Forte e decisa nella vita come nelle sue proposte di moda, amante degli animali, eccentrica pensatrice fuori dagli schemi. Incontriamo la stilista cagliaritana che ha fatto del nero la sua bandiera.
di Giacomo Pisano
Se ti chiedessimo di definirti, di raccontarti come stilista, come ti descriveresti?
Mi considero una persona schietta, testarda ed intraprendente, con un carattere ribelle ed a volte chiuso. Nel 1985 scatta in me qualcosa di nuovo: voglia di essere “diversa” da ciò che mi circonda, in una società che al periodo pensava solo al consumismo e all’apparenza, senza un briciolo di umanità. Iniziai così a far parte di un gruppo il cui motto era: rifiuto di tutto ciò accomunava il normale comportamento sociale. Questo rifiuto era visibile soprattutto attraverso i codici dell’abbigliamento ed iniziai ad abbracciare la cultura dark consapevole di iniziare una dura battaglia quotidiana in cui si era continuamente esposti ad ogni genere di insulto da parte di chiunque: chi ti urlava ” becchina”, corvo, oppure ti chiedeva se avessi preso la scossa o se ti drogavi. Tutto questo mi aiutò a capire quale fosse la mia strada, e siccome mi confezionavo gli abiti da sola, decisi che il look di questo movimento sarebbe entrato a far parte del mio mondo creativo e che non ne sarebbe mai uscito. Pantaloni e gonne con cerniere, camicioni ed abiti lunghi oversize, giacche dallo stile militare, continuano a vivere nelle mie collezioni in maniera prepotente ma sempre con innovazione, adattando il tutto a quello che sono le esigenze di mercato odierne, smussando quella parte rude con un po’ di apparente dolcezza delle linee. L’arte, altra mia passione viscerale, la fa da padrona nei miei pezzi unici d’alta moda prendendo spunto soprattutto dallo stile medievale e rinascimentale, ma sempre con un chiaro riferimento al post punk e dark rock. La donna che veste i miei abiti è sicuramente una donna che vuol far parlare di sé, molto coraggiosa e che non ama passare inosservata: una donna egocentrica ma soprattutto futuristica. Mi definisco una stilista anticonvenzionale e non di tendenza, ed il mio motto è: indossa ciò che ti rappresenta, perché è questo che ti darà la forza di farti capire chi sei veramente, ovvero una persona unica.
Quando hai scoperto la passione per la moda?
La mia vera e propria passione per la moda nasce solamente negli anni 80; prima di quel periodo pensavo che per poter diventare un giorno stilista, bastasse semplicemente avere tanta fantasia e sfornare un’infinità di bozzetti tale da poter essere definita una star. Ovviamente ben presto ho capito che non funzionava così, e ho realizzato che fosse arrivato il momento di concretizzare tutta questa mia fantasia che altrimenti sarebbe rimasta per sempre su quei fogli pasticciati senza mai poter prendere vita. Cresce così la voglia di vedere animarsi le mie “creature” per poter toccare con mano ciò che avevo disegnato per vederlo indossare da qualcuno: tutto ciò diventa subito una necessità quasi incontrollabile da parte mia, avevo voglia di urlare al mondo le mie idee comunicando attraverso loro. Quale mezzo migliore poteva esserci per mostrare al mondo le mie capacità e sovrastare in parte il mio carattere schivo e solitario? Da quel momento non ho più smesso di credere in questo mio pensiero, ed in ogni mia collezione penso sia evidente.
Come nasce una tua creazione? Quali sono le cose, le persone o i luoghi che ti ispirano?
Ogni mia creazione, ogni mio singolo pezzo, racconta sempre una storia, uno scorcio di vita vissuta,il passato e il presente. Sono un’appassionata incallita di storia e mai nelle mie collezioni può mancare un riferimento che la riguarda; l’arte in primis, con i suoi esponenti eccellenti, ma anche il racconto di donne che hanno fatto parlare di sé per il loro modo di essere grandi lottatrici, anticonvenzionali, futuristiche. Quasi sempre l’influenza militare si fonde con l’essere una donna moderna e padrona di sé stessa e mescolando questo evidente tratto maschile, nella mia mente nasce una figura femminile forte e determinata, che padroneggia sia nel mio pret-a-porter che nella mia visione dell’alta moda. Ho omaggiato parecchi personaggi da me amati, tra cui Leonardo da Vinci e Luisa Casati, realizzando con grande stupore quanto in realtà mi somigliassero per la loro vita fuori dal comune e da tutti i limiti imposti dalla società. Anche i luoghi di ispirazione per me sono sempre gli stessi: mondi fatati, irreali, tenebrosi, fantascientifici…
Il tuo amore per il nero è risaputo. Un colore adorato da alcuni e ancora temuto da molti. Cosa ne pensi?
Viviamo in un periodo in cui nessuno ha il coraggio di esprimere se stesso come un ideale ed un modo di essere: troppo omologati ed attenti alla tendenza piuttosto che al proprio credo, senza esprimere alcun sentimento se non quello di apparire vuoti e monotoni e con la paura del giudizio altrui. Dico questo perché per me il nero non è solo un colore, ma un amico che mi accompagna da anni ormai, fin da quando ho abbracciato il profondo pensiero dark, che la gente ancora oggi teme sovrastata dalla superstizione e stupide idee scaramantiche. Il nero non è solo lutto, ma un modo di essere. lo dico spesso, c’è nero e nero….e lo scopri solo se lo sei dentro.
Quali sono le maggiori difficoltà in questo lavoro, specie per chi non propone capi convenzionali?
Quando più di 30 anni fa cominciai il mio cammino nella moda ero già consapevole che non sarebbe stata una passeggiata. Siamo da sempre abituati a seguire le tendenze che la moda in qualche modo ci impone, senza pensare che ognuno di noi può essere trendy ma con personalità, ovvero indossando ciò che più si adatta alla propria immagine, affinché ci si distingua dalla massa. Questo mio pensiero purtroppo non è abbastanza condiviso, specialmente in territorio nazionale, ma apprezzatissimo oltre; a volte mi rammarico per questo, ma non riuscirei ad essere io se cambiassi stile solo per “rimanere” sul territorio. Senza dubbio essere una stilista controtendenza non è facile: arrivi più tardi degli altri ma dritto al traguardo, facendo parlare di te stesso lasciando un’impronta. Questo è il lato più bello ed appagante.
Nei tuoi lavori convivono elementi diversi ben dosati tra loro: dal gothic all’urban street style, al punk con una eco vittoriana. Come tieni tutto in equilibrio?
Diciamo che non è facile far convivere insieme tutto ciò, ma ormai ci sono abituata, mi viene naturale, e penso, anzi spero, che tutto questo riesca sempre a far capire e a far riconoscere la mia impronta stilistica attraverso tutti questi elementi che sembrano lontani fra loro, ma che possono tranquillamente intrecciarsi. L’equilibrio si stabilizza quando tutte queste culture e sottoculture riescono a convivere esprimendosi senza sovrastare le une con le altre, perché è questo che significa per me la parola moda.
Cosa non ci sarà mai in un capo firmato Anna Mattarocci?
Questa è una domanda difficile ma rispondo così: non ci sarà mai alcun riferimento alla mia terra natale, la Sardegna, se non in maniera moderna e rivisitata e con una storia che lo racconta, perché la tradizione è la culla del nostro essere, ma la moda va avanti e dobbiamo fare in modo che le nostre radici possano ancora vivere in un capo ed essere indossate con innovazione, ricerca e modernità, dando così un nuovo volto a tutti elementi del nostro passato.
Come docente quale è la prima cosa che insegni agli allievi dei tuoi corsi?
Prima di tutto insegno che in questo lavoro la cosa essenziale è avere tanta umiltà. Solo così potranno porsi nel difficile mondo della moda, ma soprattutto dico loro di non smettere mai di sognare e non abbandonare mai l’entusiasmo e la perseveranza, perché prima o poi verranno ripagati con tante soddisfazioni. Dopo tutto questo insegno loro la didattica.
Come persona hai delle opinioni forti sulla società, sul rispetto di ambiente e animali. La bellezza ci salverà?
Su tutto ciò ci sarebbe tanto da dire… Sono una persona sensibile e sempre pronta con la mia veste da eroina a cambiare il mondo, ma ahimè, da soli non si può fare tanto. Penso che la sensibilità umana si sia persa nel corso degli anni, trasformando le persone in tanti cattivi orchi pronti ad attaccarti, a deriderti, a schiavizzarti. Se un giorno tutto questo si placherà forse la bellezza interiore di ognuno di noi ci potrà salvare, ma al momento la vedo grigia. Nel frattempo il mio bisogno di aiutare e rispettare gli altri, la natura, gli animali, non può fare altro che rafforzarsi.
Hai già in mente la prossima collezione, puoi anticiparci qualcosa?
La mia nuova collezione è in fase di finitura e posso accennarvi solo che ancora una volta vedrete una donna determinata, a tratti mascolina, ma con un tocco bon- ton…insomma, le sfide mi intrigano sempre…stay tuned.