragazzi che si baciano in una metropolitana. Dobbiamo opporci e condannare ogni forma di violenza, odio, discriminazione e razzismo, e sono orgoglioso di usare la mia voce e il mio lavoro per farlo, ora e per sempre. Questa foto è un autoritratto di un giovane uomo bello e il male è negli occhi di chi guarda, non nel suo corpo nudo”.
Anche Valentino ha rilasciato una dichiarazione programmatica importante: “Il cambiamento è possibile, nessuno ha mai detto che sarebbe stato facile ma io sono pronto ad affrontare le difficoltà, in nome della libertà, dell’amore, della tolleranza e della crescita”.
Quanta amarezza nel rifiuto della diversità, nell’incapacità di accogliere un’immagine che devia dagli stereotipi che forzatamente ci sono stati inculcati come dictat. Quanta amarezza nel rifiutare la realtà dell’essere umano in favore di una proiezione mentale che non è un orizzonte ma tristemente solo un limite.