Ci sono metafore che si scrivono da sole, come quella della vita che costringe a mettersi in mare aperto per affrontare vento contrario e onde più alte di quelle immaginate. In questo caso la similitudine descrive l’impresa di Gabriele Catta, giovane studente di 22 anni di Monserrato, che lo scorso 4 settembre ha nuotato per 100 chilometri senza sosta in mare aperto, da Foximanna a Tertenia (Nuoro) fino al porticciolo di Marina Piccola a Cagliari, per raccogliere fondi a favore della ricerca contro il cancro. La traversata, che ha richiesto più di 30 ore di tragitto, è stata dedicata alla memoria del nonno Gino Mascia, medico di famiglia scomparso un anno fa a causa della leucemia.
Gabriele non è nuovo a sfide simili. Questa è infatti solo l’ultima delle sue imprese sportive a scopo benefico. Due anni fa ha completato 52 chilometri a nuoto e lo scorso anno ha corso 21 maratone in 21 giorni in 20 diverse regioni italiane, sempre con l’obiettivo di raccogliere fondi per l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) o la Volontariato Sclerosi Multipla Sardegna ODV (VoSM), nella speranza che un giorno malattie come la leucemia o la sclerosi multipla possano essere sempre più curabili.
E’ lui stesso a raccontarci come lo sport possa essere un potente strumento di solidarietà e sensibilizzazione, spiegando che il messaggio che intende lanciare è: “Sicuramente quello di non arrendersi mai davanti alle difficoltà, pensando a chi affronta sfide molto più grandi e impegnative come quelle di un tumore o una malattia come la sclerosi multipla. Io metto a disposizione la mia salute e la mia vita per sostenere la causa di chi combatte ogni giorno battaglie enormi”.
All’arrivo nel porticciolo di Marina Piccola, al termine della traversata, Gabriele è stato accolto con applausi scroscianti da una piccola folla di sostenitori e dal presidente del Consiglio comunale di Cagliari Marco Benucci, in rappresentanza del sindaco Massimo Zedda. Benucci ha omaggiato il giovane nuotatore con una pergamena di menzione speciale, definendolo un esempio di “determinazione e impegno civico”. Accanto a Benucci, ad accogliere il nuotatore c’era anche Corrado Sorrentino, campione di nuoto che due anni fa portò a termine un’impresa simile percorrendo 700 chilometri con il Giro di Sardegna (ne abbiamo parlato qui nell’articolo di Maria Carrozza).
“Questi sono progetti a cui penso molti anni prima perché hanno bisogno di una lunga preparazione sia fisica che mentale – racconta Gabriele – nonno era ancora vivo quando gli ho parlato della mia idea. Uno dei miei scopi è quello di superare i limiti fisici e mentali, quindi faccio i miei calcoli, valuto la fattibilità e se la sfida potrebbe andare bene per raccogliere fondi, poi se tutte queste risposte sono positive allora decido di farlo”.
Sfide come questa comportano anche molte difficolta, questo è evidente. “Di momenti difficili ce ne sono stati diversi – spiega -. All’inizio non è stato per niente facile perché avevo onde di quasi un metro e mezzo e vento contrario per tanti chilometri. Ho anche pensato “se è tutta così, l’impresa diventa davvero difficile”. Quando è arrivato il buio della notte, poi, non si vedeva niente, stavo sbattendo contro il gommone, ho avuto anche allucinazioni e non era facile gestirle. Al termine del tragitto notturno ho avuto molto freddo e lì il rischio è quello di andare in ipotermia ma fortunatamente non è successo anche grazie alla speciale crema che ho usato per proteggere il mio corpo, la stessa che usa lo sportivo che ha battuto il record del mondo di 130 km di traversata. Gli ultimi venti chilometri sono stati particolarmente pesanti a causa della stanchezza, stavo procedendo davvero piano, arrivato a Torre delle Stelle quasi non mi muovevo”.
Gabriele Catta, studente universitario di scienze motorie e nutrizione, nonché preparatore sportivo, naturalmente non ha affrontato tutto questo da solo. A seguirlo nella traversata era presente una equipe multidisciplinare che ha monitorato le sue condizioni di salute fisiche e mentali, insieme alla sua inseparabile fidanzata Alessia Cocco, che lo sostiene e si occupa dell’organizzazione dal punto di vista della comunicazione.
“Organizzare queste imprese non è affatto semplice, – ha precisato il giovane sportivo – sono seguito dal punto di vista medico e nutrizionale ma manca un vero team che possa supportarmi, con degli sponsor importanti che siano in grado di trainare maggiormente l’evento, consentendoci di raccogliere ancora più fondi”. Intanto la raccolta di quest’anno ha raggiunto la ragguardevole somma di 15mila euro.
Naturalmente, compiuta la traversata solo pochi giorni fa, Gabriele sta già immaginando la prossima avventura: “Vediamo un po’, mi piacerebbe sfidarmi con i 130 km a nuoto che è il record del mondo, oppure fare 20 ironman (una competizione estrema con un mix di nuoto, ciclismo e corsa) in 20 giorni o magari nuotare tra Sardegna e Corsica in 60 giorni, circumnavigandole a nuoto”. Nella sua voce tutto l’entusiasmo di un giovane che ama lo sport quando veicola messaggi importanti. Chissà quale altro traguardo raggiungerà, per nonno Gino e tante altre persone.