Vincenzo Schettini da Monopoli ha stravolto l’approccio di migliaia di studenti verso la fisica, materia spesso considerata ostica, ma che alla fine ha a che fare con una pressoché infinita quantità di aspetti della vita. In pochi anni l’istrionico docente pugliese, che insegna alle scuole superiori, attraverso le sue lezioni che spopolano sui social è diventato un fenomeno mediatico. Ora, dopo aver dato alle stampe due libri che vanno a ruba, sta portando in tour ‘La fisica che ci piace’, una coinvolgente lezione show con la regia di Paolo Ruffini che è andata in scena con due spettacoli organizzati dal CeDAC – Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna, giovedì 13 al teatro Massimo di Cagliari e venerdì 14 al teatro Comunale di Sassari. Dopo aver intervistato Vincenzo Schettini siamo andati ad assistere alla data cagliaritana del suo spettacolo e vi raccontiamo le nostre impressioni.
“Ci vuole un fisico bestiale” cantava Luca Carboni nel 1993, titolo che Vincenzo Schettini ha scelto per la sua ultima fatica editoriale pubblicata da Mondadori e impreziosita dalla prefazione di Giorgio Parisi, Premio Nobel per la fisica nel 2021. Un titolo per nulla casuale, visto che assieme alle scienze naturali “la musica è la mia grande passione, ci racconta, sono diplomato in violino e in didattica della musica al conservatorio e direttore del coro gospel Wanted Chorus”. Ecco perché nel suo show ‘La fisica che ci piace’ “le due discipline si fondono in maniera creativa”, riproponendo sul palco parte delle sue lezioni divulgate attraverso i social con una pièce che coniuga la didattica, “son pur sempre un professore”, ci tiene a sottolineare, al sapore per lo spettacolo teatrale; è un passo consequenziale alla creazione di contenuti in rete in un momento dove la rete era in crescita, quando nessuno pensava che uno youtuber poteva emergere e sarebbe venuto fuori. “In quel momento propizio credo di aver giocato bene la carta dell’originalità riuscendo a spiegare una materia così pesante, grigia, apparentemente complicata, in una maniera semplice. D’altra parte mi ha aiutato il personaggio, che poi corrisponde al mio modo di essere, sono lo stesso che traspare nei video e anche quanto vado a raccontare, ovvero i contenuti che vanno oltre il sensazionalismo del breve periodo e mi hanno permesso di crescere e durare nel tempo”.
Anche a teatro Vincenzo Schettini riesce a stabilire con la platea lo stesso rapporto che ha in classe con i suoi studenti e con quanti lo seguono on line, un rapporto diretto, immediato, coinvolgente, andando a pescare fra il pubblico alcuni spettatori, grandi e piccini, che diventano alunni e “partners in crime” con i quali ripercorre le principali branche della fisica. Il palcoscenico diventa così aula e laboratorio, dove, aggiunge, “utilizzo la multidisciplinarietà, un approccio trasversale ispirato dal mio punto di riferimento assoluto, il mio mito Leonardo da Vinci, che mi ha insegnato a non essere incasellato nell’insegnamento della scienza e a spaziare in altri argomenti, musica compresa, ed è per questo che ho messo il violino al centro del mio spettacolo, nella quarta parte, quando parlo di onde”.

Allora la lezione si trasforma in festa, in ricreazione, con lancio di merendine compreso, il pubblico si diverte, canta all’unisono pezzi arcinoti che hanno il loro culmine con ‘Il blu dipinto di blu’ di modugnana memoria, “è il messaggio per i giovani che si stanno facendo impigrire dalla tecnologia, che ti svuota, ti disidrata, la musica ti insegna la pazienza che nell’era del digitale e del tutto e subito è un concetto molto complicato”.
Lo scrittore Marco Mavaldi sostiene che la fisica e la poesia sono i segreti per capire il mondo, una nozione sposata da Schettini, “la poesia intesa come insieme di parole, la fisica è intesa come insieme di particelle, il poeta passa attraverso l’immaginazione, c’è qualcosa di profondo, di enorme e da questo sono partiti i più grandi fisici”, da Isac Newton ad Albert Einstein, da Nikola Tesla a Enrico Fermi, tutti protagonisti del mio libro dove racconto i fisici più pop della storia. Senza la fantasia, senza la creatività Einstein non avrebbe mai potuto ripensare alla natura dell’universo senza immaginare questa deformazione spazio temporale”.
“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” recita la ‘Legge della conservazione della massa’ di Antoine-Laurent de Lavoisier, ed è quanto accade nello spettacolo di Vincenzo Schettini, un caleidoscopio di lezione e ricreazione che diverte i grandi e fa saltare sulla poltrona i più piccoli, con il professore che diventa attore, rock star, giullare di corte e che alla fine lancia un unico messaggio, invitando tutti a non perdere la curiosità e la sete di sapere. La carta vincente è un linguaggio semplice, quello che auspicava il padre della meccanica quantistica Werner Karl Heisenberg, che sosteneva che il valore della terminologia sarebbe stato il criterio per valutare il grado di conoscenza raggiunto. Le migliaia di alunni e alunne del professor Schettini ci comunicano che probabilmente questo corrisponde a realtà e fra questi anche quelli cagliaritani che dopo lo show e un interminabile fila per farsi autografare una copia del libro vanno via dal teatro Massimo come Nazim Hikmet dal mare: con un poco di speranza e di saggezza in più.