Lucia Cossu, Leila El Houssi, Alice Strazzeri raccontano la vita di cinque antifasciste legate alla Sardegna per nascita, origine o per ragioni familiari e di militanza: Marianna Bussalai, Graziella Sechi, Angela Maccioni, Nadia Gallico, Giovanna Marturano. Dal 25 al 27 aprile, in occasione del 76esimo anniversario della liberazione dell’Italia dal nazifascimo, l’Istituto sardo per la storia dell’antifascismo e della società contemporanea promuove l’evento “Antifasciste”: un video al giorno sulla pagina Facebook (qui il link) e sul canale YouTube @Issasco.
Marianna Bussalai Angela Maccioni Graziella Sechi
L’insegnante Lucia Cossu ci parlerà delle tre antifasciste isolane Bussalai, Sechi e Maccioni, intellettuali, femministe, sardiste e amiche. La prima, “Mariannedda ’e sos Battor Moros” nata a Orani nel 1904, studia da autodidatta e trasforma la sua casa in un rifugio di oppositrici e di oppositori al regime. Prostrata da una grave malattia, non rinuncia alla sua lotta per la libertà, per i diritti e per l’emancipazione del popolo sardo. Graziella Sechi, nuorese, nata nel 1901, condividerà il suo intenso impegno civile con il marito Dino Giacobbe, leader sardista e combattente. Alleverà i quattro figli mentre lui è costretto all’esilio clandestino. Sarà arrestata e perseguitata dal fascismo come Angela Maccioni, nuorese anche lei, del 1896, maestra coraggiosa che espresse pubblicamente le sue idee a favore del socialista assassinato Giacomo Matteotti. Angela fu rinchiusa in carcere a Nuoro per quaranta giorni, sospesa dall’insegnamento nel 1939 e controllata dalla polizia fascista sino al ’43.


Della comunista e costituente Nadia Gallico parlerà la storica Leila El Houssi. Nata a Tunisi in una famiglia di emigrati antifascisti nel 1916, sposò nel 1939 il dirigente sardo del Pci Velio Spano inviato in nord Africa e con lui militerà per tutta la vita. La Gallico è stata legata anche alla Sardegna, partecipò per esempio alle lotte per la smilitarizzazione nel dopoguerra, e ha ricoperto ruoli di primo piano nelle organizzazioni per la tutela dei diritti delle donne.
Giovanna Marturano è raccontata dalla studiosa Alice Strazzeri. Originaria di Cagliari, si trasferì con i familiari a Roma e a Milano, guidata dalla carismatica figura della madre, Antonietta Pintor, cugina di Giaime, confinata dal fascismo a Ventotene. Donna determinata, di recente ebbe a dire: «Anche in questi tempi spesso amari e deludenti, in cui tanti nostri successi, così faticosamente raggiunti, sono stati annullati, ho conservato la fiducia in un futuro migliore, perché sono molti coloro che in fondo al cuore desiderano pace, giustizia, fratellanza».