Che impatto avrebbe la scienza se le persone comuni potessero contribuire attivamente alla ricerca, raccogliendo una mole più ampia di dati preziosi e accelerando così il progresso? Non serve immaginarlo, questa collaborazione tra esperti e appassionati esiste già e si chiama Citizen Science, un ponte tra la ricerca scientifica e la partecipazione attiva dei cittadini; una disciplina che consente a persone comuni di diventare parte integrante di studi su temi cruciali come la protezione dell’ambiente e della biodiversità. Un esempio tutto sardo di Citizen Science è la sperimentazione in corso nel Parco Naturale Regionale di Gutturu Mannu, avviata per monitorare e proteggere la trota sarda, una specie autoctona in pericolo tra le più vulnerabili nelle acque del parco. Un tempo diffusa su un’ampia area geografica, oggi questa specie sopravvive confinata in ecosistemi specifici e frammentati a causa dei cambiamenti ambientali e climatici che ne hanno drasticamente ridotto l’habitat, conservando caratteristiche genetiche uniche e diventando un vero e proprio ‘fossile vivente’ della biodiversità in Europa.
Il progetto di monitoraggio e i primi risultati
Gutturu Mannu, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Università di Cagliari, ha avviato un progetto innovativo che coinvolge attivamente i cittadini grazie all’uso di videocamere subacquee e schede di monitoraggio. La fase sperimentale è stata condotta nel territorio di uno dei dieci comuni del Parco, Siliqua, da un gruppo di volontari della Protezione Civile Pan Siliqua che ha raccolto dati significativi: su quaranta video analizzati sono state trovate 48 trote sarde, con una media di 2,5 trote per pozza; questo ha consentito di mappare le aree più popolate e di identificare nuove zone da monitorare.
La Citizen Science come strumento di sensibilizzazione
Il coinvolgimento dei cittadini in questo tipo di progetti non si limita alla raccolta di dati: ogni partecipante diventa un custode della biodiversità, contribuendo a diffondere consapevolezza sull’importanza della protezione di specie come la trota sarda; il legame più forte tra comunità e ambiente, non a caso, è uno degli aspetti fondanti della Citizen Science, che unisce persone e natura in una missione condivisa.
Abbiamo chiesto ad Andrea Sabatini, ricercatore del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Università di Cagliari, quale sia l’importanza del coinvolgimento della collettività in un progetto scientifico come quello nel Parco di Gutturu Mannu e in che modo questo abbia supportato il lavoro di ricerca; ci ha spiegato che la partecipazione dei cittadini è fondamentale per ottenere informazioni preziose sullo stato delle specie selvatiche e degli ecosistemi. Sabatini ha confermato che questo tipo di collaborazione permette di raccogliere informazioni che altrimenti richiederebbero un impegno notevole sia in termini economici che di tempo; sebbene i dati raccolti dai cittadini necessitino sempre di un processo di validazione, la quantità e la ripetizione di ciò che si raccoglie ne aumenta il valore qualitativo. “Non va inoltre dimenticata – ha evidenziato il ricercatore – la ricaduta dei processi di Citizen Science nell’implementazione concreta delle azioni di tutela degli ecosistemi”. Della stessa idea è Carlo Murgia, direttore del Parco di Gutturu Mannu, che, raggiunto al telefono per parlare del progetto, ha posto l’accento sul ruolo cruciale del territorio come attore principale. Coinvolgere attivamente la popolazione, ha spiegato, non solo favorisce un atteggiamento positivo verso le iniziative del parco, ma permette anche alle parti coinvolte di diventare propositive, avanzando soluzioni e idee utili. “Questo approccio” – ha aggiunto Murgia – è particolarmente rilevante per il successo di un’area protetta come il Parco, perché il consenso e la partecipazione della comunità locale sono fondamentali per la sua gestione e accettazione”. Il direttore ha poi evidenziato come la conoscenza sia alla base di ogni progetto di conservazione: diffonderla non solo tra gli esperti è un passaggio essenziale per garantire il successo di queste iniziative; solo così è possibile colmare il divario tra la comunità e i ricercatori, rendendo i cittadini attori consapevoli e non semplici spettatori.
Osservare da vicino, che emozione
A Isacco Fanni, assessore all’ambiente del Comune di Siliqua e membro del gruppo di Protezione civile PAN Siliqua, abbiamo chiesto cosa avesse spinto i volontari a partecipare al progetto e quali ricordi si portano ancora dentro. Fanni ci ha raccontato che il progetto, nato nel 2020 durante il lockdown, si è rivelato nel corso degli anni particolarmente coinvolgente per i partecipanti. I volontari hanno avuto l’opportunità di verificare direttamente la presenza delle trote e di osservarle grazie alle videocamere, che spesso le riprendevano avvicinarsi o allontanarsi, creando momenti di forte emozione. “I campionamenti, condotti fino a febbraio 2024 hanno confermato la presenza delle trote nel territorio, rendendo evidente l’importanza di proseguire gli sforzi per la loro tutela”.
La scienza condivisa per la protezione della biodiversità
Il progetto del Parco Naturale di Gutturu Mannu è solo uno degli innumerevoli esempi di come la Citizen Science possa contribuire alla salvaguardia della biodiversità e, allo stesso tempo, sensibilizzare la popolazione sull’importanza della protezione ambientale. La scienza condivisa non è solo una fonte di dati per gli studiosi, ma anche un potente strumento di coinvolgimento e consapevolezza per tutti e tutte noi.