“Una guerra tra poveri”: così in tanti hanno definito il bando pubblico della Regione Sardegna “Sostegno al sistema economico della Sardegna e a salvaguardia del lavoro a seguito dell’emergenza epidemiologica da Covid-19″ pubblicato poche settimane fa con cui si assegnano indennizzi ai lavoratori sardi danneggiati dalla crisi economica e dall’emergenza sanitaria.
Per ora la “guerra” è solo rinviata: giovedì mattina, atteso momento del ‘click day’ in cui si poteva inviare la richiesta telematica tramite il portale Sardegna Lavoro, il sito è andato in tilt proprio per l’enorme quantità di accessi in contemporanea; in serata è arrivata la nota dell’assessorato che ha fissato alle 10 di lunedì 2 febbraio (poi rinviata ancora a giovedì 4) la nuova data per presentare le domande.

Prevedibile un nuovo corto circuito del sistema, così come è prevedibile che se anche si riuscirà a inviare la pratica ne beneficeranno solo i fortunati che riusciranno a connettersi pochi secondi dopo le dieci. Esattamente come è accaduto lo scorso ottobre per il click day dei contributi regionali per il turismo, quando il budget di 750 mila euro è andato esaurito tra le 8 e le 8 e 2 secondi, distribuito tra 22 associazioni su 164 richiedenti. Un sistema a sportello che assegna soldi pubblici sulla base della rapidità del click e non su una precisa e oggettiva valutazione delle domande.
Ancora una guerra tra poveri dunque con il nuovo avviso regionale: si parla di 7 milioni e trecento mila euro da distribuire come indennità una tantum a 1300 persone. Che ci sarà un nuovo assalto al sito è scontato: l’avviso è rivolto a “beneficiari operanti in Sardegna nel settore dello spettacolo dal vivo, teatro, musica, cultura, danza a compensazione del mancato reddito”: lavoratori autonomi con o senza partita IVA, organismi, agenti, scuole professionistiche inclusi i professionisti e i tecnici del settore audiovisivo e cinema e gli organizzatori di feste e cerimonie, compresi commercianti di abiti da cerimonia, spettacoli pirotecnici, agenzie di viaggio, palestre e ambulanti al dettaglio dei mercati locali, discoteche e discopub. Una platea sterminata di migliaia tra autonomi, associazioni, imprese e società che lavorano tra cultura, sport, turismo, eventi e commercio. L’uno contro l’altro armati davanti al monitor, con la speranza di cliccare invio prima degli altri.
“Una lotteria da sedici euro, dato che dovevano pure pagare la marca da bollo dove il premio se sei fortunato sono dei soldi per poter campare, una lotteria sulla pelle di persone che sono alla disperazione più nera – sottolinea Diletta Mureddu, segretaria regionale Slc Cgil. – E tutto questo perché? Perché si è preferito non ascoltare i lavoratori e le rappresentanze, non ci si è voluti soffermare un attimo a pensare che sarebbe stato meglio stabilire dei criteri di assegnazione, magari dando quelle indennità ai lavoratori che ad oggi non hanno avuto nessun altro ristoro e magari aprendo a quelli intermittenti anziché escluderli dal bando. E invece no, l’assessorato al lavoro distribuisce sette milioni di euro sulla base del ‘dito più veloce’. Resta una rabbia assurda, a pagare sono sempre i lavoratori con meno diritti e meno tutele”.
(in foto, l’edizione 2018 del festival Marina Café Noir a Cagliari, foto di Alec Cani)