Probabilmente nessuno vuole più nemmeno sentire questa frase, però, volenti o nolenti, ci si casca tutti in prossimità della fine dell’anno.
Come richiamato sui tipici luoghi comuni sul Natale, durante le festività natalizie si crea quel costante alibi che porta a rimandare ogni cosa a dopo l’Epifania, fermo restando che una cosa in particolare non la si può rimandare: la LISTA DEI BUONI PROPOSITI.
E qui non c’è davvero bisogno di scomodare le fantasie più fervide, perché sottomano ritroviamo i gettonatissimi:
“quest’anno la dieta la faccio seriamente”, nella variante “vado dal nutrizionista”;
e poi
“quest’anno mi laureo”;
o ancora
“quest’anno mi iscrivo ad un corso d’inglese”,
e per i più pigri un bel generico “quest’anno cambio vita!”.
Come accennato poco fa, però, sfugge il dettaglio che subito dopo la tanto attesa svolta che dovrebbe avvenire il giorno 1, indipendentemente da come cada nell’arco della settimana, ci sono quei cinque giorni che remano contro, dove le università e le scuole sono chiuse, mangiare si dovrà pur mangiare ed essendo tutto in stand by anche i grandi progetti dovranno attendere.
Perciò è facile realizzare come il nuovo anno sia un anno in più, quindi si invecchia, e dunque quello vecchio tanto male non era!
Si, è vero, resta pur sempre l’anno che verrà, tutto può succedere, che sia migliore del precedente, lo faccio a Capodanno così lo faccio tutto l’anno, mangio le lenticchie che portano tanti soldi (e il cotechino perché i sapori si sposano bene assieme), ma la nuova vita che ci si attende va bene anche se arriva con calma, con i suoi tempi, ma soprattutto come semplice evoluzione di quella attuale.