Bagno di folla per Daniele Silvestri che ieri, venerdì 2 agosto, ha conquistato il pubblico de Lo Quarter di Alghero con la seconda e ultima esibizione isolana, inserita nel cartellone del festival Abbabula 2024 (la prima è stata giovedì 1 agosto a Guspini, alle Miniere di Montevecchio, per A Innantis! Festival), registrando l’ennesimo sold out proprio nella città del corallo.
Il cantautore romano – che preferisce essere indicato come “cantastorie” – quest’anno ha spento trenta candeline dagli esordi della sua carriera: “dal calvario alla partenza/ fino al grido conclusivo di esultanza”, per dirla con le sue stesse parole. Ha quindi voluto festeggiare col suo pubblico mettendo a segno un ciclo di concerti cominciati dapprima nel Cupolone e poi estesi a tutto lo Stivale.
È infatti in una veste più intima e acustica che assistiamo alla versione estiva, in trio, del tour “Il Cantastorie Recidivo”: resident show nato proprio per celebrare i trent’anni di attività. Accanto a lui sul palco algherese i musicisti Marco Santoro al fagotto e Davide Savarese alla batteria.
Trent’anni di musica durante i quali Silvestri ha sempre dimostrato una speciale sensibilità per le storie della vita quotidiana, sue o degli altri, come del resto ha fatto ieri condividendo col pubblico che i suoi figli non vanno mai ad assistere ai suoi concerti, né si sognerebbero mai di ascoltare un suo disco perché “troppo noioso”.
Un artista capace di prendere posizione su tematiche politiche e sociali, come ha fatto – sempre ieri – raccontando di terre accoglienti, di migrazioni, di ultimi e di guerre, omaggiando e ringraziando pubblicamente la fondazione EMERGENCY ONG ONLUS – col banchetto posizionato proprio accanto al palco – per l’enorme e importantissimo lavoro che svolge quotidianamente nelle zone di guerra.
Un performer a tutto tondo, un generoso one man show: canta, suona, racconta, coinvolge con la sua poetica e con la sua simpatia, con quell’ironia graffiante tipicamente romana che lo caratterizza. Incita il pubblico, ripercorre con lui alcuni momenti della sua carriera, le storie che lo hanno ispirato, quelle che lo hanno colpito di più.
Il concerto, durato più di due ore, è un concentrato dei singoli che lo hanno reso famoso, lasciando al contempo un segno nella scena musicale italiana, specialmente nella scuola del cantautorato romano: da “Le cose in comune” (1995), “Occhi da orientale” (2000), “Il mio nemico” (2002) a “La parranza” (2007), “Ma che discorsi” (2011) o “While the children play” (2023).
I brani, eseguiti in disordine temporale, in un continuo rincorrersi tra passato e presente, si alternavano alla condivisione di aneddoti, digressioni sull’attualità, senza mai smettere di sperimentare.
I singoli del suo ultimo album “Disco X” per l’appunto, rispondono proprio a questa esigenza: sono nati dalle storie gentilmente offerte dal suo pubblico, che è stato investito della responsabilità di raccontarle. Da questa idea si originano canzoni fortunate come “Il girasole”, che racconta come con la forza della cura una bambina sia stata capace di far spuntare un girasole da una piantina nata per errore tra le mattonelle verticali del balcone della sua casa, nella periferia di Roma. Un piccolo miracolo metropolitano.
Sempre con riguardo alla sperimentazione, quest’ultimo anno ha visto il cantautore romano consacrarsi all’utilizzo di nuovi formati, come il podcast, alimentando ancora di più la sua nomea di cantastorie.
“Le cose che abbiamo in comune”, questo il titolo, è infatti il primo podcast di Daniele Silvestri, realizzato in collaborazione con Fandango, disponibile su Spotify e su tutte le piattaforme di ascolto gratuite. Il progetto di ascolto – anche vodcast su Youtube – nasce direttamente dal palco dei suoi ultimi concerti dal vivo, cioè dai live de “Il Cantastorie Recidivo”, i trenta concerti tenuti a Roma da Silvestri per i suoi primi trenta anni di carriera.
Il podcast vede Silvestri ritagliarsi una parentesi durante i concerti e, accompagnato in ogni puntata da un ospite diverso, raccontare insieme a lui scorci di vita, aneddoti, ricordi e riflessioni, misurandosi con una nuova dimensione del racconto.
L’evento di ieri è stato organizzato dalla cooperativa “Le Ragazze Terribili” in collaborazione con l’amministrazione comunale di Alghero e la Fondazione Alghero ed è inserito nella programmazione del festival “Abbabula 2024”.
Il festival prosegue stasera, sabato 3 agosto, alle 21:30 all’Anfiteatro Ivan Graziani di Alghero per il concerto dei CCCP – Fedeli alla linea, unica tappa sarda del gruppo riunito.
Tutte le foto sono a cura di Bea Cirronis