Un’immersione multisensoriale nella vita e nell’opera di una delle più celebri e iconiche figure femminili dell’arte del ‘900, attraverso un universo di proiezioni video, effetti luminosi e acustici. Torna a Bitti l’appuntamento con le grandi mostre di primavera, con l’inaugurazione, sabato 8 aprile al cinema Ariston, dell’esposizione multimediale “Frida Kahlo – Viva la Vita”. A finanziare l’evento – il terzo multimediale e itinerante ospitato nel comune barbaricino, dopo quello del 2019 dedicato a Leonardo Da Vinci e l’esposizione del 2022 “Van Gogh – Il sogno” – la Regione Sardegna, la Fondazione di Sardegna e il Comune di Bitti, mentre l’organizzazione della mostra è affidata, come per le precedenti, alla cooperativa bittese Istelai.
Divulgare senza banalizzare: una ricetta che richiede esperienza e precisione
Bitti mette dunque di nuovo al centro una figura della storia dell’arte che il tempo, il mito e l’evoluzione dei costumi hanno catapultato fuori dai testi scolastici o dalla cerchia degli appassionati per attribuirle un nuovo status, forse anche suo malgrado: quello di icona pop, la cui effigie, svuotata del significato originale, diventa prodotto di consumo tornando milioni di volte su magliette, gadget, bacheche social. Una scelta ponderata e orientata senza dubbio a richiamare, in questo piccolo comune caratterizzato da una forte vivacità culturale, una fetta di pubblico ampia e trasversale, dalle scolaresche alle famiglie, dai turisti italiani e stranieri ai sardi che vogliono organizzare una “gita della domenica” in chiave culturale.
Sarebbe tuttavia semplicistico pensare a questo appuntamento come a un evento “acchiappa ingressi”: la forza dell’esposizione sta proprio nella restituzione della figura di Frida Kahlo con una soluzione espositiva multimediale di forte impatto che è sì “facilmente” accessibile, ma che non banalizza la profondità della produzione di Kahlo. Immerso in un mondo esotico e variopinto, animato da una voce fuoricampo e da una colonna sonora appositamente composta per l’esposizione, il visitatore prende gradualmente confidenza con la poetica dell’artista, inscindibile dal suo percorso biografico e dalla sua identità.
“Frida Kahlo” dichiara Emanuela Manca, storica dell’arte e curatrice della tappa sarda della mostra, “è forse la prima artista ad aver messo su tela la disabilità (affetta da spina bifida, l’artista rimase anche vittima, nel 1925, di un terribile incidente stradale che compromise ulteriormente, per il resto della sua vita, la già precaria salute della schiena e la deambulazione, ndr), tema forte e difficile da rappresentare, ma non solo: è una figura estremamente complessa, divenuta anche emblema del femminismo per la sua adesione alla Rivoluzione messicana. E rappresenta a tutt’oggi un forte simbolo di resilienza”.
Ad arricchire il percorso, una serie di scatti, prodotti dal grande fotografo colombiano Leo Matiz, che restituiscono l’essenza di Frida Kahlo all’interno della sua dimora, la sua amata Casa Azul appena fuori Città del Messico.
Bitti, piccolo centro barbaricino di grande vitalità
Una mostra che, al di là dei contenuti, invita a riflettere sull’effervescenza culturale che sta vivendo negli ultimi anni Bitti, piccolo centro di nemmeno tremila abitanti a mezz’ora di auto da Nuoro. Un fortunato e ammirevole percorso che il comune condivide con altri piccoli e vivaci centri del Nuorese, da Mamoiada a Gavoi, da Lula a Sarule, ma che ritrova, a Bitti, un’organicità e una varietà di proposte che costituiscono probabilmente un unicum. L’ormai classico appuntamento con le mostre multimediali itineranti non è, infatti, che una delle tante tappe di un percorso articolato e focalizzato sulle diverse fasce d’età. Dall’archeologia, con il villaggio-santuario di Romanzesu, alla tradizione testimoniata dal Museo della Civiltà pastorale; ma anche il Museo Multimediale del Canto a tenore, l’unico in tutta l’isola dove è protagonista l’antico canto dei pastori. E poi, l’attesa riapertura, a partire dalla settimana pasquale, del parco paleontologico all’aperto di BittiRex, che propone, soprattutto a un pubblico di giovanissimi, un viaggio tra i dinosauri dominatori dell’Era Mesozoica.
“L’obiettivo che l’amministrazione pubblica sta cercando di perseguire ormai da anni” – commenta il sindaco di Bitti, Giuseppe Ciccolini, “è quello di dare la possibilità a un pubblico vasto di avere un approccio coordinato e originale a varie forme d’arte. Dare continuità a questo progetto per noi è diventato ormai una priorità”. Con un’ulteriore ambizione: “adesso vogliamo portare un po’ più in alto l’asticella, iniziando a produrre anche dei contenuti che possano esaltare le caratteristiche uniche dei nostri territori e delle comunità”.